© v.s.gaudio
Aurélia Piedronte non sappiamo se
sia Algonchina, o dei Sioux,
degli Irochesi, degli Apaches ,
Vakanda per lei è il cuanto di hechizo
o el cuánto coño, una cualidad leve
y libera
piuttosto che una determinata
entità,
tra spirito e mistero Manitu è nelle
veronicas o nei volapiés
se non nel suo bolero, nel suo
cachetero,
di ritorno da una corrida disse al
poeta “Matame en el culo”,
e un’altra volta “Cacheteme el
trasero”,
abbassandosi la taleguilla de seda,
“Corridame en mi agujero”, e poi
aggiunse:
“Mi agujero no es un espacio
hueco,abierto;
no es una abertura, no es una hueca:
chorra en mi agujero, mi amor!”.
Il poeta, come si usa presso gli
Algonchini,
al torear di Aurélia Piedronte usa
esclamare “Manitu”,
“Questo è un dio”, oppure “Lei è un
dio”, ummanitowok,
l’interiezione di stupore e di
ammirazione che è alla base
etimologica del Vakanda dei Sioux fu
presto sostituita
da “Hechura” fin tanto che non
sopravvenne “Cuánto de coño”.
Adesso che vive a Puerto Peñasco nella
Baja di California Norte
a est della foce del Colorado
tra Mexicali ed Hermosillo
nella terra dei muli in un lugar tra
i più aridi dell’America
del Nord, con gli stessi minimi
pluviometrici della Mesa
del Norte, e non è messicana come
non fu spagnola a Sevilla,
è una pellerossa, una jodida de piel
roja,
la torera si esibisce durante feste
private
organizzate per uomini d’affari e
politici del Texas, del Colorado
e della California o per poeti
dell’Europa del Sud,
come la coppia dei contorsionisti
artisti du Cirque d’Hiver
di cui narra Harry Mathews[i] ,
fa la “corrida” per questi uomini
che fanno la battaglia dei Gesuiti
guardando le sue volapiés,
su veronicas per poi corridarle
addosso, sul traje de luces,
chi sul bolero, chi sulla
taleguilla, chi sul trapo, chi pica corto
e chi arriba, chi sul pecho,
chi sulle nalgas, chi sulle piernas,
chi en cara, chi sullo hocico, chi
sulle zapatillas,
o nell’ agujero più stretto.
Ricorda Aurélia che quando faceva la
torera
a Sevilla , e ora sta aquí in questo
porto del culamen,
confessava ciclicamente la sua
inveterata abitudine
a masturbarsi e quando il sacerdote
l’assolveva
lei si alzava dal confessionale e
sollevava la gonna
o abbassava i jeans o i fuseaux
rivelando che
proprio nel momento della
confessione
aveva commesso il peccato appena
confessato
aveva fatto la Corrida!
[i]Cfr . Harry Mathews,
Piaceri singolari, trad. it. Es, Milano 1993: pag.75.
da:
AURÉLIA STEINER de PUERTO PEÑASCO
LA TORERA PIEL ROJA [© 2009]