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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

▌Quella che ha vinto e il suo tertium di semiologia sessuale

Enrico Maria Riva
Roland Garros: quella che ha perso
5 giugno 2010
Ci abbiamo sperato un po’ tutti. La Rai si è addirittura convinta a seguire la finale in diretta. Francesca Schiavone l’ha giocata con il cuore, ha vinto il primo set, ha lottato e recuperato uno svantaggio nel secondo ma e alla fine è diventata la prima italiana della storia a vincere un torneo del grande Slam. Da lunedì sarà numero 6 del mondo e si porterà a casa più di un milione e mezzo di euro.
Parigi sembrava Roma, le tribune invase dagli italiani. Schiavone ha giocato l’incontro della vita, togliendo il ritmo a Stosur in ogni occasione, aprendosi il campo con sventagliate di dritto e di rovescio e venendo a rete ad ogni occasione. Il servizio le ha permesso di controllare la maggior parte dei punti e ha concluso con una mezza dozzina di ace. Un torneo complessivamente dominato se si pensa che Francesca ha perso un solo set nelle due settimane.
Per spiegare in due parole chi è Schiavone e come poco noi italiani siamo abituati a questi palcoscenici bastano le frasi della premiazione: “Scusate, non mi ero preparato nulla da dire ma ho visto tantissime finali in televisione e so cosa deve dire quella che vince”. E poi, in italiano, si rivolge al gruppo di italiani che l’hanno sostenuta: “Ma che facce avete? Siete fantastici!”.
Sam Stosur, australiana 26enne, ha giocato la finale con il cervello in folle. Non è riuscita a fare nulla di ciò che l’ha portata in finale ma la sua è una storia che val la pena raccontare.
Nel 2007 Stosur era già nelle prime 30 giocatrici del mondo e si avviava verso una carriera promettente. Un giorno, mentre viaggiava per recarsi ad un torneo in Florida viene assalita da un fortissimo mal di testa.
Prova a dormirci sopra ma la mattina successiva le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate e viene ricoverata in ospedale. In 24 ore arriva la diagnosi: meningite virale. Si parte immediatamente con le cure ma c’è qualcosa che non va, Samantha non guarisce del tutto. Ci vorranno quattro settimane per capire che la meningite è solo un effetto secondario della patologia principale: Malattta di Lyme.
La malattia prende il nome da un paesino del Connectitcut (Lyme appunto) in cui negli anni Settanta se ne ebbero le prime manifestazioni. La sua causa è un batterio che colpisce le zecche, che a loro volta trasmettono agli animali e all’uomo. I sintomi principali sono eritemi, febbri, meningiti e artite che può diventare cronica.
Grazie ad una cura a base di antibiotici Stosur è riuscita a guarire e verso la fine del 2007 ha ripreso ad allenarsi. Guidata da una notevole forza di volontà si è scolpita addosso uno dei fisici più esplosivi del circuito ed è entrata stabilmente tra le prime dieci giocatrici del mondo.
Oggi ha perso, ma pazienza.




1.     v.s. gaudio says:
IL “TERTIUM” DI RIVA
E IL MEMORABILE“TERTIUM” DI SEMIOLOGIA SESSUALE
DI FRANCESCA SCHIAVONE



Pare che il “tertium”, quando si gioca a tennis,ma anche nella boxe, e nel calcio, nel basket, nel ping pong, è probabile che viva nell’ombra e che non appaia alle persone dotate di normale buon senso, per le quali il mondo,come dice Watzlawick, è chiaramente e indiscutibilmente diviso in opposti inconciliabili.
Insomma, il “tertium”, nello sport in cui c’è il “vs”, è come nella logica formale, in cui ogni affermazione può essere vera o falsa, non esiste una terza soluzione(“tertium non datur”).
Ma poi venne il ns blogger, e come quel tal Wokurka, di cui narra il citato Watzlawick di “Bene in peggio”, in una situazione in cui vi sono due soluzioni possibili – entrambe della categoria delle ipersoluzioni – ebbene questo tizio ne trova una terza: insomma, c’è da scegliere tra Schiavone, che,ormai, s’è fatta ricca, e la Nazione Intera Fremente per ogni Palla Vincente, la bandiera, l’onore al merito e a chi vince, fosse pure Schiavone(tanto domani sarà Cavalier Schiavone),si scomoda il Presidente, altroché quando lo interpelli per misteri sepolti, eccetera, eccetera, e lui sceglie le zecche e la malattia; c’è da inseguire la gloria e il podio tricolore, e lui rifiuta l’una e l’altro…
Dio,mi son detto, e io allora che non ho visto mai giocare la Schiavone, che vergogna!, ma ho visto, proprio ieri, il famoso video di semiologia sessuale…
Tra il corpo della Stosur e quello normolineo mesomorfo della Schiavone, che colpiscono la palla da meridiani diversi, sarei stato capacissimo di trovare un “tertium” anche nell’alternativa tra continuare a mangiare pane e nutella e riguardare il video della semiologia sessuale(che da solo vale una laurea h.c. in scienze delle comunicazioni,ma che dico?, in semiotica ,forza ex-Dams, vogliamo una Dottoressa Schiavone!), nel senso che, come Lao-Tzu, che non parla di “tertium” ma di “senso eterno”, come quel Wokurka,al manifesto della finale Schiavone vs Stosur, avrei incollato un foglietto con su scritto: Sharapova vs Dementieva,perché il “tertium”, che era stato escluso, e che nel tennis in ogni caso non c’è mai, esiste invece realmente.
A proposito, quando la Schiavone tracciò per noi, in modo così immediato e sintetico, la semiologia del suo desiderio sessuale, l’universo degli opposti, quello manicheo, si trovò in gravi ambasce perché Francesca Schiavone fu allora dello stampo di Wokurka, c’era un cartello: “giocare per vincere e anche se si perde giocare fino alla fine rinserrando il manico della racchetta e rispondendo colpo su colpo”, ma la sola idea di dover ubbidire a quel meschino cartello la fece insorgere, ancora una volta la situazione sembrava offrirle una sola possibilità di scelta fra due alternative che le parevano entrambe inaccettabili, e allora le venne quell’idea completamente diversa:”Sei pronto per il set finale? E’ al tuo drop che voglio rispondere!”. Era la terza soluzione. Il “tertium(non datur)”che,allora, l’ho visto, c’è il video sul web, esiste realmente!
2.     emriva says:
Con i tipi come quel Wokurka le soddisfazioni professionali te le puoi scordare.