Entrenador llama “tía buena” a una linier tras ser expulsado
"Eso es una tomadura de pelo.
Desde que ella entró en campo vestida con aquel uniformen no paró un minuto de
escuchar insultos de la grada. Tía buena sería un piropo comparado con lo que
ella escucha", afirmó el entrenador. "Seguro que alguien le ha
llamado tía buena, pero no ha sido yo", dijo.
► da futbol
L'allenatore alla guardalinea:
"Gostosa!"
Celso Teixeira, allenatore della Juventus di Santa Catarina, è stato espulso per aver fatto delle avances all’assistente di linea Maira Americano Labes, posizionata vicino la sua panchina. Il tecnico, in seguito a una discussione con la guardalinee stessa, l’avrebbe apostrofata in brasiliano come “gostosa”. L’assistente 25enne (che oltre all’arbitraggio lavora come personal trainer e istruttrice di zumba) ha commentato l’episodio su Instagram: «La bellezza dovrebbe passare inosservata: mi piacerebbe che le donne fossero riconosciute soltanto per il loro lavoro». Per Teixeira, conosciuto in Brasile come “Celso el loco”, è pronta una squalifica per insulti sessisti. L’allenatore si è difeso dicendo che «la frase è arrivata dagli spalti».
Morfologia delLa
Berlanda
Non si è capito bene. Se l’allenatore
ha prima rivolto gli apprezzamenti alla guardalinea, o, dopo quando è stato
espulso, le ha detto più o meno: “Io vado fuori, cioè esco, Bonazza!” Un
signore, che, a quanto afferma, fa fuori. La Bonazza, la Gostosa, è una brevinormolinea mesomorfa, più alta di un metro e 59 non è, e, per essere dentro il
paradigma della mesomorfa, dovrebbe pesare tra 52 e 57 chilogrammi. Dandole
54-55 chilogrammi, visto l’assetto che mostra con la sua divisa, avete visto
come è ben messa dentro il suo abito di scena? Stando ai parametri di Roland
Barthes, si è certi che una così non deborda dalla funzione-segno del suo abito
di gara. Pertanto, con un podice sugli 85 centimetri, avremmo questo indice del
pondus: 159 –
( hips 85 + peso 55=)140= 19, che è compreso nella variante di
valore “alto”(che, in ordine decrescente, va da 20 a 12). Dato per buono, questo
indice del pondus, l’indice costituzionale della ragazza sarebbe questo: 85 x
100 : 159= 53.45, che è compreso sia nella forchetta riguardante il mesomorfismo
della brevilinea che in quella relativa al mesomorfismo della normolinea: lei,
per l’altezza, è al limite tra lo stato brevilineo e quello normolineo. Oltre a
“Gostosa”, che è la parola che è stata detta(1), c’è anche un’altra parola che si
vede in scena, ed è esattamente quella scritta, come sponsor, sulla maglietta(2),
sul dietro della maglietta, della guardalinea: “Berlanda”. Pensate se quel
pappagallo di allenatore, d’altronde essendo in Brasile che è terra di
pappagalli, non c’è da meravigliarsene, se quel pappagallo, dicevamo, l’avesse
chiamata “Berlanda”?! “Io vado fuori, Berlanda!” Tutti a dirci: Dio, le ha dato
della Berlanda!…E tutti perplessi: Però, è proprio una bella Berlanda, no? O
una Berlanda Gostosa? Berlanda…è Berlanda, Dio mio se non è Berlanda lei!
Comunque, sta di fatto che,
adesso abbiamo un altro oggetto d’amore, questa Berlanda brasiliana con un
indice costituzionale 53.45 e un indice del pondus 19, che, non lo possiamo
negare, ormai saranno questi i parametri dell’
essere-Berlanda, che, vai a vedere, allittera( e gli è speculare) il modo di dire:
“Estar na berlinda”(“Essere chiacchierato”). Il pappagallo. O papaga
ío esta na berlinda; il
pappagallo è chiacchierato. A guardalinha esta na Berlanda; la guardalinea è
una Bonazza. Berlinda vs Berlanda: il pappagallo che è chiacchierato; la
Berlanda che è guardata lungo la linea del meridiano e si farà oggetto “a” di
chissà quanti visionatori, divenendo per molti la patagonica Berlanda, o la
patagostosa Berlanda prossima ventura, purché non la si guardi spesso
in faccia, ‘ché la Berlanda, per restare patagonica nel tempo, è bene che la si
guardi sempre quando lei guarda la linea (per questo sarà sempre “gostosa”); se
lei si gira è perché la si è chiamata Berlanda e allora se la si chiama spesso
e spesso si gira e la si guarda in faccia, la Berlanda – che sta scritta dietro
sulla maglietta – sparisce
[3] e non la vediamo più al
meridiano del nostro oggetto “a”.
Numeri della Berlanda
Trasposti i numeri della Berlanda
nell’alfabeto del sistema gancio della memoria, potremmo avere dei risultati
alquanto patafisici : 53.45 > Lamiré, che è 53.4, è il “segnale d’inizio”;
5> là; che, per una guardalinea, è davvero il non plus ultra, e in più ha
dentro tutto il doppio senso che “Gostosa” ha: “segnale d’inizio là”, oppure “diapason
là”, il che, anche per un pappagallo, sarebbe musica per il proprio orecchio, e,
allora, quel povero pappagallo chissà che musica ha sentito, o visto?!
53 può essere anche “lema”,
lemma, emblema, norma, sentenza; 45 potrebbe essere “ralé”, che è il
popolaccio, la plebaglia, il volgo. Facendosi il suo indice costituzionale “lema
ralé”, sarebbe quindi “sentenza per la plebaglia”; oppure in quanto “lemma del
volgo”, potrebbe costituire, il suo indice costituzionale, un alibi per il
pappagallo del popolaccio: non ha potuto a fare a meno di usare un lemma del
volgo, insomma l’ha letto nei suoi numeri e il volgare pappagallo l’ha ripetuto
ad alta voce! Ci sarebbe anche “limiar lei” che non è male: “soglia della legge”;
o “limiar leu”, “soglia dell’opportunità”.
Da sottolineare infine : “Lumaréu”>534,
che è “falò” e 5>là; che è sempre lungo la linea, del proprio meridiano,
questo falò costituzionale che fa fuoco al meridiano del visionatore e del
pappagallo, che si spaventa del fuoco e grida: "Gostosa, io me ne vado, vado
fuori!"
Per l’indice del pondus, solo una
parola diamo per 19> “tabu” , che è “tabù”.E il pappagallo per questo è
pappagallo, perché, come vede l’indice del pondus 19, non può che fare il
pappagallo.
▌Note.
[1] Anche se c’è chi dice che, in
realtà, il pappagallo abbia urlato qualcosa come: “Cu susta!”(“Culo che si
ferma”…) che, provate a ripeterlo come il pappagallo brasiliano, è in assonanza
con “Gostosa!”.
[2] Nell’analisi transazionale di
Eric Berne, la “maglietta” è “un motto sulla vita che appare dal modo di
comportarsi dell’individuo”. Il motto è la “palavra”, la parola, a cui è
speculare la parolaccia, “palavrada” o “palavrão”,
il parolone, e l’allenatore è il Berlinda, il chiacchierato “palavreiro”, il
parolaio, il chiacchierone. Come a dire che sulla maglietta della guardalinea c’è
scritto “Berlanda”, che è la sua palavra, non la sua palavrada, anche se, a
conti fatti, questa sua “maglietta” è anche la sua “maledizione”, l’ingiunzione
di copione, intendiamo il copione dettato dal suo indice costituzionale; su un
campo di calcio, “praga”, l’imprecazione, la maledizione, gioca sempre in casa
di tutti i maleducati e i pappagalli. Dalla “maledizione”, che è l’ingiunzione
di copione della nostra Berlanda, viene fuori l’ “imprecazione” del pappagallo,
che è “praga”, beh, se vi dico questo ci restate di stucco: “pragal” vuol dire
in portoghese “landa”…”Berlanda” vs “Berpragal”?
[3] Intanto però cos’è successo con la
palavrada del pappagallo? Che Maira Americano Labes s’è fatta Berlanda, la Berlanda del nostro oggetto “a”, e quindi, avendola postata come immagine patagonica, possiamo rebloggarla. Grazie al pappagallo. D’altronde, rebloggare non è “
fazer o papagaío”(“fare il pappagallo”)?