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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

QUELLA STORIA DELL’UOVO D’ORO A GIBELLINA…

Fondazione Apolloni – Fabra
Palermo
 Venerdì 2 dicembre alle ore 18.00 è stato presentato alla libreria Broadway Via Rosolino Pilo n. 18 Palermo, con interventi di Flora Di Legami, Carmelo Pirrera, Tommaso Romano e Vinny Scorsone il volume di Ignazio Apolloni:

 STORIA DELL’UOVO D’ORO

A ridosso degli anni ’70 in Italia si sperimentarono varie forme di scrittura intese a mettere in crisi quelle piane, scorrevoli, pacificanti. Nell’alveo di quel movimento tellurico Ignazio Apolloni scrisse delle favole per adulti che, dopo una diffusione sotto forma di volantinaggio, divennero volume con introduzione di Roberto Roversi. Una di queste favole venne illustrata da Roberto Zito il quale in modo ridondante, con la sua straripante fantasia, usando supporti i più disparati e forme estetiche deliberatamente lontane dalle consuetudinarie che tradizionalmente richiamano il bello, il raffinato, realizzò una serie di opere (molte delle quali sono pubblicate nel volume). Altre storie vennero affidate all’estro creativo di Giusto Sucato il quale creò delle sculture a forma di uovo trovando così spunto per moltiplicare l’immagine-uovo con il farla persino apparire su spartiti musicali e  divenendo in qualche modo motivo ricorrente di tutte le tavole realizzate per l’occasione.

La “storia del’uovo d’oro” diede spunto al regista Gigi Borruso per farne uno spettacolo teatrale, con l’ausilio di Stefania Blandeburgo voce narrante; Maurizio Maiorana sax tenore; Pietro Manzella nella veste di gallina alle prese con le difficoltà di espellere l’uovo, essendo costretta a vivere in una stia. Lo spettacolo in forma diversa ma altrettanto stimolante fu portato nella sede dell’Associazione Marcel Duchamp di Caltanissetta e a Enna presso la Galleria 3A. Lo spettacolo in parola fu ripetuto all’auditorium del Museo di Gibellina.

Nel corso della serata sono state presentate le opere di Giusto Sucato e Roberto Zito che hanno illustrato il volume “Storia dell’uovo d’oro”. Edizioni Arianna € 20,00.
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QUELLA STORIA DELL’UOVO D’ORO A GIBELLINA…
Tra il maggio e il giugno del 2002 , come si evince da due protocolli del Comune di Gibellina, pubblicati in “Storia dell’uovo d’oro”del favoloso e leggendario scrittore dell’Antigruppo Ignazio Apolloni, c’è una rappresentazione, concordata e riconcordata e non si sa se mai effettuata, di “Histoire de l’oeuf  à la coque”.
La favola di Ignazio Apolloni comincia così:
“C’era una volta l’uovo, di Colombo, direte Voi, e comincerete a pensare a cristoforo colombo, all’america, al vietnam.No!
C’era una volta l’uovo, di Pasqua, direte Voi: e comincerete a pensare alla cioccolata, a perugina, all’alemagna, alla motta, alla colomba, alla pace,all’ulivo, a Noè,all’arca, alla scienza. No!
C’era una volta l’uovo, di struzzo, direte Voi: e comincerete a pensare alle piume di struzzo, al fare come lo struzzo, alla sabbia nel deserto, all’australia, a marconi, alla radio, al radio, a madame curie, ai fuoriusciti polacchi, alla polonaise, a chopin, a george sand, al suo sigaro, a truman, ad alamogordo, a Fermi, agli infermi dell’8 agosto 1945, alle fosse delle Marianne, a jiwo jima, ai liberator, ai panzer, ai panzerotti, ai passerotti, ai leopardi infelici perché le leoparde o sono tutte cacciate nei safari o sono state ormai cacciate in cella a cura del W.W.F. E invece no!
Volevo solo dire che una volta c’era un uovo, strapazzato per effetto del lungo viaggio compiuto per uscire dalle trombe(…)”
Per rispondere all’artista americana[ si tratta di Paula Metallo, cfr. nel blog di Francesco Merlo: http://www.francescomerlo.it/?p=341 ], che non c’è dubbio che ci sia un mondo invisibile.
Il problema è: quanto dista dal centro storico, si sarebbe chiesto Woody Allen, e qual è l’orario di chiusura?
Il problema è che di avvenimenti inspiegabili ne succedono di continuo.
Un uomo(stavo dicendo: un uovo) vede gli spiriti. Un altro sente delle voci[era Joan as Police Woman che, nella tournée recente in Italia, cantava da Catania e poi aveva la grazia e l’intelligenza di darci il suo impatto percettivo con la città etnea su un blog-diario aperto per l’occasione per IlPost:→ http://www.ilpost.it/joanaspolicewoman/2011/07/24/catania ] .
Un terzo si sveglia a Gibellina Nuova “e fu lì che rimase fino a quando non successe che in inverno nel palazzo dov’era tenuto per esposizione e meraviglia alcuni uomini armati di mitraglia, fucili e cazzotti ere, entrarono all’impazzata, cioè a dire incazzati come pazzi liberati finalmente da catene, chiavistelli e catenacci, nel salone di rappresentanza della ditta Potëmkin dove sedevano con i legali rappresentanti dello Stato, passivo, tutti quei rappresentanti e procacciatori di Corte, che per avere fatto fare affari d’oro ai loro padroni speravano di ricevere in dono il nostro uovo,tra di loro chiamato per vezzo o per gola ‘l’uovo sodo’”, solo che l’uovo sodo, come ha detto il raccontatore di favole Ignazio Apolloni, di dorato aveva solo la corteccia e così, invece che uscire sotto forma di proiettile venne fuori sotto forma di frittata(…)”.
Cosa c’è dietro queste esperienze ? O anche davanti? E’ vero che certe persone possono fare una frittata o, in mancanza di più uova, almeno un uovo sodo?
Sarà possibile, dopo la rappresentazione teatrale della favola di Ignazio Apolloni, fare la doccia?
Ma voi lo sapete che, come fattura l’Enel, se accendi un po’ di più lo scaldabagno e superi metti 400 già a 401 ti triplicano la bolletta?
Per fortuna questa domanda troverà una risposta:
a) in una rappresentazione fatta a Firenze con un violino o un clarinetto, un coccodè, e Giusto Sucato con Gigi Borruso, e poi venne fuori a fare il coccodè un certo Pietro Manzella che anche Ignazio si chiedeva: “Ma chi cazzo è ‘sto Pietromanzella?”
b) in un’altra rappresentazione fatta a Palermo, dove cioè più in basso non si può, prenderemo per una sera in affitto l’Agricantus, si metterà da canto tutto il resto(e allora perché si voleva andare a Gibellina?)
c) nella comicità tutta e sola del Manzella (l’ egg-jongleur): e allora lo si sapeva che faceva ridere, suonano alla porta e nessuno va ad aprire
d) nel libro appena uscito di cui abbiamo detto sopra di cui qui diamo gli estremi:Ignazio Apolloni, STORIA DELL’UOVO D’ORO,Illustrazioni di Roberto Zito; grafiche di Pietro Cerami, edizioni arianna, Palermo 2011.

[Da: http://www.francescomerlo.it/?p=341   vuesse gaudio on 24 agosto 2011 at 12:05]

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