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L'Angelo della poesia
1998
oro, acrilico, tecnica mista su tela cm.152x105 |
GLI ANGELI SCONOSCIUTI DELLA CERVEGLIERI
In questa interessante
personale negli spazi de ilBoscoBlu/ilCobold,
la Cerveglieri continua a tessere la trama di quella tela che racconta l’Olimpo
di suoi Angeli che stanno fuori del tempio: Melisante,
Didirè, Elitès, e il fugace intrigante accenno al quarto punto cardinale: Ariam.
Melisante, l’angelo fanciullo che scopre con ingenuità il mondo degli uomini e ne
rimane affascinato, Angelo che ebbe in dono l’immortalità, ma che del mondo
degli uomini rimpiange desidera ama la Bellezza la Poesia l’Arte il fascino
della luna delle stelle.
Didirè è chi teme tutto e il contrario di tutto, la vita e la morte, il culmine
e il declino, la notte e il giorno, la luce e il buio, la paura della paura.
Elitès, l’Angelo artista che più esaurientemente e rigorosamente esprime il
pensiero estetico-artistico e la visione culturale della Cerveglieri.
Elitès lotta contro la malizia, la contraffazione, l’invasione culturale
perpetrata contro il mondo Europeo che subisce per pusillanimità e qualunquismo
e mancanza di fantasia senza difendere la propria grande tradizione che fu alla
base state quelle della GRANDE STORIA DEL MONDO.
Elitès produce le sue opere contro la popart e lascia al contempo un segno
forte della sua idea di Bellezza: LE CITTA’ DEL SOLE, nelle quali spazio e
tempo si annullano. La foglia oro resta la matrice del discorso sulla luce e
sulla sacralità dell’arte, e i personalissimi segni calligrafici della Cerveglieri
scrivono e dicono la lotta dell’artista che deve farsi largo per difendere la
“Bellezza” contro il brutto e la volgarità invadente del mondo. Brutto che Elitès rappresenta con le modalità
contemporanee di trattare il cibo, negandogli la sua indispensabile naturalezza
e sacralità.
In tutte le religioni
il cibo diventa simbolo della comunione
tra gli uomini e la divinità e dei momenti più alti in cui l’uomo supera la sua
animalità. La religione dei nostri giorni, quella del brutto consuetudinario e
della cialtroneria, ha ridotto il cibo a pura merce senza sostanza interiore,
addirittura dannoso, problematico, capace di uccidere. Le quantità abnormi di
“confezioni plastificate” ammucchiate alla rinfusa nei magazzini sono
l’espressione più chiara di una parte falsa cattiva a cui gli uomini hanno delegato
la loro esistenza senza più alcuna sacralità.
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Lo splendore del vuoto,
1988
Libro d'artista, tecnica mista, cm. 70x50x15 |
Tra le quaranta opere della mostra della Cerveglieri, ci
attraggono con forza sei piccole composizioni, in cui i segni si mutano e
diventano “ali di farfalla”, cieli materici, figurazione di una Terra” che
porta incisi brevi versi poetici, parole, lettere. E’ nato Ariam, l’eroe ultimo dell’Olimpo della Cerveglieri, l’Angelo
“preteso” dalla necessità di unione spirituale tra i vivi e i morti, dall’estrema
aspirazione degli esseri umani a capire il mistero della vita e della sua fine,
preteso dalla poesia innegabile che vi è
in un pensiero rivolto a chi si è amato e più non c’è. In questi sei piccoli
“preludi” la Cerveglieri ha “solo” voluto avvertirci che la sua attività è
impegnata in tale discorso nuovo, ricolmo del fascino dell’aspettativa.
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by Ettore Bonessio di Terzet▐
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"Didiré: La paura della terra e del cielo"
diametro cm. 60
2001 |