¨ Sutta (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...
Un saggio in India, ma anche altrove,
anche a fianco dell’India, una volta
scommise con un mago che questi non sarebbe riuscito a vincerlo, al che
il mago batté il saggio leggermente sulla testa, è questo che narra Woody
Allen, e lo trasformò in una colomba. La colomba allora volò fino al Madagascar
facendo seguire il bagaglio. La moglie del mago, si sa, chiese al saggio come
si sentiva nel bagaglio e la moglie del saggio, che aveva visto tutto, chiese
al mago se potendo cambiare le cose in oro se poteva fare uno spot per la Air
France e se, in caso affermativo, anche il poeta poteva salire a bordo, pur non
avendo rinnovato il tesserino Alitalia per i voli nazionali come giornalista,
insomma, essendo il Madagascar all’estero, bastava pagare un piccolo supplemento
oppure doveva volare su un aereo di
stato, come cortigiana, così che almeno non solo la giornata non finisse in
perdita ma una volta tornato in patria avrebbe potuto produrre un canto sul
volo e una cantica sul nolo.
Il
mago disse che per imparare quel trucco si doveva viaggiare nei quattro angoli
del mondo, partendo dall’equinozio di primavera, anche perché con tutta la
storia dei fusi e visti i ritardi e le ore legali si rischia pur sempre di
arrivare non nel primo solstizio ma nel secondo, a meno che non si sia diretti
in volo alla volta dell’emisfero australe. La donna ci pensò per un attimo,
anche perché non voleva fare come Emmanuelle in aereo e poi si accordò per fare
un viaggio esotico in nave all’interno del Mediterraneo, dimenticando di
mettersi le mutande. Dopo un ciclo lunare di Metone, ritornò a casa e,
controllando la posta, scoprì che il mago aveva mantenuto la promessa, era la
titolare del vitalizio da circa diciotto anni per essere stata imposta come
deputato alla Camera. Il marito invece non aveva nemmeno il sussidio della Siae
pur avendo lavorato come autore per più case editrici di periodici di varia
natura e avendolo succintamente dichiarato nella denuncia dei redditi nell’ultimo
ciclo di Metone. Deluso, si innamorò di una hostess della Air France e da
allora il poeta o vola o è sulla luna o è in trance.