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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Intercettazioni di diario, 1



INTERCETTAZIONI DI DIARIO, 1

Riuscire a superare la notte sta diventando sempre più difficile. Ieri sera ho avuto la strana sensazione che delle minorenni cercassero di irrompere nella mia stanza per farmi uno stage di bunga bunga. Perché? Mi sembrava di vedere delle ombre vaghe, e alle tre del mattino la mia fidanzata che avevo lasciato su una sedia in un mobilificio nella cintura di Torino assomigliava tremendamente a mia moglie in canottiera. Ma come si chiama? Filippa? Filiberta? Bernarda? Marianna? Antonia? Berta?Giannetta? Gnesa? Giovannina? Lucia? Simona? Siora Luigia? Sora Checca? Titina? Quando finalmente mi sono addormentato ho avuto il solito incubo mostruoso di quello del bunga bunga televisivo che non solo al casinò di Campione vince sempre lui ma anche a tombola. E vince sempre col 23, che, come mi ha confidato Marcellino, a Palermo è il numero del culo. Mi toccherà alzare la tariffa del pompino, e, a proposito, chissà quanto fa, come numero, il pompino a Napoli? Disperazione.


Opri la cappelletta der zuffraggio, damo tu’ tocchi, e poi sonàmo a festa”[Belli, CCXXXI]