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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Chapeau bas, bonne-maman!


Colpo grosso della Lobby dei Giornalisti

Quel che non è riuscito al giornalista professionista Giulio Andreotti  vuoi vedere che ora pare che riesca alla giornalista della tv di stato Milena Gabanelli?
Mia Nonna dello Zen



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Mia Nonna aveva dato questo commento ieri.
Il colpo grosso non ci sarà, sempre che, a questo punto,
non vi sia una convergenza Pd-Pdl sul giornalista professionista
nominato da Mia Nonna dello Zen.
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Postilla del 18.4. ore 01:05

 
Mia Nonna ha fatto centro!

Volpona di Mia Nonna dello Zen! Tirando dentro il giornalista professionista Giulio Andreotti ha fatto centro: difatti, la coalizione apparentemente ossimora Pd-Pdl ha calato il nome: Marini! Discende dalla Chiesa, tra Azione Cattolica e Acli, e da Andreotti, lui dalla finestra del sindacato e il suo patrono dalla porta del giornalismo di professione, quello che si fa col praticantato in parrocchia, in sagrestia  o in altri loculi del gruppismo  capital cattolico, sulla scia di Donat Cattin, della famosa schiatta che vantava  tutta una generazione di fratelli giornalisti professionisti, di cui uno addirittura nella tv di stato, come, appunto, la giornalista che fa “Report”.E nell’Inpgi a stretto contatto con l’indimenticabile decano dei professionisti calabresi, quell’innominabile che si alzò un mattino e in piazza, anziché nella sede che non c’era, deliberò all’unanimità la cancellazione dall’albo dei pubblicisti di un tale perché lavorava troppo e faceva solo il giornalista, cioè non era collegato localmente ad altro gruppismo, perciò doveva accedere all’albo dei professionisti, un po’ come aveva fatto lui, negli anni Settanta, quando, pubblicista nell’Ordine interregionale di appartenenza, diventò dall’oggi al domani professionista e presidente nell’ordine regionale appena fatto.   Chapeau , Nonna, come hai fatto?