L’arcus maculato dello Zahir:
Ajnos vs Bonheur
L’angolo
esterno tra il sopracciglio sinistro e il coin della palpebra superiore e
inferiore è visibile come lo Zahir:
è l’angolo ottuso, come se fosse la
carezza estesa della palpebra, questa carne del palpare, che ha la stessa
etimologia di palpebra e quindi di pălpere,
questa carne che ottunde la lusinga, palpebra del desiderio, che accarezza, studium palpator, battito di carne
immobile, palpito, guizzo della libido,”ossimoro” di genere: palpebra-palpamen, dal femminile di
“palpebra” all’azione neutra della “carezza”,
palpamen se non “palpamentum”, per come figurativizza lusinghe e blandisce,
esca della luce, della carne e dell’acqua, di cui è specchio, per la macchia
liquida, macula fluente che macula l’iride, arcus
maculato o arcus lustralis tigris.
Palpebra-palpamen,
dunque, come punctum di questa libido
tigris, un po’ come la densità di kurden
ma piuttosto come il “gonfiore dello stretto arco di carne tra la cresta delle
sopracciglia e la palpebra superiore”,
traccia del turgore della libido, il rigonfiamento dell’esotismo di Faunia
Farley, il personaggio di Philip Roth de La
macchia umana che, come ogni vera donna, in un contesto delimitato, sente, percepisce
la “forza del cazzo”;
non a caso chiamata “faunia” avendo questa “libido tigris”, questo bagliore dell’istinto somatizzato
proprio nella regione solare del senso ottuso.
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Nicole Kidman è Faunia in "The Uman Stain",
il
film del 2003 diretto da Robert Benton,
tratto dal romanzo di Philip Roth |
Ma se
in Faunia il punctum-palpebra va
codificato in interazione con le labbra sottili e un naso diritto per darle la potenza
insostenibile della libido, in Bridget il punctum-palpebra
deve essere visto in relazione alla diagonale che, dall’occhio, dalla macchia
dell’occhio e dal turgore delle palpebre, finendo alla piega, al coin destro, della
bocca, taglia, segna, bagna il naso, la bouche entrouverte che rende il tratto
sottonasale specchio della “tigratura” che lampeggia dall’occhio.
La
bellezza dei nomi naturali è che hanno sempre un significato segreto che, una
volta illuminato anche parzialmente, un bagliore o un battito di ciglia, li
innalza alla rettitudine dei soprannomi:se per la “Clairwil” di Sade, Barthes
vede “il chiaro volere della libertina più intrattabile” enunciarsi attraverso
la vocale più acuta, per Faunia il turgor
tigris è segno inequivocabile della sua libido implacabile e indecente, tanto
che per Bridget T. il palpebra-palpamentum
è il segno sovrano di un ponte che connette tutto il paradigma estremo di
questa libido ad elevata effervescenza di
testa,
questo arcus lustralis, questo ponte che macula e sprizza, condensazione
dell’acqua e dell’occhio,del farsi vedere e del farsi vogare, immobilizzazione della passata in acqua:
T. è Thames, T. è Tuesday, T. è ⓣ
la parte araba della temptation, e T.
è la Tiger, la Temptress, the tempter, la seduttrice, il tentatore, T. è turned on, twisted, twat, tail, tool e Bridget T. è dotata di ponte per Tool, il cazzo, T. è tochis,
tokkis, tuchis, tokus, tactus, T. è toolshed, T. è la tenerezza
tattile, l’artiglio-carezza del conno-thames, T. è la Tigre del Thames.
Bridget
T. è, nella rettitudine dei soprannomi e la bellezza dei nomi, il ponte della
Tigre del Tamigi, è l’immagine somatica di questa Tigre sul ponte di Henley in
quel mezzogiorno del 7 luglio 1984.
Inesorabile
oggetto, che rende il momento della libido alla vertigine dell’esserci, precessione
di quelle determinazioni venute da un altrove, a Henley nell’84 il 7
luglio,indecifrabile e inesorabile, nella sua istantaneità artificiale che
detiene in un solo istante tutto ciò che non mi sarà mai dato di sapere, luogo
e momento del mio segreto,luogo che mi sfugge attraverso cui io vogando sfuggo
a me stesso.
Bridget
T. è questa Tigre del Tamigi che fa da ponte tra l’artificio della sua
apparizione e la mia libido che trascende longitudine e latitudine.
Una
tigre pathamica più che patagonistica come vorrebbe Baudrillard,
la tigre della patafisica on Thames.
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Figura 2. Il punctum di Bridget |
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Figura 1. Il Rettangolo di Bridget |
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Figura 3. L'altezza del Sole e della Luna
MCon l’ultima puntata di Bridget T.
si svela l’Herkunft della foto-base
riducendo così, o annullandolo del tutto, il potenziale Heimlich di questo oggetto a del poeta o del visionatore che
sia: la foto è di un fotografo sportivo, Beppe
Briguglio, presa e data per un
servizio sulla Regata di cui trattasi nel nostro testo fatto in “Master” n.23, settembre 1984: pagina 94.
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