L’ermeneutica e la proairesi delle
due banconote
♦ Questa roba
del prodotto Coop mi ha messo all’improvviso sulla buona strada, nel senso che
finalmente ho capito cosa intendesse che
facessi Mia Nonna dello Zen, quando, anche in età ormai di consorte accasato,
ogni qual volta prendevo il treno alla volta delle grandi città del nord la mia
ava mi dava due banconote, come se fosse rimasta al valore delle stesse non
negli anni sessanta ma nei primi anni cinquanta. Adesso, ho compreso la grande
saggezza della Monaca del Giardino dell’Arancia: era la somma giusta per un
pacchetto di profilattici e, se restava qualche spicciolo, avrei dovuto pensare
alle bubble gum tipo quelle di cui faceva la pubblicità Daniela Goggi, che,
diavola d’una Nonna, all’epoca mi tirava il (-φ) , che in verità avevo
abbastanza elastico, a caramella a gomma, più della più famosa sorella.
Insomma, la pia donna , era questo il senso nell’ermeneutica della proairesi,
mi dava in mano le due banconote e implicitamente con quell’atto così poco
gaudioso e copioso mi esortava: “Figliolo, la vita è breve, se ti capita che il
(-φ) venga
tirato su al meridiano dov’è adesso che andrai, e l’oggetto d’amore vuole
afferrarsi al tuo (-φ)
più
profondamente e più a lungo di quel che faccia un’acrobata con il trapezio,
abbi cura di commutare parte del denaro
in profilassi dello strumento della tua pulsione uretralfallica, e, intanto che
stia ben avvolto l’involucro e teso , mastica una caramella a gomma, anche se
non sei bravo a fare i palloncini e a farli scoppiare!”. Poi, venne il tempo
dell’Aids e per quanto io fossi un Mullis ante litteram , il problema così per
me non si poneva, ma, all’oggetto d’amore, va' a dirglielo, allora, è questo
che rammento: la nonna era già andata via e quelle sue due banconote ora
andavano di volta in volta a farsi tesoro infinito per chi custodiva la mia
prigionia nel nome del fallo del gaudio e dell’imperativo antropologico della
Riproduzione, affinché non avvenisse mai più che, per una semplice svista e
senza l’uso del preservativo, la riproduzione del gaudio potesse ancora
avvenire nella civiltà di quella Repubblica che all’articolo 22 della sua
Costituzione prescrive che “Nessuno può essere privato, per motivi politici,
della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome”. Nonostante questo,
avevo scoperto che il mio oggetto “a”, che era anch’esso abbastanza a gomma
americana, aveva un debole, non per le chewing-gum ma, per la cioccolata Majani
e anche le cuneesi al rhum lo tiravano su, connettendolo teso ed esteso a tutta
l’elasticità muscolare del (-φ), fino
alla cuspide del meridiano.♥