Quel vecchio gioco "a sbagliare le storie"
- C’era una volta un Venditore di Pesce in Sudamerica che si
chiamava…
- No, un Giornalista Professionista che era l’Editore di un
Giornale di un Partito che c’era e non era più tornato e adesso non si sa se c’è
ancora e se il Giornale era scritto nella Lingua Franca di quel paese da cui
chi era partito non era più tornato.
- Ah, sì, un Giornalista Professionista. Dunque, la sua
Azienda del Pesce lo manda a Santa Lucia…
- Ma no, non la sua Azienda del Pesce, era la sua Cooperativa
editoriale.
- Giusto. Lo chiama e gli dice: va’ a Santa Lucia e vedi un
po’ com’è che la casa di Montecarlo è registrata come quelle che ti sei
registrato tu in quell’isoletta dei Caraibi…
- No.Lo chiama e gli dice: va’ a Santa Lucia…e vedi di
restarci…che qui le cose e le case
cominciano ad accatastarsi!
Questo lo schema di un vecchio gioco “a sbagliare le storie”
che può nascere in ogni casa, fosse pure a Montecarlo o in provincia di Viterbo
in un Castello o nell’aia, ereditata, da un altro editore bootleg della
manomorta, da un nonno che era andato in Argentina a comprarsela da un suo
compaesano.
E’ un gioco più serio di quanto non sembri a prima vista. Ma
bisogna giocarlo al momento giusto.
I bambini, ma devi vedere gli adulti, quanto a storie e a
case, sono abbastanza a lungo conservatori, anche in materia di pesci, specialmente
se vengono dai paesi del Pollino, che di montagne si tratta. E incartano
sempre. Per questo prendono i giornali.
A un certo punto – forse quando il Venditore di Pesce all’Ingrosso
in Sudamerica non ha più molto da dire loro, quando sono pronti a separarsene
come da un vecchio giocattolo esaurito dal consumo – accettano che dalla storia
nasca la parodia, e quindi il Venditore di Pesce diventa Giornalista
Professionista e anche Editore di un Giornale che gli ha lasciato in eredità il
Grande Compagno del Partito dalle cui ceneri sono nati i Partiti, e anche le
Associazioni Culturali e le Cooperative tutte, della Libertà e del Catasto di
Santa Lucia.
I bambini, e gli adulti nelle cui vesti appaiono, non giocano
più tanto con Venditore di Pesce all’Estero quanto con se stessi: si sfidano ad
affrontare la libertà senza paura, ad assumersi, si fa per dire, rischiose
responsabilità. Bisogna allora essere preparati a un sano eccesso di
aggressività(es.:”Ritorno e ti spacco il c…”), a salti smisurati nell’assurdo.
In qualche casa, il gioco avrà una sua efficacia
terapeutica. Aiuterà il bambino a sbloccarsi da certe fissazioni dovute al
Monopoli. Il gioco sdrammatizza Santa Lucia, svillaneggia il Catasto Nazionale,
fosse pure quello lunare dell’Enel o l’altro marziano degli albanesi,
ridicolizza lo Stato, stabilisce un più netto confine fra il mondo delle cose
vere(fatte con mattoni, pietre e calcestruzzo, fili elettrici e tubi idraulici)
– dove il partito della Libertà non sarebbe possibile ma inspiegabilmente
accatasta e si intesta- e quello delle cose immaginarie- che, in realtà, viene
ormai debitamente surclassato dall’impossibile accatastato.
Un altro aspetto serio del gioco consiste in questo, che chi
vi partecipa, prima o poi(certo, non prima che si sia accaparrato e intestato tutto il possibile in un mondo
così libero e così fiscalrassi), finisce a Poggioreale e non è detto che non
compia, a livello d’intuizione, una vera e propria analisi della fiaba.
Egli stesso,adesso che ha tempo per giocare e fantasticare,
può scomporre e ricomporre(anche spaccare) i nodi significativi, fare
interventi operativi, non astrattamente logici ed economici.
Ne risulterà un’invenzione “puntilistica”- così la definisce
Gianni Rodari – che raramente conduce a una nuova sintesi, con una sua nuova
logica, ma piuttosto favorisce, aggiunge Rodari, un vagabondaggio senza meta
precisa tra i temi fiabeschi, tra l’ Etruria, la Maremma, il Parco del Pollino,
Positano(dove il poeta militare vomitò un’intera bottiglia di sambuca al caffè
provocando disgusto in un commilitone di origine lucana come il Venditore di
Pesce all’Estero, convenuto lì in gita insieme alla moglie, cugina della
farmacista del paese jonico da cui proveniva il poeta rigettante), Santa Lucia,
San Biagio, San Vincenzo, i polli da spennare, San Giuliano, gli editori che
vendono pesci, i pesci incartati col giornale. E’ uno scarabocchiare, più che
un disegnare. Ma ormai conosciamo bene l’utilità dello scarabocchio.