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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Vittorio Corcos. La generazione dell'etisìa ░ Luciano Troisio


 CORCOS. I SOGNI DELLA BELLE ÉPOQUE 

Luciano troisio 

ESCLUSIVAMENTE DA PADOVA 

SULLA MOSTRA DI VITTORIO CORCOS A PALAZZO ZABARELLA


Vittorio Corcos, Jole Biaggini Moschini, 1904


A Padova, nella sontuosa cornice dell'imponente Palazzo Zabarella si può visitare fino al 14 dicembre la mostra: Corcos. I sogni della Belle Epoque. Il percorso dell'antologica, con oltre cento opere, è incentrato sulla figura di Vittorio Corcos, affascinante protagonista della pittura italiana tra Ottocento e Novecento. Livornese, formatosi con Domenico Morelli a Napoli, ha frequentato vari luoghi, vari amici, e grandi personalità sia dell'alta borghesia che dell'aristocrazia. La mostra lo segue in Toscana, a Parigi, dove incontra Boldini e De Nittis diventando un protagonista della pittura moderna. I paesaggi en plein air, i molti ritratti di fanciulle, di grandi dame, di autorevoli personaggi lo rendono giustamente famoso.
La mostra ha scelto come icona promozionale dell'evento, il celebre Sogni, volto di  ragazza allora considerato addirittura sfrontato, mentre oggi sarebbe preferibile eventualmente sottolineare il vuoto dell'assenza, degli occhi (cui il Nostro teneva in modo particolare) che fissano l'infinito e il vacuo dell'inesistente. Ma i volti, gli occhi incantevoli sono molti, le opere di bellezza straordinaria sono dozzine. Non tutto è allo stesso livello; in alcune si può notare una matronale pesantezza quasi da istantanea non felice e talvolta affiora un'urgenza di concedersi troppo ai desiderata dei committenti, una attualità mondana che tiene conto del concreto.
Vittorio Corcos 
In lettura sul mare, 1910 circa
Olio su tela, cm. 130x228

Alcuni grandi formati meritano una sosta, anche perché sono bene illuminati e soprattutto perché fanno molto riflettere. Tutti citano giustamente Le istitutrici ai Campi Elisi, certo un capolavoro, e ce ne sono altri, come ad es.: La lettura sul mare, del 1910, affascinante, simbolico, centrale, gozzaniano, scandito da quel volto enigmatico, intrigante, dai due giovani vestitissimi (Corcos, che in gioventù ha vinto anche un premio per il miglior nudo scolastico, sembra temere, fuggire la nudità. Uno dei curatori commentando un'opera, usa l'aggettivo scollata, e infatti un paio di modelle hanno una leggera scollatura, ma nulla più; abbastanza insolito considerando che spesso la location è direttamente sulla spiaggia). Il rifuggire la nudità permette all'autore di concentrarsi su complicati abiti e accessori di gran lusso, di sfoggiare il suo mestiere anche troppo, con felice, esuberante manierismo di se stesso (ma anche, forse, alludendo a celebri colleghi, come ad es. Boldini, ispiratore instancabile di instancabili generazioni).
Vittorio Corcos
Le istitutrici ai Campi Elisi, 1892
Olio su tela, cm. 171x140
Collezione privata, Palazzo Foresti, Carpi
L'abito come moderna protesica alternativa alla bellezza del corpo.
E c'è un'altra grande singolare tela che rappresenta una signora in piedi, assieme ai suoi cinque figli. Purtroppo l'immagine non è presente nel dischetto fornito. Un vero peccato, perché ci sarebbe da dire molto, anche su quei volti: ognuno guarda in una direzione diversa, vive per i fatti suoi. È probabile che ciascuno posasse da solo, così la ragazzona ancora adolescente a sinistra esiste in un suo mondo, i (probabili) fratelli più giovani in un altro.
Ho letto alcuni commenti sul Corriere: più che della pittura di Corcos parlano della Belle époque, delle sue ingiustizie sociali, della sua cattiveria. Questa è anche l'epoca in cui Gozzano parte per l'India con l'amico Garrone, Hesse invece sta tornando dall'Asia. É la crepuscolare generazione dell'etisia, che colpisce anche i ricchi, per quanto i personaggi di Corcos siano pressoché esenti dal negativo, il positivo se lo possono comperare, non sembrano preoccuparsi troppo del prossimo, semmai soffrono di malattie più sofisticate, quelle che prima si chiamavano melancolia (ora anche isteria).
Vittorio Corcos
La visita al convento, 1887
Olio su tela, cm. 140x60


E che dire della Visita in convento? Un soggetto che ha interessato molti pittori di molti paesi. Quella ragazza non è certo felice; sarà parente di Geltrude?
È un vero peccato che alle mostre non esistano divani, panche, non si possa sedere, sostare a piacere, dialogare con l'opera. Probabilmente si tratta di problemi di sicurezza. Proprio volendo, si può anche tornare, acquistare il catalogo, approfondire la conoscenza del pittore e dell'epoca, che ormai sta per essere spazzata via dalla guerra di Libia e dalla Grande Guerra. Ma Corcos continuerà il suo successo: nel 1922 esegue il ritratto della Regina Margherita, nel 1931 il principe Umberto gli commissiona il luminoso ritratto della consorte Maria José.
 Vittorio Corcos
 Maria José, S.A.R. principessa di Piemonte, 1931
Olio su tela, cm.123,8x104,7

Questa elegante antologica si raccomanda non solo per ripercorrere la straordinaria vicenda del pittore livornese attraverso un considerevole nucleo di capolavori, ma anche per affiancarvi numerose opere inedite di tutto rispetto.




Vittorio Corcos, Sogni, 1896, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Vittorio Corcos, Yole Biaggini Moschini, 1901