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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

■ Il mondo non è banale?■ Bianca in paranza ■


Il gioco del binomio fantastico
Bianca Brandolini d’Adda in paranza

In alcune scuole Gianni Rodari aveva visto fare questo gioco: “Si dànno ai ragazzi alcune parole sulle quali dovranno inventare una storia. Cinque parole, per esempio, sono in serie, e suggeriscono la storia di Cappuccetto Rosso:’bambina’, ‘bosco’, ‘fiori’, ‘lupo’, ‘nonna’. La sesta spezza la serie: per esempio, ‘elicottero’”[i]. Diceva, anche, che, a guardarlo da vicino, il gioco ha una forma di un “binomio fantastico”: da una parte sta Cappuccetto Rosso, dall’altra l’elicottero.
Il secondo termine del binomio è una parola sola. Il primo, una serie di parole che però nei confronti dell’elicottero, si comportano come un insieme.
La storia di Bianca Brandolini d’Adda, così come abbiamo visto nel primo gioco dei bigliettini, può essere compendiata da queste cinque parole: ‘ragazza’, ‘Portofino’, ‘infradito’, ‘shopping’, ‘avi’.
L’elemento nuovo, in questa nuova sequenza fotografica del “Corsera”, senza la logica fantastica, sarebbe la ‘piazzetta’ o il negozio ‘Missoni’, ma per fare un binomio fantastico tra Bianca, nella storia o nella serie stabilita di cinque parole, la sesta parola potrebbe essere la ‘paranza’.
Allora, cosa potrebbe succedere andando alla lavagna e scrivendo, in tutto questo caldo silenzio di luglio, ‘ragazza’, ‘Portofino’, ‘infradito’, ‘shopping’, ‘avi’, ‘paranza’?
Che Bianca arriva a Portofino con la paranza e baratta la pesca con un carico di infradito grazie al buon nome degli avi, siano essi gli Agnelli che i Brandolini d’Adda.
Ognuno, poi, o tutti, a più voci, potranno costruire una bella storia nella quale Bianca, con la paranza, fa una pesca miracolosa di infradito e apre un negozio a Portofino proprio dov’era Missoni, tanto che poi la sua fortuna supera quella ereditata.
Non si ammettono discussioni sul contenuto ideologico delle nuove storie, nessun accenno alla teoria della classe agiata di  Thorstein Veblen; l’importante è che il sesto elemento, che, poi, anziché la paranza, potrà essere, che so?, un salvagente, sblocchi la serie delle letture della routine didascalica gossippara della peggior specie.


[i] Gianni Rodari, Cappuccetto Rosso in elicottero, in: Idem, Grammatica della fantasia, Einaudi editore, Torino 1973: pag.56.


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