LA BONA MONOSEMICA
IL PARADIGMA AGGETTIVALE DI SONIA GREY E DI ANNA MARIA
RIZZOLI
La parola BONA ha un paradigma aperto[1],
difatti la classificazione semantica è incredibilmente estesa ed estensibile.
Il Paradigma semantico Aggettivale
può contenere molte strisce: da una bona
normale a una bona super,
passando per molti gradi di densità intermedia.
Piuttosto nell’Indicatore
Globale COMPLESSITA’, il paradigma, pur
essendo aperto,può contenere più aggettivi
monosemici(cioè lessemi) che aggettivi
polisemici(cioè allolessemi): nella COMPLESSITA’ il monosemico prevale sul
polisemico( che attiene di più
alla funzione dell’Indicatore
POLISEMIA), perciò anche l’allolessema può avere un sostantivo reggente
univoco, poco virtuale: ad esempio, nella COMPLESSITA’ MONOSEMICA di Sonia Grey[2]
che, fisiognomicamente, è segnalata
dalla sporgenza facciale e dalla retrazione frontale( che chiude, in qualche
modo, le aperture vestibolari ) e che, caratterologicamente, correla una “primarietà
attiva” molto esplicita, il paradigma
aggettivale di BONA può contenere un lessema primario connesso all’energia
disponibile, all’istinto più esigente, al bisogno più sfacciato.
Per questa ragione, l’appoggio
formale di una opposizione semantica consiste in un suffisso o in un prefisso,
tipo BONAZZA oppure SUPERBONA.
Come dire che, quando si accelera il
ritmo, essendoci maggiore mobilità e, perciò, una diminuzione della soglia di
eccitabilità, l’istinto dinamizzato così osteso mostra, come Significante del
Desiderio, una fallicità immediata e,
come Significante Somatico, fa intendere che l’oggetto sia modellato con la
stessa “sporgenza dinamica” e la stessa morfologia convessa e rilevante, estesa
e protesa.
Il carattere “chiuso” del paradigma
di BONA di Sonia Grey, vista la Complessità sobillata di continuo dal rapporto
tra la cornice generale e la cornice vestibolare del suo viso, è basato sulla
opposizione tra la “primarietà attiva” della bocca e del naso e della parte
inferiore del viso e l’ “eccitabilità”
del piano superiore(gli occhi e la fronte): che corrisponde a una correlazione
caratterologica E.A.P., cioè COLLERICO, quello che, quando c’è il paradigma
BONA, va sempre letto come SUPERLATIVO IMMEDIATO,EVIDENTE,LAMPANTE,INDISCUTIBILE.
Come Aria di Baudelaire è quella più impudente,
anche se può essere volitiva e sazia, e di dominio: nella Tavola del Significante Somatico, questa
componente primaria ostenta un culo poderoso, gambe dalle cosce piene e
abbondanti, un’allure ampia e forte, convinta, da movimento plutonico[3].
Il carattere “aperto” del Paradigma
di BONA di Anna Maria Rizzoli[4],
in virtù del fatto che i significati particolari della Polisemia
producono più allolessemi, è basato sulla opposizione tra l’ “avidità attiva”
della parte inferiore(labbra piene) e la “tonicità facciale”: la correlazione
caratterologica è di tipo SANGUIGNO/COLLERICA, nE.A.P./E.A.P. , in cui l’ aria impudente, pur essendo visibile, ha
un tratto di sazietà che implica
una eccedenza implosiva [5].
Così la Polisemia più alta di Anna
Maria Rizzoli sembra che innalzi la stessa Complessità: invece,laddove in una
faccia alla Grey c’è un paradigma chiuso
da aggettivi monosemici, sulla sua faccia c’è un paradigma aperto con particolari aggettivi polisemici.
Il paradigma aggettivale della
faccia e della Complessità alla Grey può avere questa striscia:
I.PRIMARIA>II.ECCITABILE>III.ECCITANTE>IV.SFACCIATA>V.VOGLIOSA>VI.RIZZACAZZI
.
Il paradigma aggettivale della
faccia e della Complessità alla Anna Maria Rizzoli può avere questa striscia:
I.INCONTENTABILE>II.VORACE>III.STUZZICANTE>IV:APPETIBILE>V.LASCIVA>VI.ARRAPANTE
.
Nel paradigma semantico chiuso, il Significante del Desiderio
può reagire più immediatamente.
Nel paradigma semantico aperto, il Significante del Desiderio
reagisce con più prudenza.
In entrambi i casi, avendo la loro
bellezza un’ aria impudente, si
ottengono celebrazioni, per il Significante del Desiderio, da 4° grado.
La gradualità è più profonda nel
secondo caso, in quanto la gradualità del paradigma non è scalarmene
combinabile.
La “bona primaria”, dal paradigma
aggettivale chiuso, ha i caratteri
monosemici del VISIBILE e del FLAGRANTE, è insomma PLATEALE, ma non per questo
si può dire che la sua evidenza sia del tutto naturale.
La “bona polisemica”, dal paradigma
aggettivale aperto, ha i caratteri
polisemici del SOTTILE e del COINVOLGENTE, è, insomma, SENSUALE, con un
rapporto intensivo tra lusinga e tentazione.
La prima può sobillare molestie e
apprezzamenti immediati; la seconda può provocare richiami e suggestioni.
CORPO-SIMULACRO
|
BONA
|
COMPLESSITA’
|
PARADIGMA
AGGET-
TIVALE
|
POLISEMIA
|
LESSEMA
|
ARIA IMPUDENTE
|
REAZIONE
DEL SIGNIFICANTE
DEL DESIDERIO
|
SONIA GREY
|
Primaria
|
7
|
Chiuso
Caratteri
dell’essere-
bona:
plateale.
visibile
|
7
|
Lessema
primario:
rizzacazzi
|
Sfacciata
e
Vogliosa
|
Immediata
(per l’Occhio
Sensuale ed
Esploratore)
|
ANNA MARIA RIZZOLI
|
Polise
mica
|
9
|
Aperto
Caratteri dell’essere-bona:
coinvolgente
sensuale
|
8½
|
Allolesse
ma:
arrapante
|
Lasciva
e
Inconten-
tabile
|
Differita
(per l’Occhio
Creativo)
|
TAVOLA DELLA BONA
PRIMARIA E DELLA BONA POLISEMICA:lessema, aria impudente,reazione del significante del desiderio, occhio
Note
|
La Bona Polisemica |
[1] Cfr.
Sorin Stati,
Contenuto degli aggettivi e paradigmi aggettivali,
in “Studi italiani di linguistica teorica ed applicata”, n. 3, Liviana
Editrice, Padova 1972: «Una parte considerevole degli aggettivi di una lingua
hanno un
contenuto intraparadigmatico,
cioè tutti i loro semi risultano dai vari rapporti con gli altri membri di un
certo paradigma. Per esempio, “povero” e “ricco”, quando determinano nomi di persone: la
variabile “misura” con due valori: “inferiore al
normale” e “superiore al normale”». Il
paradigma
chiuso ha pochissimi elementi aggettivali e quindi un carattere extraparadigmatico
poco estensibile.
|
La Bona Monosemica |
classificazione semantica è = “possesso di beni personali”, al quale si
aggiunge il sema
Il paradigma aperto, avendo molti elementi
aggettivali, consente una classificazione semantica più ampia.
[2] Della
SONIA GREY, che tra 1990 e ’91 fu valletta in “Striscia la notizia” e “Il gioco
dei nove” su Canale 5, fu immortalata la
complessità
monosemica da Bruno Oliviero in “Excelsior” n. 7/91. Nella III Tavola
allegata(in:
Miele e altri oggetti d'amore) noterete come , all’ Iconicità altissima (
8½) risponda una Complessità più che
sufficiente (
7), come la Polisemia.
La “Bonazza”,
l’avrete capito, essendo sempre più
iconica e meno complessa, non può che
essere monosemica.
[3] Cfr.
la nota **** della I Tavola allegata(in:
Miele e altri oggetti d'amore): un
movimento dalle prospettive infinite che rende all’
Occhio Esploratore il
godimento di un podice immenso, monumento superbo se non colossale.
[4] L’
essere-Bona di ANNA MARIA RIZZOLI è come
un aggettivo polisemico, che entra generalmente in più paradigmi, uno per ogni
significato:
Incontentabile allarga
il paradigma, essendo più “esigente” di
Sfacciata,che,
con la sua “eccessività primaria”, ha
uno spettro semantico a rifrazione immediata. L’
iconicità polisemica della Rizzoli fa
16½ ( cfr. IV Tavola allegata ) ed è
più polisemica. L’
iconicità polisemica della Grey fa
15½ (cfr. III Tavola allegata in
Miele e altri oggetti d'amore ) ed è
più iconica.
[5] Cfr.
il paragrafo 1. di
Sabrina Ferilli, ilfallo implosivo…: si può dire anche per Anna Maria Rizzoli che la sua
immagine-senso ha in sé una presenza tenace di sesso; il suo corpo-simulacro
proietta il
fallo implosivo, allude,
cioè, a un corpo soggetto agli esercizi tenaci e continui del fallo; fa pensare
a un corpo la cui opulenza è continuamente ammirata e goduta, guardata e
posseduta.
da → v.s.gaudio│ miele e
altri oggetti d’amore│ © 1996-2000