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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Il mondo non è banale? ░ La postura e la potenza

Dimmi che postura hai in ufficio 
e ti dirò se avrai successo

La prima postura elencata consiste nello stare in piedi, sporti sul tavolo in avanti, con le mani ferme: questa è ad alta potenza, dà l’idea di una persona che sa quello che vuole ed è sicura delle proprie convinzioni. La seconda consiste nel sedersi a braccia completamente aperte, in una posa decisamente molto espansiva: anch’essa viene inserita a pieno titolo nella categoria «alta potenza», perché dona autorevolezza e ispira calma ed è indicata soprattutto nei colloqui. La terza citata è decisamente a bassa potenza: consiste nell’incrociare le braccia, atteggiamento difensivo e dunque di scarso successo che richiama un’interazione impacciata. C’è poi la quarta postura, tipica di quello che si tocca il collo o la faccia, visibilmente nervoso. Inutile dire che non è una posa foriera di successo, richiamando imbarazzo e ritrosia. Braccia e gambe incrociate contraddistinguono la quinta posizione, decisamente a bassa potenza perché è un po’ come dire con il proprio corpo: «voglio occupare meno spazio possibile», atteggiamento schivo e troppo modesto, caratteristiche per nulla premiate nel mondo del lavoro. Infine la sesta: piedi sulla scrivania e mani dietro la testa. Viene definita una delle posture più potenti, nonostante possa risultare persino un po’ troppo arrogante.

La postura e la potenza
La prima, con qualche variante, è inizialmente la 28, la Medaglia viva;poi, con tutte le commutazioni possibili,arriva anche a diventare la Giumenta di compare Pietro, in cui lei si piega sulla scrivania e il cavaliere finalmente comprende il paradigma assoluto del lavoro che si fa là dietro.La seconda può prospettare che, mentre si sta facendo la Misteriosa, sulla sedia dov’è seduta, poi si passerà all’altra, oppure, come dire?, si può mantenere desto l’interesse e la potenza, l’alta potenza, anche di chi è seduto alla sua sinistra. Nella terza, quando si sta sulla difensiva, va a finire che come sulla sponda del letto non resta che picchiar duro; oppure, si fa l’Ercole, la 34, la donna si pone a cavalcioni e poi, per quanto l’interazione sia impacciata, il cavaliere si alza e la porta a spasso. Volendo, si può fare anche la Carriola, la 30, o la sentinella, quando si teme di essere sorpresi si lascia la porta semiaperta e il cavaliere che sta dietro, e lei che sta così indifferente, e..intanto fa la sentinella. Nella quarta, che c’è da dire? E’ che una pensa: ma tutto qui? Mi sembra che la potenza sia andata in vacanza. E’ misteriosa anche questa, però si vede che non si sta godendo, e la giocosa, che è una variante frontale della misteriosa, è di là da venire. Colpa della campagna sull’Aids? Va a vedere, Mullis ha ragione, stia tranquilla la signora e sia meno ritrosa.  La quinta è ancora da Misteriosa, altro che atteggiamento schivo e modesto: schivo sì, per darla a bere ai presenti in carrozza, mentre il Cavaliere è ben posizionato. La sesta è quella che si fa catalana, la numero 5 del F. du Clergé de France. Se si commuta in 6, la sultana, allora è vero , può risultare persino un po’ troppo arrogante.