Pingapa ▌PLUS▼

Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

• MARTINO OBERTO




Martino Oberto (OM)
OPUS ANA
la filosofia come opera d’arte.
La testualità anafilosofica di OM in termini di linguaggio pubblica scrittura visuale di un “unicum luogo mentale” manifesto in testi verbo visuali come operazione manifestativa, da cui “opera” si trascrive in pagina, tavola, una unica argomentazione nella dimensione tematica “interlinguistica”, in termini di ANA ART dalla pittura analitica all’arte scritta. l’operazione barra “/”(1951) indice nel corpus della FILO/SOFIA  con interventi su la parola a pilotare il MUSEOOM-parole (ANA ANA/LISI ANA/LOGIA SPENSARE SLANGUAGE EST/ETICA R’EVOLUTION EXC.) e le formole aforismiche (V’IDEO ERGO SUM – COITO ERGO SUM, OFF LANGUAGE, PROVA A SPENSARE, ARSPHILOSOPHICA – PHILOSOPHICALART) hanno proposto modelli di libera esercitazione linguatica all’ANARCHIA CULTURALE.
la svolta anaistica in filosofia, una revisione di atteggiamento nella analitica oxoniense a de istituzionalizzare il linguaggio comune di base, a superare le op positività semantiche in anascrittura significativa fino alla tesi della filosofia come opera d’arte e l’opera come progetto simbolico di un “diverso” mentale: opus ana, dalla scrittura all’opera, un atteggiamento anafilosofico.




· [da: Raccolta Italiana di Nuova Scrittura, Mercato del Sale, Milano novembre 1977] ·

· Ettore Bonessio di Terzet
DI FRONTE AD UN'OPERA DI MARTINO OBERTO

Non fu francescano costruttore di mappamondi da due tonnellate, non servì principi e re, neppure assessori e banche, ma li usava per armare le sue flotte per salpare da Pegli sui mari di Islanda e oltre gli oceani. Passò al contrario della filosofia, al pensiero spensante più forte del pensiero debole, sempre correndo con la forbita mano che ora segnava parole asemantiche, ora ghirigori di libertà che sapeva ironizzare sino al raddoppio dei baffi e alla loro cancellazione. Belle le amicizie con uomini di cultura, ed anche con chi disprezzava intimamente liberale, assieme con le sue donne le sue automobili che correvano più di Cendrars sulle salite del Tour de France, avvicinandosi a pochi metri da Carpentras.
Correre e segnare, nella lenta calma di un progetto di cui sapeva il valore, l'ansia
chetata nella deposizione testuale e nella memoria culturale, la sola compagna di chi crede nel fare artistico, secondo il segnale di Marcel.


· Carlo Marcello Conti
   PER OM

Spesso Martino
mi ricordavi
una frase di Neruda
che pressappoco
significava questo:
per dire niente
sono venuto.

E niente sembrava
il segno sulla tela

In verità una traccia
da molti anni
incrocia i nostri cammini

Per spensare

Come amavi
sottolineare
E senza lasciarmi
tempo
Mentre ti aspettavo
sei andato altrove
non lasciando detto
cosa andrai a fare
così lontano

[da: “Zeta” n.96/97, giugno-settembre 2011: inserto MARTINO OBERTO]


·  Adriano Accattino
La spittura

Martino addita una strada che ci lascia percorrere da soli, secondo la forza delle nostre passioni. Accende un interesse al movimento e al cambiamento e poi non indica la direzione da prendere; c’insegna a star fuori da ogni metodo affinché possiamo intraprendere un’azione personale. La straordinaria riservatezza di carattere e il rispetto che Martino attribuiva a tutti i rapporti potrebbero essere l’elemento che lo fa astenere dal dare esempi concreti: egli non vuole fare il maestro ma lascia che ciascuno impari da sé. La sua lezione non è stata condotta fino ai termini costruttivi di un nuovo mondo, ma è rimasta sempre in una situazione di stallo. Potrebbe nascere ora ciò che non è nato ieri: oggi il lavoro e la parola di Martino suonano freschi: potrebbero concretizzarsi applicazioni di spensare, di analinguaggio, di anapolitica e di anapoesia. Il suo cammino è stato solitario: ha parlato in una sera buia in un’aula vuota, ma ora è al centro di un grande interesse.
(…)
· [da: Adriano Accattino, Martino Oberto. Un libertario in arte, in: Lorena Giuranna e Adriano Accattino, Il segno irraggiungibile. Martino Oberto(OM), Mimesis Milano-Udine 2012] ·


· Raffaele Perrotta
In orbita una simile machina mundi

postdada, fattasi persona della sua laboropera , in orbita una simile machina mundi qual è Anaphilosophia, una intrapresa letturale di due tre cose che so di Martino Oberto, a ricominciare per domani del risplendendo il sole; ma ci si vieti di rispondere a quella domanda ingenua e senza né ingegno né tampoco genio, domanda che domanderebbe come si sia svolto il comando in codice del rapporto gli uni«comunità. non si ha colore preferito, ancien régime ha fatto la sua storia, non ne vogliamo più sapere di quello stile; e tu ¿ perché te ne stai con le tue pantofole ai piedi e sprofondato in poltrona a lèggere il giornale non melodrammatico, spudoratamente mentecatto, e non scuoti i rami dell’albero, non vedi che hanno i frutti maturi? il dèmone è sempre pronto a venirci da ispiratore della nostra drammatica seria.
(...)
·[da: Raffaele Perrotta, La parola data, in: Lorena Giuranna e Adriano Accattino, Il segno irraggiungibile. Martino Oberto(OM), ed.cit.] ·



La monografia sull'opera di Martino Oberto fresca di stampa,
curata dal mitico poeta avanguardista di Ant.ed. Adriano Accattino e
dalla storica d'arte Lorena Giuranna, con la prefazione di Giorgio Zanchetti e
un saggio di un altro caposaldo di quel gruppo novarese: Raffaele Perrotta.
Le opere di OM con didascalia a stampa sono riprodotte da
questo libro edito da Mimesis, Milano-Udine 2012.






in alto: Anna Oberto, v'ideo ergo sum
in basso: Martino Oberto, televideo ergo zooom
·
[da: segni nello spazio, esposizione internazionale ordinata
da marcello mascherini, flavia paulon, adriano spatola e franco verdi,
castello di san giusto 8/31 luglio 1967, trieste
·