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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Bridget T., 1





BRIDGET T.
BRIDGET T.                                        
Questa giovane donna londinese, studentessa all’ Università di Cambridge, che festeggia il compleanno (il diciannovesimo) masturbandosi seduta in tribuna sulla linea d’arrivo della Henley Royal Regatta, è Bridget T.
Sta godendo di una palata la cui cadenza è da 46 colpi al minuto, ma 46 colpi tutti a Washington-Stroke, il “colpo di Washington” che è dato da un atleta potente, che non si piega in avanti al momento dell’attacco, né completamente all’ indietro alla fine della palata, anche se la spinta delle gambe deve essere molto forte e lo strappo del remo deve accelerare, durante la passata in acqua.
In questa istantaneità artificiale in cui la si contempla seduta in tribuna,
su questa faccia in cui una tigre bagnata sembra che carezzi il fallo più che morderlo, il poeta ha eiaculato, ed è venuto anche nel suo Thames stretto e in piena di tigre fanciulla, ed ora tiene il remo nella sua gora
che lei ricomincia ad ammollare,
rigodendo nell’ennesima race,
in cui avrà pur vinto un equipaggio,
ma è alla prossima gara che lei dedica attenzione e ai cui vigorosi attacchi si affida fremente per rigodere fino alla diciannovesima volta in cui l’instancabile poeta finisce con il levare il remo, per appoggiare il giglione allo scalmo,
e accorgersi che non è nella scalmiera che è entrato
ma nella carena della giovane tigre sdraiata supina su uno dei prati di Henley
oltre il vecchio ponte di pietra grigia che lo potrebbe congiungere con la Hart Street.