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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

IL MOMENTO AMPIO DI SUSANNA KALLUR E IL SUO TOCCO PATAGONISTICO


IL MOMENTO AMPIO DI SUSANNA KALLUR
di V.S.Gaudio
La Kallur a terra a Beijing 2008 nel grafico-Ebertin a 90°
da: deporteando:beijing-2008
Susanna Kallur è una normolinea mesomorfa: il suo indice costituzionale è attorno a 54 (se 92 cm di hips è: 92 x 100: 170=54.11; se 91 cm è : 91×100:170=53.52); morfologicamente appartiene alla razza orientale di Deniker, che, una volta, era diffusa nella Russia Bianca, nelle regioni Baltiche, con qualcosa di meticciato con la razza nordico-occidentale che è sotto-dolicocefala e con i capelli castani.

Una Deniker, dunque, nordico-occidentale con un indice del pondusalto”: se con hips 92 è 17; se 91 è 18: il valore è decrescente, si innalza da 20 a 12).
L’indice costituzionale del tipo normolineo mesomorfo va da 53 a 56, se fosse stata un po’ più alta, sarebbe stata compresa tra le longilinee mesomorfe, per le quali l’indice costituzionale varia da 50 a 53.
Per la corsa ad ostacoli veloce, la Mobilità come la Forza Muscolare deve essere abbastanza “alta”, a differenza della Massa e della Resistenza Muscolare che sono “medie”.
Il corpo totale, voi lo sapete, è fuori del linguaggio, alla scrittura arrivano solo pezzetti di corpi : della Kallur, per farla vedere, il suo corpo lo dobbiamo guardare, ad esempio, quando è seduta sulla pista, dopo la famosa caduta a Pechino, ed è allora che troviamo che il corpo patagonistico di Susanna Kallur è come un ologramma dolce alla vista e al tatto, privo di resistenza e quindi pronto ad essere striato in tutti i sensi dal desiderio, da questo eccesso(sferico) delle sue gambe, il patagonismo della pelle, questa consistenza in sé, un turgore così a lungo tenuto in sé o teso nello sforzo atletico, fa irruzione e si moltiplica con gioia, si fa cogliere direttamente e colma la sua astrazione massima e la sua pura oggettività con tutta la carne di cui è fatta.
Nell’ ologramma immobilizzato troviamo la capacità di accelerare dall’ immobilità completa al massimo della velocità e di mantenere quella velocità per il tempo richiesto, che è qualità ineludibile di chi corre sapendo che, a quel punto, dovrà sollevare il corpo come se sorvolasse sul parallelo, fin tanto che si arrivi al passaggio al meridiano finale.
Se nell’ etimologia tedesca, il nome Kallur contiene l’”ur” di “uro”, che è, insieme, l’uro, l’antenato del bisonte, e il termine per indicare “coda”; e “kahl”, che è “nudo”, “sfrondato”, non ci sono dubbi su ciò che questo corpo atletico è destinato a immobilizzare e a scrivere per il poeta .Nel sanscrito, “kala” è il “momento fissato”, l’”occasione”, il “blu scuro”(il blu che è nella “divisa” delle atlete svedesi?); “uru” è l’aggettivo “ampio”, “spazioso”, “eccessivo”, o l’avverbio corrispondente o “lontano”, tanto che è questa atleta l’atleta del “momento ampio”, dell’”eccessivo momento”, il “lontano blu scuro”, la carne destinata a farsi tocco patagonistico in un momento eccessivo, che inscena Rudiobos, accarezzata dal dio del Vento del Nord, lei fa il Piccolo Cavallo e lui Borea sorvola con lei e in lei i paralleli del mondo [se si pensa che “khala” è “terra” come “uru”, che ha un’accezione come sostantivo femminile di “terra”, si può capire come l’atleta che sorvola i paralleli possa essere consacrata al fantasma del visionatore quando è per terra, tanto che “khalu”,”infatti”,”ora” indica “invero” l’atleta nell’immagine che assolutizza e rende ampio il suo corpo patagonistico].


A Beijing: prima o dopo la caduta?

Dopo la caduta a Beijing 2008