Pingapa ▌PLUS▼

Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Il Marcuzzi™ e il campione olimpico │

Una cartolina con il Marcuzzi e l’indice del pondus dato a 19= Alto 
(da 20 a 12 il valore più alto è decrescente)

Era il Marcuzzi…non era il ventre di Ubu
Non si tratta più di una metafisica del crimine e del sesso, E’ una patafisica del crimine perfetto: assunzione della banalità come destino, come il nuovo volto della fatalità. Contro-transfert illustrato dal fatto che tutti sono diventati Grande Fratello. Perfusione del Super-io nella massa. Non solo gli spettatori: tutti sono presi nella spirale della Grande Gidouille (il ventre di Ubu). La contemplazione del Crimine Perfetto, di questa perpetrazione della banalità, è diventata una autentica disciplina olimpica, o l’ultima metamorfosi degli sport estremi.
Jean Baudrillard, Violenza dell’immagine.Violenza contro l’immagine © 2005; trad. it. in: Jean Baudrillard, L’agonia del potere, Mimesis edizioni 2008: pag.41.

£
     
E io che pensavo di essere diventato campione olimpico nella Bataille des Jesuites  per la contemplazione perpetrata del  Marcuzzi, scritto, quell’elogio e la relativa consacrazione del nome proprio come nome comune, un po’ prima che la così denominata  fosse presa nella spirale della Grande Gidouille!...Non potevo , o forse sì, pensare allora che in fondo anche il Marcuzzi prima o poi avrebbe rivendicato il diritto o il desiderio imprescrittibile di tornare ad essere Nulla e di essere guardato in quanto tale. Come scrisse Jean Baudrillard: “Ci sono due maniere di scomparire: o si esige di non essere visti(…)o si cade nell’esibizionismo delirante della propria nullità. Ci si fa nulla con il fine di essere visti e guardati come nulla – estrema protezione contro  la necessità di esistere e l’obbligo di essere se stessi” (loc.cit.), ma come può essere accaduto che quel Marcuzzi, che aveva la necessità di esistere e anche l’obbligo di essere visto come se stesso, a causa di questa visibilità forzata, non avendo più niente del significante segreto, sterminato come carne e tergo di Merleau-Ponty, sia stato socio-somaticamente modificato, immagine-punctum  definitivamente scomparsa sotto il peso della realtà, illusione fatale il Marcuzzi, illusione del significante somatico, è davvero stato lì e adesso non c’è più, l’ha davvero divorata quella sua immagine del Marcuzzi, lei stessa, la così denominata, in promiscuità con se stessa, il Marcuzzi è allora in una situazione di realtà integrale, ora, senza distanza e senza trascendenza, non si divide più, ed è quindi finita la stagione olimpica del visionatore, il poeta non sarà più il campione della Bataille des Jesuites du Marcuzzi?

v.s.gaudio

│© fabrizio ferri