ENOGUIDA PERSONALIZZATA AL
METANOLO
by Vuesse Gaudio ▌
Si può considerare l’Italia un paese in preda all’alcool? Certamente no,
rispondono gli italiani riferendosi genericamente a quanto avviene in altre
parti del mondo. Ma è l’atteggiamento, con cui gli italiani si accostano all’alcool,
che può essere considerato perlomeno nevrotico. Non si beve del vino per
accompagnare un buon pasto. In Italia, si beve soprattutto per ubriacarsi, nel
tentativo di allontanare da sé tutta una serie di problemi, di angosce, di
delusioni nel campo dei rapporti umani( famiglia, figli, amicizie, colleghi di
lavoro, ecc.) che, altrimenti, sarebbe molto difficile, se non impossibile,
affrontare e risolvere da soli(senza vino). Ma, in Italia, si beve anche per
soddisfare quello che Brillat-Savarin, nel 1825, chiamò l’ “appetito di lusso”. Agli italiani,
stando ai si dice della Banca d’Italia, piacciono più che altro i Bot e il
vino, che, insieme, fanno parte, appunto, del lusso. Altri popoli, una volta
appagati il bisogno della procreazione
e il bisogno di mangiare, sono in pace
con il mondo, non c’è desiderio che
li tenti, sono, insomma, in pace con lo stomaco e la “panza”. L’italiano,
invece, dopo aver soddisfatto questi due bisogni, deve mettere in scena il lusso del desiderio: così, il vino desiderato, essendo supplemento
enigmatico e inutile, si dà come perdita incondizionata, una specie di
cerimonia etnografica con la quale [l’italiano] celebra il proprio potere, la propria libertà di
bruciare energia per “niente”. Ecco, qui di seguito, un test con cui stabilire
la forma dell’appetito di lusso: a
seconda del tipo, i sofisticatori o gli stessi utenti potranno, così, adottare
i vini più congeniali, corretti, naturalmente, oltre che da appositi “vini da
taglio”, anche e piuttosto con una giusta dose di metanolo(che, seppur
equiparato all’alcole etilico in materia di imposta, fa più luxury, in quanto ottenuto dalla
distillazione del legno o per sintesi). In breve tempo, assicurano gli esperti,
la piaga dell’appetito di lusso sarà risanata.
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Di che segno sei?
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│Tabella della Categoria esistenziale e del segno zodiacale
I TIPI DA TRATTARE
Un tipo polemico, avido, sensuale,
cocciuto, irriguardoso ed egoista. Fatto per i rossi asciutti, come Barbaresco
e Barolo, va, più che eliminato con un colpo solo, a poco a poco, quindi
bisogna dosare con cura il metanolo, sostituendolo (a seconda dei casi
geografici) anche con l’anidride solforosa che pian pianino danneggia
fortemente il fegato. Dose giornaliera: 1 litro, anche se il tipo pesa meno di
75 Kg. Vanno bene anche etichette
come Dolcetto, Franciacorta, Marzemino trentino, Sangiovese di Romagna, Cirò,
Aglianico, Brunello di Montalcino, purché le bottiglie contengano vino rosso da
taglio al 50%(un bel Primitivo di Gioia,
che si produce a Manduria e dintorni) e un altro 50% di alcool metilico.
Tipo B
Un tipo che, a furia di essere
tenace e realista, si scopre incallito opportunista. Possessivo, geloso,
ostinato, inflessibile, duro e impaziente: è adatto per vini secchi come il
Nebbiolo d’Alba, il Rosso dell’Oltrepo’ Pavese, il Castel del Monte Rosato(molto
caro ai pugliesi). La dose giornaliera consigliata è superiore al litro, anche
se il soggetto è al di sotto dei canonici 75 Kg. Per la giusta correzione del
grado alcolico, si consigliano 4 parti di vino da taglio a 9°, 2 parti di vino
a 16°(il Barletta, che si produce in
provincia di Bari e di Foggia, poco acido, ricco di colore e di corpo), il
resto acqua, una parte di Rosato di Calabria, q.b. di metanolo.
Tipo C
Uno che detesta novità e sorprese.
Radicato alla routine, attende alla vita di ogni giorno con dedizione. Visto
che la sua qualità portante è la perseveranza, bisogna destinargli vini saldi e
vigorosi, anche un po’ austeri: il Barbera del Monferrato, il Bardolino, il
marchigiano Rosso Conero, il campano Taurasi, il pugliese Salice Salentino.
Naturalmente, la denominazione non va assolutamente controllata, basta il nome
sull’etichetta: da bere a stomaco vuoto in modo da avere nel sangue i livelli
più alti di alcool e un conseguente smaltimento lentissimo. A questo tipo,
inoltre, non va assolutamente impedito che il consumo giornaliero alteri l’equilibrio
della razione: lo si esorti, anzi, a consumare in gran quantità. E i
contraffattori, man mano che le partite immesse nel mercato vengono consumate,
rincarino la dose di metanolo. Si tenga presente che il 25% di questo bel tipo
è tra gli agricoltori, che, come i borghesi della Borgogna, con le vigne,
suonano la natura come un organo…
Tipo D
Un tipo cui piace mettersi in
mostra per essere notato e apprezzato. Tra curiosità e ottimismo, pecca per
eccessiva esuberanza. Insomma, il classico fanfarone dello stivale, a cui, del
vino, in verità, frega poco o niente. Ma, bisogna allettarlo con bianchi briosi
e leggeri. Etichette da usare: Cortese, Vermentino di Gallura, Frascati, Riesling
Italico, Verdicchio di Jesi, Locorotondo. Correzione usuale: chiarificazione,
taglio, soleggia mento, carbonificazione. Un pizzico di metanolo, giusto per il
tono(darà un sapore fruttato e morbido). Se ne consigliano 2(due) litri al
giorno anche per i pesi mosca. In poco tempo, si raggiunge il livello Delta
dell’alcolismo: il soggetto non riesce più ad astenersi da questo lusso e,
perciò, va eliminato con una dose elevata di alcole metilico, anidride
solforosa e, perché no?, antigelo.
Tipo E
Se la passa proprio male fino a
quando riesce a malapena a tirare avanti con un reddito medio di circa 7
milioni[i]. Per lui va bene ogni tipo
di etichetta, grande Doc o insignificante vino da pasto. Il suo appetito di lusso è stato deluso da
tempo, ormai: più che supplemento enigmatico e inutile, il vino, per questo
derelitto della società, è, sì, una specie di cerimonia etnografica ma gli
serve solo per celebrare il proprio “niente”. A tassi elevati, dunque, il
metanolo nei suoi vini in bottiglioni da £ 1790[ii] per litri due: una
sbornia e sopprime, una volta per tutte, i freni che lo hanno inibito
concedendogli, finalmente, il ludus desiderato (death-luxury).
Tipo F
La Banca d’Italia dice che
costituisce il 26,2% degli italiani[iii]. Strano tipo: non riesce
a soddisfare nemmeno il bisogno di mangiare, ma si dà pazzamente all’infelice
procreazione. Figuriamoci se può permettersi l’ appetito di lusso! Comunque, in quella zona profonda, confusa e
permeabile che si chiama “i visceri”,
gradirebbe anche lui del vino: offriamoglielo, con zucchero, anidride solforosa
e glicole di etilenico, ne sarà estasiato e potrà porre fine alla sua inutile esistenza
con il sorriso sulle labbra per aver assaporato il “luxury-wine”. Anche se non apparteneva al 49.2% degli italiani che
risparmiano in immobili.
│Vuesse
Gaudio │© Anni Ottanta secolo
XX
[i]
Si rammenta al lettore che il Test è stato redatto oltre la metà degli anni
Ottanta, all’epoca del grande scandalo del metanolo.
[ii] Vedi nota precedente.
[iii]
I dati della Banca d’Italia si riferiscono agli anni Ottanta del secolo scorso.