░ 1. Il
gioco dei bigliettini a domanda e risposta
A spasso per New York City con quel vestitino…
Nicole Cover ass on Tmz and Vulture.
░ 2. A
sbagliare le storie
-C’era
una volta una signorina che andava in bici.
-No. Non era lei che andava
in bici.
-Sì, era il suo paparazzo.
-No. Non era il suo
paparazzo.
-Giusto. C’è
‘sto paparazzo che per guardarle il culo sbanda e va
giù per terra…
-No. Come faceva a guardarle
il culo se era di fronte?
-Certo. Dietro, c’era un altro paparazzo che scatta a razzo e immortala il…mazzo!
Può darsi che sulle prime – questo scriveva Gianni Rodari – il gioco
di “A sbagliare le storie”[i] vi
irriti, perché vi fa sentire in pericolo. All’apparizione
di un bel sedere siete preparati: apparizione del nuovo vi inquieta, perché non
sapete se il paparazzo è caduto dalla bici perché a veder Nicole gli è venuto
il bagliore o è caduto perché non sa andare in bici e per questo Nicole si è
tolta la scarpa e la sta prendendo per lanciargliela addosso. In qualche caso,
il gioco avrà una sua efficacia terapeutica. Aiuterà i paparazzi a sbloccarsi
da certe fissazioni: il gioco sdrammatizza il ciclismo, la fotografia e il culo
di Nicole, e svillaneggia anche Jean Baudrillard con tutta quella menata sul patagonismo
e sulla patafisica. Per certi versi, ridicolizza la strega, che, nella favola
di Cappuccetto Rosso c’è e qui è la maliarda che ha
fatto andare a terra un pover’uomo che andava in bici.
E stabilisce un più netto confine tra il mondo delle cose vere – dove certe libertà non sono possibili –
e quello delle cose immaginarie. Questo deve pur accadere, prima o poi: certo
non ritenevo prima di questa caduta che Nicole avesse un tale ass, e allora
adesso che lo vedo vuol dire che certi attanti hanno finalmente adempiuto alle
loro profonde funzioni: cioè, se non ci fosse stato il paparazzo in bike, se
non ci fosse stata la bike, se non fosse che il bagliore ainico di Nicole
abbagliasse il paparazzo, quando mai avremmo potuto avere la cover di un
siffatto culo, altro che Kidman, vogliamo scherzare, questo è roba da Kindman o da Kindleman se non da Kitman!
Beh, allora se è così, la patafisica di Jean Baudrillard è salva, e salvata la
patafisica, il deretano di Nicole è fiabesco, e quel paparazzo per terra era l’orco e quello dietro il lupo e lei se è Cappuccetto ammazza
quanto si è fatta grande a fotografarla da dietro!
[i]
Gianni Rodari,
A sbagliare le storie,
in: Idem,
Grammatica della fantasia,
Einaudi, Torino 1973: pagg.54-55.