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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

░ La virtuosa dello shummulo frontale

vaginalkleptomaniac rebloggato da anonimadelgaud













Certo che no, cosa stiamo facendo allora, lo shummulo frontale?
Lo shummulo frontale di Lisbeth Salander 
Nel cinema si entra come un tutto oppure non si entra affatto. Un poeta, come chi scrive,  deve incontrarsi con un personaggio, come Lisbeth Salander, e questo ha da succedere in un momento ben preciso, nell’unico momento giusto. Se non si incontrano nel momento giusto, non può accadere ciò che è accaduto tra il poeta e Lisbeth. Lisbeth, pur non essendo un pezzo di gnocca, è resa, non solo, gnocca dal genio poetico ma gnocca superlativa, addirittura patagonica. In realtà, lo shummulo frontale lo fa col poeta, ma se il poeta avesse voluto farglielo lui lo shummulo sarebbe stato, non dico annientato ma, rifiutato. Difatti, Lisbeth voleva in fin dei conti rifare ancora e più volte lo shummulo frontale, ma non potendo più farsi inseguire, anche perché il personaggio fu colto al laccio in quanto (-φ) dall’altra figura, butta nella spazzatura il sostituto fallico, che, essendo sempre e soltanto una scappatoia o una tattica dilatoria, in realtà è sempre e soltanto il resto del fantasma, l’oggetto a, che, non lo so con chiarezza, è per questo che Lisbeth voleva diventare la virtuosa dello shummulo frontale; che, detto tra noi, come strumento da sfregare usa  sempre il (-φ). Per questo, e con questo,  fa  impennare la nostra libido quando spara  o sta per accingersi a farlo: non solo ma in questo caso il suo bagliore didonico fa implodere il (-φ) al meridiano del poeta: ferma il fotogramma in cui, pistola in mano, sta per andare a finire il delibidizzatore seriale.