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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Cate Blanchett vs Miss Martinguhing?


Cate Blanchett  
032c photographed by Sean & Seng, Summer 2013


13
Se devo tenerlo il fiancale madido

se devo accarezzare Guh, e tenerlo
segreto questo raccolto che volge in gioco
che può benissimo essere il mio battello
oppure se uno abbia voglia di andare,ing,
muovendosi tra il desiderio,iccha, e il gesto di
inga o ingita, con tante delicate attenzioni,
la sua pelle fissa con il blu e il rosso,
e in questo muoversi gridare Gu,
con la gioia di precedere il silenzio
la copertura del mistero,
e questo è Guhya,
in questa trasparenza del nome nel quale
non posso che a lungo ammirare la graziosa potenza
splendida e tesa del nome comune, e questo che
colora una jolie fille, il suo Martinguhing
che riunisce in pieno pomeriggio
tutta l’ombra lunga del suo passaggio al meridiano
tra gesti e sussulti e coperture
misteri,Guhya,da tenere dentro,Guh, in questa
atletica,ing,del culo
questo Martinguhing, patagonico muoversi del bonheur
perfettamente visibile sotto rete
pronta a ricevere Miss Martinguhing[1]
il fiancale madido del bonheur che sussulta


14
Nella forma eclittica appare doppia la linea

nella forma eclittica in cui lei appare
nella discontinuità del tratto che taglia corto
con ogni affetto, questa parure
con le pezze d’arme, la sua armure
così concatenata e reversibile, così ciclica
che non ha più un codice,
sconnessa e frantumata, dépense
che ha l’alterità radicale e assoluta
di un altrove che ha l’eccesso dell’irriducibile
artificio di una sottigliezza agonistica dell’apparire
patafisica armure questo pondus biondo
che nella banale esattezza del suo essere sotto rete
in attesa sta aspettando di pervenire all’incanto
di farsi macchina, oggetto, del segreto,
non un aggettivo che non si impone,
come la puledra con la barda di sella o di fiancale o di questa
inumana ginocchiera-staffa,
armure del fallo, esponenziale analemma
che si spoglia dei suoi nomi quando è cuoio
o entrando nella fresca elasticità che bagna la pelle
e la tende, fa ruotare ciò che di traverso
è tagliato dal rosso e dal blu, semplice gesto
che sta muovendosi e rimane, sta andando
e non si sposta, da una parte all’altra
facendo crepitare nella polpa inumidita
la fibra del vento più sottile e solida
inarcata e piegata alla tenerezza
muscolatura che la linea fissa dalla spalla
al dosso, terreno morbido e foncé,
dove la terra talismano ha i fiori del pesco,
alle gambe di faccia al vento
che getta i colori più su e lasciando la mano
o la bocca che si bagna e la lingua che percorre
tutto il corpo che vede in un solo tratto
così artificiale come se le giunture, le ginocchia,
l’articolazione delle gambe, l’incavo del culo che
sotto il blu elastico rende più alta la sera
e fa vedere il giorno fino al rosso,
fossero la rete che raccoglie in lungo e in largo
la macchia larga e soffocata di kama-salila, l’odore
di acqua e di sudore, di limo e di sperma
che in segreto viene sulla pelle e si gira
o si alza, salta e doppia la linea
troppo larga per non doverla sempre frantumare
o bagnare


[1] E questo che si vede, come è stato detto alla nota 1, questa patagonistica del nome proprio che si è fatto Dab, e quindi ha la proprietà splendida e tesa del nome comune. Pertanto, questo nome è come se fosse scelto o determinato con tutti e quattro i modi di cui dice Bruno Migliorini in merito all’onomastica tradizionale, per allusione,a un’individualità determinata, per evocazione,simbolismo fonetico e trasparenza,che condensa,quest’ultimo modo,”quella congruenza magica fra il nome e la persona che lo porta”(cfr. Migliorini, Dal  nome proprio al nome comune, Casa editrice Olschki , Firenze 1927,p.28):”Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam”vs “Tu es Martinguhing et…”.


· da: v.s.gaudio, l'armure di miss martinguhing© 2007 ·