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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Patti Smith ▒ I tessitori di sogni

Tessitori di sogni 

by Armando Adolgiso

La casa editrice Bompiani ha mandato nelle librerie un volume in prosa che ribadisce l’intreccio d’interessi e linguaggi fra letteratura e rock praticato daPatti Smith. Titolo: I tessitori di sogni.
Patricia Lee Smith – questo il suo nome – prima di quattro figli, è nata lunedì 30 dicembre 1946 mentre imperversava una bufera di neve nel North Side di Chicago.
Cantante, poetessa, scrittrice, pittrice, fotografa, ha pubblicato alcuni degli album più importanti della storia del rock, primo tra i quali il celebre Horses(1975). Ha esposto le sue opere in gallerie d’arte e musei di tutto il mondo. Il suo memoir “Just Kids” ha vinto nel 2010 il National Book Award per la sezione non fiction.
Sua la voce in “Because to night” il sonoro della sigla tv di Fuori Orario.
Ha due figli: Jackson e Jessie. Quattro grandi dolori hanno segnato la sua vita, quattro morti alcune improvvise, quelle del marito Fred, del fratello Tod, e dei suoi grandissimi amici il fotografo Robert Mapplethorpe e l’attore River Phoenix.
Questo libro, dedicato a suo padre, nasce da un invito da lei ricevuto da Raymond Foye, fondatore con Francesco Clemente di “Hanuman Books”, in cui le si richiedeva un manoscritto.
Si tratta di una serie di sensazioni provate nell’infanzia e che risalgono come un’onda lungo la vita. Ricordi a volte luminosi e diafani e a volte scuri e oscuri, che attraversano la mente di un’osservatrice febbrile, ora incantata ed ora icastica.
Tanti vissuti fra sogni che invadono il reale e viceversa in un continuo sconfinamento che rendono le pagine come sospese su di una geografia immaginaria della mente.
Il titolo è dovuto alla definizione che dà un vecchio venditore di esche a un gruppo che incuriosiva la ragazzina Patti: Mi sembrava che fossero lì, quelli del campo. Di tanto in tanto li sentivo mormorare e fischiettare come se fossero dietro un muro di ovatta. Riuscivo a udirli ma non a decifrarne la lingua che parlavano né le melodie che le intessevano […] Rimasi lì accanto a lui. Mi sembrò di non averglielo chiesto davvero. Ma forse una frase o due mi erano sfuggite. Infatti rispose, mentre voltava la conca della pipa senza aprire gli occhi, quasi senza muovere le labbra: “Devono essere i tessitori di sogni….
Ha scritto David L. Ulin su The Los Angeles Times: “Una sensibilità – fluida, visionaria, arrischiata – connota I tessitori di sogni, una raccolta di poemi in prosa impressionistici che possono sembrarci memorie prima di trasformarsi in qualcosa di più difficile da definire. Originariamente pubblicato nel 1992, il libro riappare in una versione leggermente ampliata. Per Patti Smith tutto comincia con un’invocazione: “Ho sempre immaginato che avrei scritto un libro”, confessa, “anche un piccolo libro, che potesse trasportarti via, in un regno che non può essere misurato né ricordato”. I tessitori di sogni tiene insieme la concretezza e il mito, come fosse un matrimonio tra rock e poesia. Comincia con l’infanzia di Patti Smith prima di scivolare in un territorio più metafisico, che è tutto suo. Il libro è l’espressione di un’artista che si trova nel centro esatto della sua vita (ha finito di scriverlo il giorno del suo quarantacinquesimo compleanno) e riflette su dov’è stata e dove vuole andare”.
Sui rapporti musica/letteratura nella Smith ecco un’acuta dichiarazione del critico Alberto Castelli che ne parla inquadrandone la figura nella cornice newyorchese dei primi anni ‘70 .
In questo video, alternate a brani di una sua famosa hit, troverete dichiarazioni di Patti Smith su questo suo libro.
QUI il sito web dell’autrice.
Patti Smith
I tessitori di sogni
Traduzione di Andrea Silvestri
Pagine 120, Euro 9.00
Bompiani
da : cosmotaxi di armando adolgiso