Pingapa ▌PLUS▼

Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Il mondo non è banale? ░ Nicole-Cover one's ass e...salva la patafisica di Baudrillard





1. Il gioco dei bigliettini a domanda e risposta
Chi è ?
Indovina un po?
Dove si trova?
A spasso per New York City con quel vestitino
Che fa?
Cover ones ass?
La gente che dice?
This ass is real-really?
Lei che dice?
Oh, my ass!
Come finisce?
Nicole Cover ass on Tmz and Vulture.

2. A sbagliare le storie
-Cera una volta una signorina che andava in bici.
-No. Non era lei che andava in bici.
-Sì, era il suo paparazzo.
-No. Non era il suo paparazzo.
-Giusto. Cè sto paparazzo che per guardarle il culo sbanda e va giù per terra
-No. Come faceva a guardarle il culo se era di fronte?
-Certo. Dietro, cera un altro paparazzo che scatta a razzo e immortala ilmazzo!
Può darsi che sulle prime  questo scriveva Gianni Rodari il gioco di A sbagliare le storie[i] vi irriti, perché vi fa sentire in pericolo. Allapparizione di un bel sedere siete preparati: apparizione del nuovo vi inquieta, perché non sapete se il paparazzo è caduto dalla bici perché a veder Nicole gli è venuto il bagliore o è caduto perché non sa andare in bici e per questo Nicole si è tolta la scarpa e la sta prendendo per lanciargliela addosso. In qualche caso, il gioco avrà una sua efficacia terapeutica. Aiuterà i paparazzi a sbloccarsi da certe fissazioni: il gioco sdrammatizza il ciclismo, la fotografia e il culo di Nicole, e svillaneggia anche Jean Baudrillard con tutta quella menata sul patagonismo e sulla patafisica. Per certi versi, ridicolizza la strega, che, nella favola di Cappuccetto Rosso cè e qui è la maliarda che ha fatto andare a terra un poveruomo che andava in bici. E stabilisce un più netto confine tra il mondo delle cose vere dove certe libertà non sono possibili e quello delle cose immaginarie. Questo deve pur accadere, prima o poi: certo non ritenevo prima di questa caduta che Nicole avesse un tale ass, e allora adesso che lo vedo vuol dire che certi attanti hanno finalmente adempiuto alle loro profonde funzioni: cioè, se non ci fosse stato il paparazzo in bike, se non ci fosse stata la bike, se non fosse che il bagliore ainico di Nicole abbagliasse il paparazzo, quando mai avremmo potuto avere la cover di un siffatto culo, altro che Kidman, vogliamo scherzare, questo è roba da Kindman o da Kindleman se non da Kitman! Beh, allora se è così, la patafisica di Jean Baudrillard è salva, e salvata la patafisica, il deretano di Nicole è fiabesco, e quel paparazzo per terra era lorco e quello dietro il lupo e lei se è Cappuccetto ammazza quanto si è fatta grande a fotografarla da dietro!




[i] Gianni Rodari, A sbagliare le storie, in: Idem, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino 1973: pagg.54-55.