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La Gigolette
la fille de mon peuple la giocatrice del Solitario di Santo Stefano |
Il Solitario di Santo Stefano
Il gioco solitario di Santo Stefano, fatto dalla Gigolette, è fatto con le carte napoletane oppure con le carte francesi da 52.
Lei, a Santo Stefano quando lo fa il “Santo”, deve, per forza del passaggio al meridiano dell’oggetto a, fare come bioritmo 31 o un numero equipollente.
Cioè, quando l’ha fatto, l’ha assolutizzato come E1, F20 e R10, che, scomposto in ognuno dei cicli, immobilizza o radicalizza il giorno critico del Ciclo E(motivo); quando lo rifarà, statene certi, lo assolutizzerà ancora con 31, con almeno un ciclo immobilizzato nel giorno critico.
Tant'è che a farla giocare la gigoletta e, piuttosto, a farla godere, il solitario di Santo Stefano può essere canonizzato come se fosse una variante, quella di Santo Stefano appunto, del “Trentuno al Banco”, che, per far sì che il godimento fantasmato sia realizzato come si contempla nella figura 31 del “Foutre du Clergé de France”, rinominato 31 sulla Panca, disposta la giocatrice, seduta nella stessa postura di quel Santo Stefano, avendo il fantasmato alla sua destra, per quanto sia ignaro e intento alla conversazione con altri astanti, a “lui” dia tre carte, nel senso che essendo il suo solitario, le darà, le tre carte, alla sua destra, e se l’ “incoronatore” avrà 31 d’acchito [le figure valgono 10; l’asso 1 oppure 11 e le altre carte il numero che hanno], riscuotendo tre volte la messa o posta, tre volte la incoronerà; l’incoronata non dà più di una carta supplementare (si gioca peraltro come il “Ventuno” ordinario).
Se è lei a fare il
31 d’acchito, saranno incoronati
tre volte il “
Santo”
[i] e tre volte l’”
Arma”
[ii].
Se l’incoronatore sballa e lei vince la mano, ma non col 31 sulla panca, segnerà, nel cartello delle poste o messe del Santo, 1, cosicché, alla fine del solitario, si possa tirare la somma di quante volte il “
Santo” è stato “incoronato”, posto che “Stefano” è questo che significa e “corona” è quello che di solito essendo la “
Fiura del 5” sarebbe da festeggiare il “
23”, che è il numero con cui lei fa il solitario sulla panca e che, in virtù del calendario, sarebbe il giorno del suo santo, che, lo sanno tutti, è questo che con il solitario sulla panca sta incoronando.
L’appello dell’incoronato
Il solitario di chiamata del fantasma di Santo Stefano
Un altro solitario di Santo Stefano è fatto come se fosse il solitario una volta denominato “La Profetessa”: lei si siede come se dovesse farsi fare un bel 31, quello del “Foutre du Clergé”, lì in presenza di tutti ma senza che nessuno veda o sappia chi sarà chiamato a farglielo, e con un mazzo di carte di 32 o 40 le scopre una ad una dicendo: sei, sette, otto, donna, re, asso.
Quando la carta corrisponde alla parola pronunciata o pensata, la si toglie dal gioco.
Esaurito il mazzo, si fa
1) la conta delle incoronature da farsi fare, che sono date dalle carte tolte dal gioco, in questo modo:
Re=3; Dama=3;Cavallo=3;Asso=2;Carta numerata=1
2) oppure si riparte e si continua l’appello e la conta delle incoronature come sopra.
La pazienza riesce vittoriosa allorché si riesce a togliere dal gioco tutte le carte.
Se ci si riesce, la vittoria ottenuta consta di 72 incoronature e il “Santo Stefano” va archiviato nella agenda di Santo Stefano come “Santissimo Santo”.
Se la vittoria è ottenuta al primo appello il 72 è moltiplicato per 10: 720.
Se la vittoria è ottenuta al secondo appello 72 è moltiplicato per 7: 504.
Se la vittoria è ottenuta al terzo appello, 72 è moltiplicato per 5: 360.
Se la vittoria è ottenuta al quarto appello, 72 va moltiplicato per 3: 216.
Se la vittoria è ottenuta al quinto appello, 72 va raddoppiato: 144.
Il solitario dei 37 buchi
Se invece si pensa al solitario francese vero e proprio, che non si fa con le carte ma con la Tavoletta con le 37 fossette semisferiche e numerate entro le quali si pongono pallottoline di vetro o quello che ha 37 fori in cui si caccia un’asticciola di legno, d’osso o d’avorio tornito, allora si resta di stucco nel rilevare che tra le combinazioni offerte da questo gioco di
pazienza ce ne sia una denominata “
la croce e la corona”, che, visto che si sta parlando del solitario di Santo Stefano, che etimologicamente sta per “incoronato”, è
una combinazione davvero irredenta, anche se non sembra che sia da meno quell’altra combinazione chiamata “il Calvario con 15 pallottole”.
Il gioco qui riesce quando sulla Tavoletta rimane una pallottola sola o una sola asticciola, ovvero un solo buco, appunto quello del “Santo”, viene “incoronato”.
E’ naturale allora che la giocatrice solitaria sarà festeggiata a Santo Stefano nella postura del numero dove è conficcata l’asticciola, che, necessariamente, poche volte o raramente, sarà la 31, che è appunto quella propria del “Clistere portentoso”; ma ,pur essendo la canonica 1( la postura del buon modo antico) o 2(la cavalcata), l’asticciola andrà sempre nel buco del “Santo”!