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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

IL SALTO DI DIANA vs LA FARETRA DI LYUDMILA KOLCHANOVA




LA FARETRA DI LYUDMILA KOLCHANOVA
di V.S.Gaudio

Arriva un momento radicale in cui si può realizzare la patagonistica nella sua assolutezza anonima, ci si fa “demone meridiano” quando qualsiasi ombra del proprio esserci viene annullata, è come se l’anima passasse al primo verticale del visionatore, questo poeta che sta aspettando che il personaggio facendosi figura passi al suo meridiano.
E’ in questa posizione che Lyudmila Kolchanova “giustifica”, “illustra” ed “esalta” la pienezza che ammette ogni abbandono, è come se fosse il sole nella sua posizione più elevata,non c’è ombra e la forma e lo spirito,l’anima, sono esorcizzati, c’è il patagonismo del proprio esserci, l’atleta colpisce al cuore il fantasma del poeta, non c’è nella radice del suo nome(Kolcian:leggi kalcian) la “faretra” di Diana, non ricorda Roger Caillois che i contadini chiamano quel demone di mezzogiorno delle credenze medievali russe Diana, chiamata Dzewana, per il rinvio a Giove, e Mazyana, per Marte, che, se andate a vedere, quando la Kolchanova immobilizza il vostro demone al meridiano stavano passando proprio Giove e Marte, i vettori della “giustificazione”, della “illustrazione” e della “esaltazione” per farsi “attrattore” fuori del comune, per svelare e circoscriverlo il segreto che è sempre quello dell’artificio: la Kolchanova così appare, nella sua evidenza folgorante, fa irruzione, è il luogo del nostro segreto, di tutto ciò che in noi non è nell’ordine della verità, è il luogo di chi ci sfugge, attraverso cui noi sfuggiamo a noi stessi, l’altro radicale che detiene in un solo istante tutto ciò che non ci sarà mai dato di sapere. E’ per questo che, come Atteone, sarà meglio non guardarla a lungo, cosicché non possa accorgersene e trasformarci in animale e lanciarci contro la muta dei cani al pasto?
Lyudmila Kolchanova è una longilinea quasi mesomorfa, ha in verità un indice costituzionale al di sotto di 50, che è quello da cui comincia lo stato mesomorfo, ma, in posizione nomale ed eretta, non lo raggiunge, lo assolutizza nella posizione radicale in cui il visionatore-Atteone la sorprende e la viola, quando la sua inafferrabilità si fa superba impassibilità, se potreste prenderle le misure in quella posizione son sicuro che avrebbe l’indice del pondus pari esattamente a 20. Perché? Perché 20 è il limite da cui comincia il valore “alto” del pondus, dopo la forchetta decrescente 26-21 che è il pondus “medio-alto”, c’è la forchetta 20-12 del pondus “alto”, che, in una longilinea ectomesomorfa, è quello del patagonismo assoluto.
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