Marcuzzi
wurstelt
by v.s.gaudio
Quando creammo il “Marcuzzi”
e, per le varianti del nome comune, aggiungemmo l’”Alessiamarcuzzi” e il “podice
Alessia”, non pensavamo che di lì a qualche anno avremmo dovuto prendere in considerazione
una variante orale per lo stesso nome. Tanto che la tanto elogiata “meridiana
plutonica” del Marcuzzi cosa sarebbe potuta diventare in ambito orale?
Per via della
performance del würstel, che risale al 2009 ma che il visionatore del Marcuzzi
ha visto solo ieri sera come se l’analemma esponenziale del Marcuzzi, passando
al meridiano dell’oggetto a del poeta-visionatore, abbia
recato con sé questa metonimia del Marcuzzi.
Ora, quando diremo “il
Marcuzzi”, dovremo continuare a intendere “il Marcuzzi” in quanto podice, di
cui alla famosa diffrazione tra WBR e WHR pari a 15-16 pollici, o, per come
sottentra l’Unheimlich in questo nostro esercizio visivo familiare, la “cosa”,
adesso, da “meridiana plutonica”, immobilizzata nella fotografia di FabrizioFerri, si è resa “gesto”, “atto”, e allora la bocca che oralizza il wurstel
cosa potrebbe essere se non l’analemma
esponenziale di quell’ oggetto a
, ma, reso al movimento, andrebbe sottotitolato come “analemma mercuriano”
o “analemma lunare”, quantunque la pulsione dello sgranocchiare, o sbocconcellare,
rosicchiare, degustare, rifarsi la bocca, imboccare, impinzare, beccare,
imbeccare, sia sempre nell’ambito plutonico(non fosse altro per l’archetipo
Scorpione di cui a Chloë Sevigny e al Tamahacan di Ura Rumis).
Potremmo chiamarlo,
dunque, “analemma del Marcuzzi”. Che, in virtù di questa connessione somatica
tra due poli della libido, attualizza e assolutizza la famosa prescrizione del
Firenzuola:
“Mangiasi la salsiccia
inanzi e drieto,
a pranzo, a cena, o vuo’
a lesso o vuo’ arrosto:
arrosto e dietro è più
da grandi assai;
inanzi e lessa, a dirti
un bel segreto,
non l’usar mai fin che
non passa agosto,
ch’al sollion la nuoce
sempre mai,
/…/
Fassi buona salsiccia d’ogni
carne:
dicon le istorie che d’un
bel torello
Dedalo salsicciaio già fece
farla
e a mona Pasife diè a
mangiarne.
Molti oggidì la fan con
l’asinello;
Semiramis di caval
volse usarla.”
(Firenzuola, Rime burlesche, anni 30-40 del XVI sec.)
In riferimento alla
Umwelt linguistica, essendo inequivocabilmente l’oggetto della performance
orale un würstel, e vedendo lo schema verbale dell’atto della signora, non si
può non restare di stucco nel notare che lo schema verbale in atto è wursteln , “lavoricchiare”(a vuoto;
senza combinare niente), “aggeggiare”.
Insomma, l’intestataria
del Marcuzzi che fa?
“Aggeggia”: “er
wurstelt”(“aggeggia”,”lavoricchia”), “man weiβ
nie recht woran”(“ma non si sa mai bene cosa faccia realmente”).
O lo sappiamo?