E’ vero , non avevamo visto ancora “Geo
& Geo”, il programma che Licia Colò avrebbe fatto negli anni novanta, né dunque avrei mai potuto presentarmi
a te come un conquistador, se è le monde il mondo che vale la pena di conoscere, cioè la società aristocratica e non una raccolta canonica di monumenti e di opere d’arte, che sa anche che,avendo «la vittoria della rivoluzione borghese inculcato nel singolo una coscienza di libertà»[i], l’affermarsi del turismo è stato reso possibile da questa nuova situazione storica che si è determinata.
La posa del caffè e la psicanalisi, 8 ░
▐ Licia Colò, Hans Magnus Enzensberger, Nadia Campana e la posa del caffè di V.S.Gaudio
Perciò, il conquistador, che sonnecchiava in me, se solo mi fossi fatto
navigatore televisivo ed esploratore tra le carte geografiche dei programmi che anticiparono “Geo & Geo”,
avrebbe finito con l’essere affascinato dalla bellezza della conduttrice. Non vi era dunque, nel poeta che ero allora in quella primavera a
Milano, il romanticismo, che connette la lontananza e il viaggiare con la
nostalgia e l’errare, e fa in modo che
lo splendore che effonde dall’eroe nell’avventura derivi da un’illusione
prospettica.
Né ti feci intendere, rifacendomi al saggio sul turismo di Hans
Magnus Enzensberger, che «il “viaggio” fosse una delle più antiche e
comprensive figure della vita umana»[ii]. Un
giovane cavaliere, questo sì, tutto preso nella biografia che mi pressava
finanche l’oggetto “a”, e allora in quella penombra che c’era nella mia anima,
tra te e Licia Colò, di quel tempo, ammesso che l’abbia mai incontrata con quei
pantaloni che metteva nel programma televisivo che, così tesi e aderenti tra le
figurazioni romantiche della natura e della storia nel formato ridotto del
giardino zoologico, dell’orto botanico,del museo»[iii],Licia
Colò avrei potuto guardarla come se fosse un oggetto da museo oppure come se
fosse offerta dalle agenzie in tanti “arrangements” che, di volta in volta, ne
sublimeranno, appunto, le figurazioni romantiche. In quella penombra di quel tardo
pomeriggio d’aprile a Milano, fuori dalla posa della mia miscela Leone, in
quell’astinenza terribile, ti guardai andar via, io sopra, all’entrata della
metropolitana, dal muro e tu che già stavi imboccando il buio là sotto, ed è
allora che ti sei girata a guardare se il poeta fosse ancora là, altrimenti che
cavaliere del cazzo sarebbe, eri così giovane, Vuesse, e quella ragazza che se
ne stava andando, in un viaggio in cui le figurazioni romantiche della natura
hanno la pesantezza delle infrastrutture urbane, e, quando è così che guarda il
poeta e il poeta guarda in giù, e la relazione è asimmetrica, tu non eri la bellezza
turistica caduta nella più completa astrazione, né sei assurta ad assoluto, semplicemente perché, per
poterti fare “bellezza turistica completamente astratta”, avrei dovuto, nel
contempo, inabissarti con ogni segno di “contingenza estranea”. L’ospitalità
non è stata spodestata dal turismo; l’ospitalità non può esistere più se non
hai un posto dove la tua anima possa colorare la tua biografia, avrei potuto
fermarti, semplicemente farti un cenno, non è così che si va incontro alla
variabile manifesta del riconoscimento e della vicarietà interna, io questo l’avrei
potuto dire, conoscevo Robert F. Winch, quello de La scelta del compagno, e anche
se, nelle future relazioni asimmetriche cui stai andando incontro, i tuoi
impulsi possano avere o avranno espressioni connesse a fantasie, fantasmi e
desiderata dell’altro, non sarà mai possibile che questi agiterà all’infinito
la sua “mentula saturnina”, anche simbolicamente, né che tu gli faccia
perpetuamente sobbalzare il “Significante del desiderio” a forte connotazione
fallico-narcisista, insomma avrei dovuto dirtelo che non sarai mai un oggetto d’amore
giovane e “turistico” che, con i caratteri della vicarietà psichica e della
sollecitudine fisica, possa stimolare all’infinito e con frequenza le azioni
regolari e ripetute della mentula saturnina, archetipo della durezza e della
durata. I pomeriggi primaverili a Milano non hanno durata, sono piuttosto duri
e non hanno difficoltà alcuna a ridursi, appena il crepuscolo, non dico civile
ma, urbano esce dalle scale della metropolitana, alla scala unidimensionale, in cui la posa del caffè e
la complessità della motivazione della tua anima non possono più rinvenire la
liquefazione che attiene alla pulsione orale.
Io non dico che è stata colpa di Licia
Colò, né delle sue gambe, che avevano all’epoca connotazioni
turistico-spettacolari davvero notevoli, né che la posa del caffè sia in qualche modo connessa al ciclo di Saturno, ecco
perché agitavo la “mentula saturnina”, il fatto è che, me ne sono accorto dopo,
quella stava davvero nel ciclo di Saturno, per via del fatto che aveva una
relazione asimmetrica con una differenza d’età di 29 anni, che è la durata del
ciclo; è stata la discesa, il dislivello di percorso, a colpirmi duro. Che
dirti, fosse stato W.G. Sebald , ti avrebbe messa in un suo anello di Saturno,
io, a quell’età, non ero ancora nel paradigma della mentula saturnina, che mi
sarebbe venuta dopo, semplicemente avevo dei pomeriggi piuttosto lunghi per via
della miscela Leone, e delle privazioni, quelle sì saturnine, inenarrabili, che
riuscivo a mitigare solo sotto i portici di Torino finché è durata l’avventura
sabauda, ammesso che quella fosse un’avventura
e io il cavaliere che non avrei mai potuto essere. Lo sci, avrei scritto
quattro lustri dopo, che “è nell’Herkunft della Colò, si correla con il
tennis di Pietrangeli: Sci:Tennis =
Terreno Innevato:Campo da Tennis. Sembra che l’asimmetria temporale di
questa relazione sia in qualche modo virtualizzata dalla specialità in cui il
cognome COLO’ diviene campione olimpico: la discesa
libera, che non ha obbligo di percorso ma deve avere un dislivello, tra gli 800 e i 1000 metri,
come caratteristica effettiva e significante; come a dire che la relazione
asimmetrica tra questi due personaggi può essere definita del tipo a discesa libera, per il dislivello
temporale e per la velocità sensoriale che per forza di contenuti deve avere.
Quando, però, c’è una caduta, essendo la prova alpina più veloce, rialzarsi e
rimettersi in corsa, per quanto si possa recuperare, non darà mai la vittoria o
la medaglia, insomma un po’ come la palla-morta
nel tennis, se ha fatto il secondo rimbalzo, non può essere più giocata.”[iv]
La palla-morta, questo ho visto allora
dall’alto, e tu eri giù in metropolitana, non potevamo più giocarla; o, forse,
se tu stavi cadendo nella discesa libera, e poi sei caduta per davvero, non
avresti mai potuto raggiungermi per tagliare insieme il traguardo.E' tutta colpa della posa
del caffè, ragazza che te ne sei andata in metrò quel giorno d'aprile; io avrei preso più tardi il treno per Torino▐ by
v.s.gaudio
[i] Hans
Magnus Enzensberger, Una teoria del
turismo, in: Questioni di
dettaglio, trad. it. Feltrinelli, Milano 1965: pag. 71.
[ii] Hans
Magnus Enzensberger, ibidem.
[iii] Hans Magnus Enzensberger, op.cit. : pag. 81.
[iv] V.S.Gaudio, LICIA COLO’: LA RELAZIONE
ASIMMETRICA E LA TEORIA DEL TURISMO DI HANS MAGNUS ENZENSBERGER, in : Idem, Miele e altri oggetti d’amore,©
1998-2003. Va da sé che questa connessione con la relazione asimmetrica
della conduttrice televisiva e la teoria del turismo circolare di Enzensberger,
di cui si è scritta nella fiction scientifica anzidetta, viene qui adombrata
con la “mentula saturnina” perché è sottentrato, nella mappa cognitiva del
poeta, la ragione matematica del ciclo della “mentula saturnina”, che, poi,
sarebbe anche quello della posa del caffè, quel 29 della relazione asimmetrica
citata e del numero degli anni che si conteggia dalla morte di Nadia Campana.
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Per saperne di più sulla “
mentula saturnina”, come
fantasma del
(-φ ) lacaniano, e sulle connessioni
che ha con l’inconscio collettivo del soggetto femminile disposto a farsi elongatore,
o diffusore, degli incanti paritari dell’industria
culturale, leggi anche
▐
►Sabrina Ferilli, il fallo implosivo della gnocca colta▐
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Sarà un po’ come la miscela Laone ‘sto Zodiac Pure Coffee
che miscelano a New Orleans? Anche per via
del fatto che,
se osservate bene, avrebbe l’ascendente in Leone, avete visto?
Sembra quello del poeta.
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