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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

■ Il mondo non è banale? ■ Per dirla con Barthes chi sta per face e chi per book?



Scrittori e critici: tutti in piazza contro Carofiglio
Tutti contro Gianrico Carofiglio. Per difendere la libertà di espressione e, soprattutto, di critica. E protestare contro la causa civile da 50mila euro intentata dall'ex magistrato ai danni dello scrittore Vincenzo Ostuni, reo di aver criticato aspramente su Facebook il libro "Il silenzio dell'onda". Romanzieri, critici letterari e semplici cittadini si sono dati appuntamento a Roma davanti al commissariato di piazza del Collegio Romano, quello del commissario Ingravallo raccontato da Carlo Emilio Gadda in "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", per intenderci. Il luogo ideale per un flash mob a metà tra letteratura e satira. Tutti in coro, i manifestanti hanno infatti espresso la loro solidarietà a Ostuni ripetendo come un mantra il durissimo giudizio su Carofiglio che gli è costato la denuncia in sede civile
(servizio di Antonio Nasso)
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“Per dirla con Barthes” tra “face” e “book”…
uno ha la “face” e l’altro…”ha preso il treno”?

Non so a voi ma a me, che sono cresciuto a pane, pomodoro e Roland Barthes, quel “per dirla con Barthes”, per un giallista dell’industria editoriale (che, lo confesso, non ho mai letto e mai potrei leggere), non dico che mi fa…ma a me me pare del tutto fuori luogo, grazie a Barthes! E poi la “stroncatura” su facebook…e il giallista che querela…sarà stato per il book o per la face, che, se stai a guardar meglio, sta pure per “quadrante”(of a watch) ma vaglielo a dire a quelli dell’argot, che per loro è o[“cadran”] “lunaire” o “solaire” sempre “face”(of a watch) è…E “book”? Mah!...Essendo “biglietto ferroviario”avrà preso il treno?...

v.s.gaudio