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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Quel Test dell’Enotipo al Metanolo│Vuesse Gaudio

ENOGUIDA PERSONALIZZATA AL METANOLO
by Vuesse Gaudio

Si può considerare l’Italia  un paese in preda all’alcool? Certamente no, rispondono gli italiani riferendosi genericamente a quanto avviene in altre parti del mondo. Ma è l’atteggiamento, con cui gli italiani si accostano all’alcool, che può essere considerato perlomeno nevrotico. Non si beve del vino per accompagnare un buon pasto. In Italia, si beve soprattutto per ubriacarsi, nel tentativo di allontanare da sé tutta una serie di problemi, di angosce, di delusioni nel campo dei rapporti umani( famiglia, figli, amicizie, colleghi di lavoro, ecc.) che, altrimenti, sarebbe molto difficile, se non impossibile, affrontare e risolvere da soli(senza vino). Ma, in Italia, si beve anche per soddisfare quello che Brillat-Savarin, nel 1825, chiamò l’ “appetito di lusso”. Agli italiani, stando ai si dice della Banca d’Italia, piacciono più che altro i Bot e il vino, che, insieme, fanno parte, appunto, del lusso. Altri popoli, una volta appagati il bisogno della procreazione e il bisogno di mangiare, sono in pace con il mondo, non c’è desiderio che li tenti, sono, insomma, in pace con lo stomaco e la “panza”. L’italiano, invece, dopo aver soddisfatto questi due bisogni, deve mettere in scena il lusso del desiderio: così, il vino desiderato, essendo supplemento enigmatico e inutile, si dà come perdita incondizionata, una specie di cerimonia etnografica con la quale [l’italiano] celebra il proprio potere, la propria libertà di bruciare energia per “niente”. Ecco, qui di seguito, un test con cui stabilire la forma dell’appetito di lusso: a seconda del tipo, i sofisticatori o gli stessi utenti potranno, così, adottare i vini più congeniali, corretti, naturalmente, oltre che da appositi “vini da taglio”, anche e piuttosto con una giusta dose di metanolo(che, seppur equiparato all’alcole etilico in materia di imposta, fa più luxury, in quanto ottenuto dalla distillazione del legno o per sintesi). In breve tempo, assicurano gli esperti, la piaga dell’appetito di lusso sarà risanata.
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Di che segno sei?
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Bilancia
C
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Scorpione
D
A
B
C
E
F
Sagittario
A
B
C
D
E
F
Capricorno
B
C
D
A
E
F
Acquario
C
D
A
B
E
F
pesci
D
A
B
C
E
F

 Tabella della Categoria esistenziale e del segno zodiacale

I TIPI DA TRATTARE


Tipo A
Un tipo polemico, avido, sensuale, cocciuto, irriguardoso ed egoista. Fatto per i rossi asciutti, come Barbaresco e Barolo, va, più che eliminato con un colpo solo, a poco a poco, quindi bisogna dosare con cura il metanolo, sostituendolo (a seconda dei casi geografici) anche con l’anidride solforosa che pian pianino danneggia fortemente il fegato. Dose giornaliera: 1 litro, anche se il tipo pesa meno di 75 Kg. Vanno bene anche etichette come Dolcetto, Franciacorta, Marzemino trentino, Sangiovese di Romagna, Cirò, Aglianico, Brunello di Montalcino, purché le bottiglie contengano vino rosso da taglio al 50%(un bel Primitivo di Gioia, che si produce a Manduria e dintorni) e un altro 50% di alcool metilico.

Tipo B
Un tipo che, a furia di essere tenace e realista, si scopre incallito opportunista. Possessivo, geloso, ostinato, inflessibile, duro e impaziente: è adatto per vini secchi come il Nebbiolo d’Alba, il Rosso dell’Oltrepo’ Pavese, il Castel del Monte Rosato(molto caro ai pugliesi). La dose giornaliera consigliata è superiore al litro, anche se il soggetto è al di sotto dei canonici 75 Kg. Per la giusta correzione del grado alcolico, si consigliano 4 parti di vino da taglio a 9°, 2 parti di vino a 16°(il Barletta, che si produce in provincia di Bari e di Foggia, poco acido, ricco di colore e di corpo), il resto acqua, una parte di Rosato di Calabria, q.b. di metanolo.

Tipo C
Uno che detesta novità e sorprese. Radicato alla routine, attende alla vita di ogni giorno con dedizione. Visto che la sua qualità portante è la perseveranza, bisogna destinargli vini saldi e vigorosi, anche un po’ austeri: il Barbera del Monferrato, il Bardolino, il marchigiano Rosso Conero, il campano Taurasi, il pugliese Salice Salentino. Naturalmente, la denominazione non va assolutamente controllata, basta il nome sull’etichetta: da bere a stomaco vuoto in modo da avere nel sangue i livelli più alti di alcool e un conseguente smaltimento lentissimo. A questo tipo, inoltre, non va assolutamente impedito che il consumo giornaliero alteri l’equilibrio della razione: lo si esorti, anzi, a consumare in gran quantità. E i contraffattori, man mano che le partite immesse nel mercato vengono consumate, rincarino la dose di metanolo. Si tenga presente che il 25% di questo bel tipo è tra gli agricoltori, che, come i borghesi della Borgogna, con le vigne, suonano la natura come un organo…

Tipo D
Un tipo cui piace mettersi in mostra per essere notato e apprezzato. Tra curiosità e ottimismo, pecca per eccessiva esuberanza. Insomma, il classico fanfarone dello stivale, a cui, del vino, in verità, frega poco o niente. Ma, bisogna allettarlo con bianchi briosi e leggeri. Etichette da usare: Cortese, Vermentino di Gallura, Frascati, Riesling Italico, Verdicchio di Jesi, Locorotondo. Correzione usuale: chiarificazione, taglio, soleggia mento, carbonificazione. Un pizzico di metanolo, giusto per il tono(darà un sapore fruttato e morbido). Se ne consigliano 2(due) litri al giorno anche per i pesi mosca. In poco tempo, si raggiunge il livello Delta dell’alcolismo: il soggetto non riesce più ad astenersi da questo lusso e, perciò, va eliminato con una dose elevata di alcole metilico, anidride solforosa e, perché no?, antigelo.

Tipo E
Se la passa proprio male fino a quando riesce a malapena a tirare avanti con un reddito medio di circa 7 milioni[i]. Per lui va bene ogni tipo di etichetta, grande Doc o insignificante vino da pasto. Il suo appetito di lusso è stato deluso da tempo, ormai: più che supplemento enigmatico e inutile, il vino, per questo derelitto della società, è, sì, una specie di cerimonia etnografica ma gli serve solo per celebrare il proprio “niente”. A tassi elevati, dunque, il metanolo nei suoi vini in bottiglioni da £ 1790[ii] per litri due: una sbornia e sopprime, una volta per tutte, i freni che lo hanno inibito concedendogli, finalmente, il ludus desiderato (death-luxury).

Tipo F
La Banca d’Italia dice che costituisce il 26,2% degli italiani[iii]. Strano tipo: non riesce a soddisfare nemmeno il bisogno di mangiare, ma si dà pazzamente all’infelice procreazione. Figuriamoci se può permettersi l’ appetito di lusso! Comunque, in quella zona profonda, confusa e permeabile che si chiama “i visceri”, gradirebbe anche lui del vino: offriamoglielo, con zucchero, anidride solforosa e glicole di etilenico, ne sarà estasiato e potrà porre fine alla sua inutile esistenza con il sorriso sulle labbra per aver assaporato il “luxury-wine”. Anche se non apparteneva al 49.2% degli italiani che risparmiano in immobili.
Vuesse Gaudio │© Anni Ottanta secolo XX




[i] Si rammenta al lettore che il Test è stato redatto oltre la metà degli anni Ottanta, all’epoca del grande scandalo del metanolo.
[ii] Vedi nota precedente.
[iii] I dati della Banca d’Italia si riferiscono agli anni Ottanta del secolo scorso.