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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

V.S.Gaudio ● Das Dorfmeister






La patagonistica (dello sport) sentimentale nel Dorfmeister

Nel Dorfmeister l’opposizione dei fattori caratterologici è totale, si passa cioè dall’assetto Sanguigno(nEAP) a quello della posa più Sentimentale(EnAS)[i]:perciò

nE       E

      A       nA   

P         S

1) se fosse stata solo l’Emotività a mutare avremmo avuto nEAP ↔   EAP:
una risoluzione sanguigno-collerica, per cui il significante somatico sarebbe stato quello delle gambe in movimento, un’atletica delle gambe;

2) se fosse stata solo l’Attività a mutare avremmo avuto nEAP ↔  nEnAP:
una risoluzione sanguigno-amorfa, per cui il significante somatico sarebbe stato a carico del movimento teso e incisivo, sia del culo che dell’allure in generale;

3) se fosse stata solo la Risonanza a mutare avremmo avuto nEAP   nEAS:
una risoluzione sanguigno-flemmatica, per cui il significante somatico sarebbe stato quello di un sedere in immane evidenza[ii].

La totale mutazione dei fattori accenta l’assolutezza del podice, questa solennità tranquilla e rilassata, questo poderoso lasciarsi andare, questa colossale patafisica dell’esserci che esalta la superba, suprema, impassibilità del podice: passare dall’agonismo del polo sanguigno al sostare del polo sentimentale fa vibrare l’orizzonte più che il meridiano, questa patagonistica irriducibile è l’anamorfosi della Terra sorpresa e svelata suo malgrado – è una posa che non appartiene alla scena abituale, alla grammatica della gara o della trama, che non avrebbe mai dovuto essere rappresentata – che,essendo selvaggiamente estranea a se stessa, non si riflette, è lo stato del mondo in nostra assenza che è fotografato, è la qualità frattale del Dorfmeister.
L’interruzione del mondo, che si impone discontinuo, spezzettato, ingrossato; l’istantaneità artificiale della forma segreta dell’Altro, l’immobilità sentimentale dell’agonismo, la patagonistica assoluta.
La sentimentalità paraprimaria è questa virtù iposecondaria dell’agonismo e del sesso, questa sorta di spasmo sportivo che rimane nell’immobilità del riposo, in questa condizione inattiva in cui persistendo il fremito sportivo questo fremito si carica degli eccessi dell’emotività afferenti al paradigma sentimentale: c’è lo sport sentimentale in questa posa che allude, agonisticamente, alla 33 du Clergé de France[iii], la posizione della “Misteriosa”, che è fatta di sentimento di sé e di introversione, di sensibilità agli avvenimenti esteriori e di selvatica chiusura.
Ma c’è in questa posa dello spasmo sportivo tutta l’iperprimarietà agonistica che non si riflette: l’espansione, la mobilità, la perseveranza, la rapidità, la puntualità dell’esserci che convergono in questa organicità accentata, patafisica dello spasmo sportivo, che, se ben vedete, è tutto in raccoglimento nel paradigma sentimentale tanto profondo da far esplodere nella sua evidenza assoluta il paradigma sanguigno del pondus, pratico,destro, presente, calmo, attivo, tollerante, dalla benevolenza indifferente e dalla potenza immediata.
La patagonistica assoluta può essere, pertanto, misurata: dato il suo indice costituzionale attorno al massimo grado nella longilinea mesomorfa(ovvero 53), anzi, pesando 68 chilogrammi per un’altezza di 173 centimetri ci sarebbe un lieve esporsi al tratto endomorfo, più espansivo e meno impassibile, che è forse già contenuto nel significante del pollice, misura che si ottiene dividendo l’altezza per il peso (173:68=2.54), forza del pollice che dà carne al corpo, qualità frattale del suo esserci in questo porsi di 1 pollice a chilo. Per avere un indice costituzionale superiore a 53, pesando 68 chilogrammi per un’altezza di 173 centimetri, ovvero 53.17 o 53.75, non può che avere gli Hips 92 o 93 centimetri, forchetta di misure equivalente a un indice del pondus pari a 13(=Alto, il più alto, essendo il valore decrescente da 20 a 12) se non a 12 o addirittura 11(primo grado del valore Altissimo):
173 –(92+68=)160 = 13
173 –(93+68=)161 = 12
173 –(94+68=)162 = 11[iv]
Il pondus della patagonistica assoluta, roba da Kladruber: dalla frattalità del pollice(2.54 per chilo) alla frattalità del pondus.

 Il 29, il podice da fuciliera di montagna
Ma più che l’appellativo Dorfmeister[v], così palese e anche troppo banale, è nell’Heimlich, invece, del suo nome denumerato nell’alfabeto dei Rosa Croce che si trova la risoluzione formale nel numero fatidico 29[vi] che, in virtù del sottentrare simbolico, è anche il grado, nel grafico di Ebertin, di Marte(=299), ossia di chi esprime la semantica del deretano.
29, che, nelle correlazioni del rapporto tra tarocco e Rosa-Croce, è il 3 di Bastoni, che ha corrispondenza con Venere in Ariete, cosa che puntualmente accade nel cosmogramma della sciatrice, in cui Venere sul 1° grado dell’Ariete, in sestile con Marte, rende potente e assoluto questo significante somatico essendo in opposizione con Plutone, l’altro elemento che semantizza il podice.
D’altra parte, anche il 29° modo du Clergé de France[vii] rende speculare l’evidenza del numero 29: essendo la posizione della “mano odalisca”, in cui il fottitore infilza la ragazza che gli solletica la schiena dalla nuca all’osso sacro lungo tutta la spina dorsale.
Nel nostro caso, l’eccitazione deliziosa che coglie il visionatore è questa sua presupposta “mano odalisca” che accarezza dalla nuca all’osso sacro lungo tutta la spina dorsale la schiena di Michaela.
In più questa pienezza del 29 è splendidamente allargata e sottesa dall’orbita di Giove che, in trigono con lo stesso Plutone, ne dilata lo gnomone.
Quindi diremo che il Dorfmeister, se fosse un numero, avrebbe come appellativo il 29 che, non va dimenticato, nel gergo napoletano, appartiene al trittico 6-16-29, in cui, essendo la verticalità del fallo, allude all’eretismo della libido del visionatore e anche allo spasmo sportivo di questo podice seduto.
In virtù di questa evidente correlazione del numero fatidico di Michaela Dorfmeister con il fatto che, come avviene nel mondo cristiano, non si può non rilevare che l’onomastico di chi ha questo podice assoluto è indicato al 29(settembre), ragione in più per condensare la sua organicità anche nell’appellativo Michaela.
Che ha qualcosa del veronese “Michelin”, il regolo, il fiorrancino, o dello spagnolo “Miquelete”, il fusilero de montaña en Cataluña: il Michaela ha la precisa disposizione numerica anche nel Rapportatore Aquino dove assolutizza il grado 121, speculare al mezzopunto Marte/Giove e ostensione spettacolo del podice e potenzialità espressiva del “fusilero de montaña”, e la connessione semantica con il “fiorrancino”, essendo un passeraceo comune sui monti che si distingue per la parte suprema del corpo color rosso fuoco, il colore del segno zodiacale di Michaela e ancor di più dell’opposizione Venere/Plutone.
Sarà perciò il 29 o il Michaela l’appellativo del podice da fuciliera di montagna che ha una precisa concretezza risolutiva e ha il segno distintivo del fiorrancino che lo rende unico.

 Lo Spasmo Sportivo e la Regola del Pollice
Sappiamo che l’operazione infinita delle pose, le 20.000 pose di Betty Page ad esempio[viii], che crea una sorta di Figura che diviene l’aspetto paradigmatico costitutivo di una determinata modella, o di un oggetto d’amore, cambia spesso l’assetto sintagmatico degli Indicatori Globali e della loro interrelazione.
Nell’operazione infinita delle pose il visionatore s’imbatte in sorprese o in esposizioni impensabili: nel caso di cui abbiamo riferito in La sorpresa del vasto Heimlich[ix], la sorpresa riguardava una modella Web; nel caso della trama che attiene la regolare esposizione delle atlete in gara, l’esposizione impensabile di Michaela Dorfmeister ha reso possibile e visibile la patafisica dell’immagine che abbiamo denominato il Dorfmeister, il podice Michaela, il 29.
Per la modella Web di cui diciamo, la sorpresa del vasto Heimlich era sospesa tra apatia e sentimento: il suo senso ottuso ottundeva così la delectatio morosa vagando o divagando da un angolo all’altro del vasto orizzonte, in cui l’atopos del suo essere ottuso rispettava la Regola del Piede, questo piede lungo nascosto –Unheimlich- che perturba il senso del visionatore che lo cerca nei 37” ostesi (il visibile gran podice, l’Heimlich, l’agio che contiene nel suo intimo).
Per la campionessa di sci, la sorpresa del vasto Heimlich è sospesa tra la primarietà sanguigna(nEAP) e la secondarietà sentimentale(EnAS): il suo senso ottuso , la presa della libido del visionatore, è questo impatto che si realizza come istante e nell’istante, che, più che presenza nascosta  o ordine non conosciuto ancora, ha l’ assolutezza anonima del suo paradigma sentimentale-paraprimario: cioè l’estesa immediatezza dello spasmo sportivo, che, lo capite?, non afferisce alla Regola del Piede ma alla Regola del Pollice.
Ecco perché qui non va cercato il meridiano plutonico, che è così evidente nella strettezza verticale del podice Alessia[x], qui il podice Michaela avendo la Regola del Pollice si significa come spasmo sportivo,lo spasmo del pollice, appunto.

 Da Mekka a Mekhala, la fermatura della cinghia dell’anima
Il fatto che l’appellativo base del 29 sia Dorfmeister, cioè “Borgomastro”, ovvero il capo-borgo, il sindaco, ci fa pensare, per via di Michaela, e per quanto si è detto su “Miquelete”, al gergale bolognese “Meko” e “Mekka”, che sta per “capo”, “superiore”, tanto che, addirittura, Menarini, nel suo I Gerghi Bolognesi[xi], ci ricorda l’esempio: al meko dla balla, “il Sindaco o Podestà”. Che è quanto dire che anche con questo termine connesso a Michaela, il “Borgomastro” così evidente nella prima forma e perciò sostituendo il 29 o Michaela, possa ritornare a evidenziarsi nel nome.
Il Michaela potrebbe avere allora questo diminutivo bolognese Mekka, Al Mekka dla balla, ovvero: das Dorfmeister, il Dorfmeister!
D’altronde, se “Micelin”, che è Michelino, a Trieste è il pene infantile, in Austria Michaela ha tutta la possanza per poter evocare l’ampio deretano femminile.
Se, per simbolismo fonetico, nel sanscrito, la parola più assonante con “Michaela” è Mekhalā, che è la “cintura”, la “cinghia”, a cui, sempre per assonanza, accostiamo mukula, che è “gemma”, “capo”, “anima”, allora non si può essere stupefatti per come l’immagine di M.D. in tuta, dopo una gara di sci, seduta su una sedia, ponga l’istantaneità artificiale della cintura del corpo, vero “punto-gemma” o “cinghia-anima” che assolutizza il suo esserci, questa frattalità irriducibile che non è che questa frontalità della cintura del corpo nel quadro-finestra del visionatore:

mekhalā-mukula-michaela ?

La cintura del corpo di Michaela ?

La cinghia dell’anima di Michaela?

La gemma-cintura di Michaela?

Se traslando dal tedesco al sanscrito, in questa ellissi evocativa, si possa fare del Dorfmeister, il Borgomastro, il podice Dorfmeister, la cinghia dell’anima se non la cintura-corpo, non si può escludere che questa virtù semantica divenga realtà, cioè traslato usuale.
Se al genere della fermatura, in cui Barthes mette ganci, fibbie, borchie, cerniere, stringhe, lacci, nodi e perle, abbiniamo questa virtù semantica della cintura del corpo, che è anche cinghia dell’anima, per come, tra peso, morbidezza, rilievo e trasparenza, essendo la tuta da sci nel grado nullo della visibilità totale, si fa capolavoro di assolutezza anonima, questo capolavoro di puntualità, la fermatura, appunto, il genere 23 di Barthes[xii], che ha lo stesso numero del pettorale di M.D. appena tolto prima di raccogliersi in questo stare seduta, ha ancora la variante di movimento, un tratto di agonismo da cui lei monta, cade, affonda, quello stesso schema verbale che è virtù del paradigma di sad, che, come vedremo, è il “sedersi” e l’”assediare” ma è anche il “cadere” e l’”affondare”.
La patagonistica è così, allora, che si ferma? E’ quel tratto sanguigno che, fattosi altrove o segreto esponenziale in questo sedersi dopo l’agone, rende inesorabile l’oggetto irrompendo nella libido del poeta?
C’è dunque questa “fermatura” nel quadro-finestra del poeta, questa “cintura del corpo”, che, essendo “cinghia dell’anima”, si fa traslato usuale, ovvero capolavoro di assolutezza anonima, della fermatura?
Mekhalā-Mukula-Michaela ?


Da Āsa a Dhanus, il “gomito” del sedersi
L’arco e il deretano di āsa hanno in sé la misura di lunghezza pari a 4 cubiti, cioè a 6 piedi(x 0.29) che, in definitiva, è quasi l’altezza della sciatrice: la sedia (āsana) con i 4 piedi esalta il sedere(ās), l’esistere di chi siede, ās è “celebrare” il 4 che è la vetta della Nemesis nella correlazione onomantica di Michaela Dorfmeister[xiii] e, se guardate bene, i 6 piedi dei 4 cubiti sono presenti nell’immagine del Sad, del “sedersi”, che è anche l’”assediare”, non dimenticando che lo “spettatore” o il “visionatore”, è Sadman, colui che assiste.
Va da sé che questo āsa-āsana, questo deretano seduto, o questo assediare il visionatore, nel suo quadro-finestra dei 45°, ha tutta la misura di 1 cubito, cioè 1 piede e mezzo, potremmo perciò intendere il podice Michaela un arco, cioè un āsa, di questa lunghezza e che, essendo l’arco anche dhanus, ossia la misura dei 4 cubiti e il nome del segno del Sagittario, avrà dunque questo podice l’assolutezza anonima del porsi seduto ad arco, virtù stupefatta e heimlich della Luna, che è dhanus, come l’arco e la misura di lunghezza in 4 cubiti, che è, nel cosmogramma della sciatrice austriaca, nel segno del Sagittario, ovvero il segno Dhanus?
Volete saperne un’altra?
Essendo la Luna, nell’Ebertin a 90°, sul grado 79, avrebbe nell’orbita dell’opposizione, nel quadro-finestra dei 45° del visionatore, il grado 35-36 dove Giove allarga, estende, fa esistere, la potenza di Marte a 29°, celebrandone(ās) così sul sedile(āsa) la persistenza affettiva(ās) con questo assediare(sad) il visionatore(sadman) per sempre, continuamente(sadā).
D’altronde anche in tedesco lo “starsene seduta”(sitzen) rimane impresso come ās, questo stato di risonanza emotiva, sul sedile, sitz, che è anche il modo di stare del vestito, in questo caso della tuta da sci, che le sta in modo giusto(sitzen) in questo suo stare seduta(sitzen).
Il podice che freme, Asāsa āsās, desidera, chiede: l’arco del Sagittario, l’altezza di Michaela: 4 cubiti per 1 chilo a pollice. Che, con questa proporzione, darebbe un podice di 17 chili[xiv], che in tedesco fa siebzehn, che evoca in modo inquietante il sitzen dello stare seduta: siebzehn vs  sitzen !
In sanscrito il 17, saptadasa, contiene, un altro effetto heimlich, l’āsa del sedile e del deretano, il sadas del seggio, il sad del sedersi e dell’assediare. Con Saptadasa-Asa, con 17(chili) di culo!
La centralità del cubito che deriva dal gomito, che abbiamo rinvenuto in questa assolutezza anonima del podice di M.D. seduta dopo una gara[xv], potrebbe indurci a dare un nome comune alla sua proprietà personale, ossia di chiamarlo Ellbogen,”gomito”, facendoci cadere nella trappola dell’arco teso da Michaela, che, appunto, in tedesco, è Bogen, che, Heimlich che assedia continuamente, è anche foglio, come in effetti è l’immagine fotografica dello stare seduta di M.D. che, evidentemente, questa verità stabilisce per il podice Michaela: il sedere dell’arco ottuso, ovvero l’ arco ottuso del sedersi e dell’assediare. Ellbogen? “Gomito”?

 La funzione-segno dello Ski-Kleid
La funzione-segno, nel rapporto tra evento e struttura, è, come dice Barthes, leggibile e non più soltanto transitiva: il segno si separa dalla funzione,cioè la tuta da sci non è più prettamente funzionale, non è in gara d’altronde, è ridotta a un segno, a maggior ragione se la figura che la indossa fa collimare il suo punctum ottuso del suo sedersi di allora[xvi] con l’arco ottuso della libido del Poeta oggi: stacca così il segno dalla funzione e penetra la tuta da sci, con il suo sci-punctum.
Chiameremo questo assediare(sad) la libido la “funzione-segno dell’Asa-sci”(l’arco-sci, il deretano-sci,il sedile-sci) e sarà questa seggiola di legno la questione eterna del Lust del Sitzen(stare seduta)?
Come nel riding-habit[xvii], nello Ski-Kleid[o meglio: nello Skikleid-Sitzen, il modo di stare dellabito da sci], essendoci quella che Barthes intende come variante di accostamento, la tuta è tirata e aderente,stretta; essendoci la variante di peso, è sottilmente spessa; essendoci la variante di morbidezza, è morbidamente lenta.
La funzione-segno della tuta da sci in tal modo non stacca più il segno dalla funzione, è funzionale al suo essere abito per lo sci che, se, frontalmente, verso il lato visibile, è qui seduta la sciatrice che si riposa e riprende fiato; dietro, fuori gara, sta seduta, è presente al Poeta, celebra il suo sedere per il visionatore di Morin[xviii].




[i] Per valutare appieno la valenza delle opposizioni caratteriali, cfr. la Tavola delle Opposizioni dei Fattori Caratterologici e Morfologici in: V.S.Gaudio,Oggetti d’amore, Scipioni bootleg,Viterbo 1998. Per la tassonomia della caratterologia francese, vedi: René Le Senne, Trattato di Caratterologia, trad. it .Sei, Torino 1960. Va da sé che qui ci si riferisce al Dorfmeister nel suo porsi a sedere la cui immagine, apparsa e rinvenuta casualmente nel cielo del Web nel febbraio 2006, varrà poi ,man mano, nei paragrafi a seguire, come specificazione temporale dell’immediato dopo gara del Super G vinto il 3 febbraio 2003 a Saint Moritz. E’ implicito perciò che i dati antropometrici della sciatrice austriaca siano riferibili al suo assetto somatico di quel tempo, cioè il Dorfmeister di cui trattiamo è riferibile alla Michaela Dorfmeister non ancora trentenne alta 173 centimetri e con 68 chilogrammi di peso. Nei rilevamenti attuali, Olimpiadi di Torino 2006, per esempio, il suo peso dato è di 72 chili: conseguentemente il suo Indice del Pondus e l’Indice Costituzionale oggi sono sensibilmente differenti. Ma, particolare curioso, anche oggi la Regola del Pollice, di cui diremo più avanti, sottende l’assetto somatico di M.D. se mutuata dalle misure di lunghezza dei Romani, cioè dando il pollice a 2.43(essendo la 12a parte dell’unità di misura lineare che è il pes porrectus), anziché 2.54, rapportato all’altezza darebbe anche in questo caso come risultato il peso,72 chili circa(173:2.4=72.08).
[ii] Per il Significante Somatico di cui ai punti 1), 2) e 3) cfr. la Tavola del Significante Somatico, in: V.S. Gaudio, op. cit.
[iii]Vedi : Les quarante manières de Foutre,dédiées au Clergé de France[1790], Librairie Arthèm Fayard,Paris 1986.
[iv] Per il calcolo dell’Indice Costituzionale e dell’Indice del Pondus, cfr. : V.S.Gaudio, Materiali e Indici Morfologici per una Somatologia dell’Immagine, appendice in: V.S.Gaudio, Oggetti d’amore,ed. bootleg citata. Per il valore altissimo dell’Indice del Pondus(decrescente da 11 a x) vedi quanto viene espresso nell’ultima nota a proposito dei tre cicli di M.D. che darebbero come misura i 37” del suo podice, cioè 94 centimetri.
[v] Cfr. le modalità stabilite da Migliorini per la tassonomia dei nomi propri, in :Dal nome proprio al nome comune,casa editrice Olscki, Firenze-Roma-Ginevra 1927. Per il nome proprio del podice, cfr. V.S.Gaudio, Il Marcuzzi, “Zeta” n. 76, Campanotto editore, Udine marzo 2006.Leggi qua Il Marcuzzi . 
[vi] Usando l’Alfabeto Numerologico qui riprodotto{A=1 B=2  C=2  D=4  E=5  F=8  G=3  H=8  I=1  J=1  K=1  L=3  M=4  N=5  O=7  P=8  Q=1  R=2  S=3  T=4  U=6  V=6  W=6  Y=1  X=6  Z=7}, ricaviamo i valori corrispondenti alle lettere del nome Michaela e del cognome Dorfmeister, procedendo in questo modo: M= 4 x8=32  I=1x7= 7 C=2x6=12 H=8x5=40 A=1x4=4 E=5x3=15 L=3x2= 6 A=1x1= 1;D=4x2=8 O=7x1=7    R=2x9=18   F=8x8=64   M=4x7=28    E=5x6=30   I=1x5=5  S=3x4=12   T=4x3=12   E=5x2=10   R=2x1=2   . Regola importantissima è quella che prevede che ogni cifra di ogni lettera del nome e del cognome, a cominciare dall’ultima, vada moltiplicata per un numero progressivo da 1 a 9:così,l’ultima lettera del nome(=A) va moltiplicata per 1; la penultima(=L) per 2; la terzultima(=E) per 3 e così di seguito. Lo stesso va fatto per il cognome: si comincia dall’ultima che è la R che va moltiplicata per 1, la penultima per 2, la terzultima per 3, la quartultima per 4, eccetera. Il numero di Michaela è: 116. Il numero di Dorfmeister è: 196. A questi due numeri vanno aggiunti il numero del grado solare e il numero del segno, ovvero 4 per il Sole e 1 per l’Ariete.
Sommando tutti questi numeri otterremo il cosiddetto Numero fatidico di M. D.: 1+1+6+1+9+6+4+1 = 29.
Il tarocco corrispondente nel sistema dei Rosa-Croce è il 3 di Bastoni, che, non ci crederete, sovrintende alla lettera G, quella del Super G. Un altro elemento interessante è dato dalla cosiddetta Vetta che si ottiene addizionando l’anno di nascita di M.D. al suo numero fatidico: 29 + 1973 = 2002. Vetta che,composta sulla stella di Salomone, ci dà il tarocco della Nemesis:che,manco a dirlo, è il 4, il 4 dei cubiti, il 4 della sedia, il 4 che è Plutone, la patafisica del podice!
[vii] Cfr. Les quarante manières de Foutre, op. cit.
[viii] Cfr. V.S.Gaudio, Body Page. L’assolutezza anonima del paradigma sentimentale, © 2003.
[ix] E’ in appendice a: V.S.Gaudio, Body Page, cit.
[x] Cfr. V.S. Gaudio,Il Marcuzzi,loc.cit.
[xi] Alberto Menarini,I Gerghi Bolognesi,Società Tipografica Modenese 1941.
[xii] Cfr. Roland Barthes, Sistema della moda[1967] ,trad.it. Einaudi, Torino 1970.
[xiii] Cfr. la nota 6.
[xiv] Un cubito dei 4 cubiti dell’altezza(cm.173) corrisponde a 43.25 cm., ovvero 1 piede e ½ circa. Un cubito romano è esattamente 44.3 cm.
[xv] Si tratta del Super G del 3 febbraio 2003 a Saint Moritz. Si noti che allora quando D. si fece Arco-Luna, doppio Dhanus(nel quadro-finestra del visionatore), essendoci stato il novilunio due giorni prima nel cielo, non solo di Saint Moritz, Dhanus non era visibile.
[xvi] 3 febbraio 2003, Saint Moritz, appena dopo la gara vinta di Super G.
[xvii] Cfr. V.S.Gaudio, Il triangolo della longhina, La Stimmung con Denis Roche sull’eros-licou, © 2006.


[xviii] Per il visionatore di Morin, questo invisibile ed eterno Poeta dell’occhio, stabilita la data e l’esattezza di questa immagine del podice che si è posto a sedere, accadimento del 3-2-2003 a Saint Moritz in una vittoriosa gara di Super G, qualcosa di lietamente Heimlich continua ad assediare la sua libido: a partire dalla data, che col sistema inglese che vede indicato prima il mese e avremmo perciò 2-3-2003, il 23, che è la cosiddetta figura del 5(la somma cabalistica di 2+3), ovvero il deretano, irrompe con tutta la frontalità immediata, già due volte: 23, mese e giorno, e 23, l’anno, essendo nulli gli zero, e, come se non bastasse, in questo giorno del sedersi celebrato, lei non solo ha vinto il Super G ma lo vince con il pettorale numero 23! Il Poeta non si ferma qui: avendo conosciuto la data del porsi seduto del podice di M.D. ne calcola i cicli del bioritmo(si può seguire il sistema  di cui a: Vuesse Gaudio,I Bioritmi, “Bella” n.38,RCS Milano 24 settembre 1990): nel ciclo Fisico, la D. è al 5° giorno(la figura del 5 ancora?); nel ciclo Emotivo, è nel punto critico di mezzo; nel ciclo Intellettivo, che noi abbiamo ridefinito come ciclo della Risonanza, è nel punto critico di mezzo, cioè al 17° giorno che, guarda te, è il numero dei chili del cubito, cioè i 17 chili del deretano in celebrazione. Con questo assetto del bioritmo F+ Ex Rx, in campo sessuale il soggetto tende ad adottare, se mette in atto il coito, la posizione della “Pecorina”, cioè quella che nei 40 modi del Clergé de France(cfr. nota 3) è la numero 17, ovvero il numero che corrisponde al giorno critico del ciclo della Risonanza della sciatrice, e, virtù dell’Heimlich da Web, non rinviene il Poeta, dopo alcuni mesi dall’apparizione-visione dell’immagine dello star seduta di M.D., un’altra immagine in cui la sciatrice avendo appena vinto il Super G , si inginocchia e bacia la neve, immortalando, nello stesso giorno, e prima del sedersi, il suo podice con la messa in scena di una patafisica “Pecorina”?! Un Heimlich quasi doppio perché la modella Web,di cui a La sorpresa del vasto Heimlich, avendo un podice da 37” ci fa rinvenire 37 nei  tre cicli di M.D.,5+15+17, che,non lo si esclude, potrebbe essere la misura giusta del podice Dorfmeister. E’ il caso di aggiungere che, correlando i cicli del bioritmo con i fattori della Caratterologia francese, si può rilevare che all’assetto bioritmico F+ Ex Ix corrisponde l’assetto A(Attività)+  E(Emotività)x  R(Risonanza)x , perciò un’opposizione Sanguigno( nEAP )Flemmatica( nEAS ) che, come significante somatico, nei suoi effetti morfologici, fa sempre maestoso il deretano, è l’opposizione caratteriale che celebra la grandiosità del podice.
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4 estratti di questo testo sono apparsi, senza alcuna indicazione di appartenenza allo stesso
paradigma, in pingapa: