Pingapa ▌PLUS▼

Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Una bona mistica e complessa│Alba Rohrwacher


Alba Rohrwacher

Mia Nonna dello Zen

Questo è un pondus afferente
a Plutone...
Un po’ come il dilemma di Devries: “Se pigiate due tasti della  macchina per scrivere, quello che non volete batterà sulla carta”, ovvero quello è il personaggio complesso, che ha qualcosa del lapsus calami, o, se vogliamo, dell’azione sintomatica di freudiana memoria. Se guardo quest’attrice, questa faccia  che ha, un po’ penso alla Legge di Lieberman: Tutti mentono, ma non importa, perché nessuno sta a sentire. E’ così che sottentra una certa patafisica, con quel naso può dire quello che vuole, è già così un personaggio complesso, poi quell’acqua o la ragione solare del (-φ) che ha negli occhi e la bocca, il taglio della faccia ha il taglio della faccia del novilunio nettuniano, la cui vita intima affonda nel mondo sotterraneo del subconscio e delle forze istintive, l’adesione magnetica che sprigiona è come l’adesività speculare di una perversione sessuale. In un certo senso è la strada della via mistica, per questo la duplicità fisiognomica  percorre  o attraversa la strada della via delle forze istintive. Fossi un uomo, non saprei che dire, non so dire se l’attrice è bona monosemica o è  una bona polisemica, probabilmente non è né l’una né l’altra, è una bona complessa, nettuniana, ha la faccia magico-magnetica di Ecate, per questo, non avendo il pondus abbinato a un archetipo-sostantivo afferente a Plutone, non ha per certo bisogno né di un assetto morfologico strenuamente sessuale o pataectomorfo, essendo dentro il pansessualismo nettuniano da novilunio: puoi vederci, nella duplicità fisiognomica dei suoi vestiboli facciali, il limone o la sabbia, la pietra pomice o l’olmo, la giovenca o l’egoismo assoluto, il candore o l’indifferenza commossa, lo sguardo verde del mare o quello crudele e candido di un cigno o di un airone, di pari passo è a metà strada tra il giallo insignificante e il blu nero del sogno e dell’estasi, il seme, il sudore, il sesso e la coscienza cosmica.