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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

▐ La posa del caffè e la psicanalisi▐ 8


E’ vero , non avevamo visto ancora “Geo & Geo”, il programma che Licia Colò avrebbe fatto negli anni novanta, né dunque avrei mai potuto presentarmi a te come un conquistador, se è le monde il mondo che vale la pena di conoscere, cioè la società aristocratica e non una raccolta canonica di monumenti e di opere d’arte, che sa anche che,avendo «la vittoria della rivoluzione borghese inculcato nel singolo una coscienza di libertà»[i], l’affermarsi del turismo è stato reso possibile da questa nuova situazione storica che si è determinata.

La posa del caffè e la psicanalisi, 8 
▐ Licia Colò, Hans Magnus Enzensberger, Nadia Campana e la posa del caffè di V.S.Gaudio

Perciò, il conquistador, che sonnecchiava in me, se solo mi fossi fatto navigatore televisivo ed esploratore tra le carte geografiche dei programmi che anticiparono “Geo & Geo”, avrebbe finito con l’essere affascinato dalla bellezza della conduttrice. Non vi era dunque, nel poeta che ero allora in quella primavera a Milano, il romanticismo, che connette la lontananza e il viaggiare con la nostalgia e l’errare,  e fa in modo che lo splendore che effonde dall’eroe nell’avventura derivi da un’illusione prospettica.
Né ti feci intendere, rifacendomi al saggio sul turismo di Hans Magnus Enzensberger, che «il “viaggio” fosse una delle più antiche e comprensive figure della vita umana»[ii]. Un giovane cavaliere, questo sì, tutto preso nella biografia che mi pressava finanche l’oggetto “a”, e allora in quella penombra che c’era nella mia anima, tra te e Licia Colò, di quel tempo, ammesso che l’abbia mai incontrata con quei pantaloni che metteva nel programma televisivo che, così tesi e aderenti tra le figurazioni romantiche della natura e della storia nel formato ridotto del giardino zoologico, dell’orto botanico,del museo»[iii],Licia Colò avrei potuto guardarla come se fosse un oggetto da museo oppure come se fosse offerta dalle agenzie in tanti “arrangements” che, di volta in volta, ne sublimeranno, appunto, le figurazioni romantiche. In quella penombra di quel tardo pomeriggio d’aprile a Milano, fuori dalla posa della mia miscela Leone, in quell’astinenza terribile, ti guardai andar via, io sopra, all’entrata della metropolitana, dal muro e tu che già stavi imboccando il buio là sotto, ed è allora che ti sei girata a guardare se il poeta fosse ancora là, altrimenti che cavaliere del cazzo sarebbe, eri così giovane, Vuesse, e quella ragazza che se ne stava andando, in un viaggio in cui le figurazioni romantiche della natura hanno la pesantezza delle infrastrutture urbane, e, quando è così che guarda il poeta e il poeta guarda in giù, e la relazione è asimmetrica, tu non eri la bellezza turistica caduta nella più completa astrazione, né sei  assurta ad assoluto, semplicemente perché, per poterti fare “bellezza turistica completamente astratta”, avrei dovuto, nel contempo, inabissarti con ogni segno di “contingenza estranea”. L’ospitalità non è stata spodestata dal turismo; l’ospitalità non può esistere più se non hai un posto dove la tua anima possa colorare la tua biografia, avrei potuto fermarti, semplicemente farti un cenno, non è così che si va incontro alla variabile manifesta del riconoscimento e della vicarietà interna, io questo l’avrei potuto dire, conoscevo Robert  F. Winch, quello de La scelta del compagno, e anche se, nelle future relazioni asimmetriche cui stai andando incontro, i tuoi impulsi possano avere o avranno espressioni connesse a fantasie, fantasmi e desiderata dell’altro, non sarà mai possibile che questi agiterà all’infinito la sua “mentula saturnina”, anche simbolicamente, né che tu gli faccia perpetuamente sobbalzare il “Significante del desiderio” a forte connotazione fallico-narcisista, insomma avrei dovuto dirtelo che non sarai mai un oggetto d’amore giovane e “turistico” che, con i caratteri della vicarietà psichica e della sollecitudine fisica, possa stimolare all’infinito e con frequenza le azioni regolari e ripetute della mentula saturnina, archetipo della durezza e della durata. I pomeriggi primaverili a Milano non hanno durata, sono piuttosto duri e non hanno difficoltà alcuna a ridursi, appena il crepuscolo, non dico civile ma, urbano esce dalle scale della metropolitana, alla scala  unidimensionale, in cui la posa del caffè e la complessità della motivazione della tua anima non possono più rinvenire la liquefazione che attiene alla pulsione orale.
Io non dico che è stata colpa di Licia Colò, né delle sue gambe, che avevano all’epoca connotazioni turistico-spettacolari davvero notevoli, né che la posa del caffè sia in qualche modo connessa al ciclo di Saturno, ecco perché agitavo la “mentula saturnina”, il fatto è che, me ne sono accorto dopo, quella stava davvero nel ciclo di Saturno, per via del fatto che aveva una relazione asimmetrica con una differenza d’età di 29 anni, che è la durata del ciclo; è stata la discesa, il dislivello di percorso, a colpirmi duro. Che dirti, fosse stato W.G. Sebald , ti avrebbe messa in un suo anello di Saturno, io, a quell’età, non ero ancora nel paradigma della mentula saturnina, che mi sarebbe venuta dopo, semplicemente avevo dei pomeriggi piuttosto lunghi per via della miscela Leone, e delle privazioni, quelle sì saturnine, inenarrabili, che riuscivo a mitigare solo sotto i portici di Torino finché è durata l’avventura sabauda, ammesso che quella fosse un’avventura e io il cavaliere che non avrei mai potuto essere. Lo sci, avrei scritto quattro lustri dopo, che  “è nell’Herkunft della Colò, si correla con il tennis di Pietrangeli: Sci:Tennis = Terreno Innevato:Campo da Tennis. Sembra che l’asimmetria temporale di questa relazione sia in qualche modo virtualizzata dalla specialità in cui il cognome COLO’ diviene campione olimpico: la discesa libera, che non ha obbligo di percorso ma deve avere un dislivello, tra gli 800 e i 1000 metri, come caratteristica effettiva e significante; come a dire che la relazione asimmetrica tra questi due personaggi può essere definita del tipo a discesa libera, per il dislivello temporale e per la velocità sensoriale che per forza di contenuti deve avere. Quando, però, c’è una caduta, essendo la prova alpina più veloce, rialzarsi e rimettersi in corsa, per quanto si possa recuperare, non darà mai la vittoria o la medaglia, insomma un po’ come la palla-morta nel tennis, se ha fatto il secondo rimbalzo, non può essere più giocata.”[iv]
La palla-morta, questo ho visto allora dall’alto, e tu eri giù in metropolitana, non potevamo più giocarla; o, forse, se tu stavi cadendo nella discesa libera, e poi sei caduta per davvero, non avresti mai potuto raggiungermi per tagliare insieme il traguardo.E' tutta colpa della posa del caffè, ragazza che te ne sei andata in metrò quel giorno d'aprile; io avrei preso più tardi il treno per Torino by v.s.gaudio


[i] Hans Magnus Enzensberger, Una teoria del turismo, in: Questioni di dettaglio, trad. it. Feltrinelli, Milano 1965: pag. 71.
[ii] Hans Magnus  Enzensberger, ibidem.
[iii] Hans Magnus Enzensberger, op.cit. : pag. 81.
[iv] V.S.Gaudio, LICIA COLO’: LA RELAZIONE ASIMMETRICA E LA TEORIA DEL TURISMO DI  HANS MAGNUS ENZENSBERGER, in : Idem, Miele e altri oggetti d’amore,©  1998-2003. Va da sé che questa connessione con la relazione asimmetrica della conduttrice televisiva e la teoria del turismo circolare di Enzensberger, di cui si è scritta nella fiction scientifica anzidetta, viene qui adombrata con la “mentula saturnina” perché è sottentrato, nella mappa cognitiva del poeta, la ragione matematica del ciclo della “mentula saturnina”, che, poi, sarebbe anche quello della posa del caffè, quel 29 della relazione asimmetrica citata e del numero degli anni che si conteggia dalla morte di Nadia Campana.


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Per saperne di più sulla “mentula saturnina”, come fantasma del (-φ ) lacaniano, e sulle connessioni che ha con l’inconscio collettivo del soggetto femminile disposto a farsi elongatore, o diffusore,  degli incanti paritari dell’industria culturale, leggi anche Sabrina Ferilli, il fallo implosivo della gnocca colta
Sarà un po’ come la miscela Laone ‘sto Zodiac Pure Coffee  
che miscelano a New Orleans? Anche per via del fatto che, 
se osservate bene, avrebbe l’ascendente in Leone, avete visto? 
Sembra quello del poeta.