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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

□ La lettrice non colta e il "cul" che sottentra...


Ogni volta che , all’interno di un testo complesso, c’è o lampeggia  il significante “culo”, una donna, di qualsiasi estrazione e educazione, ma pur sempre alquanto stupida se non del tutto per niente colta, mi aggredisce urlando che “non si capisce”, cioè, come tocchi il “culo”, quella urla “non si capisce, chi è questo che non mi fa capire?”. Cosa c’è da capire se non capisce? Se si va dentro uno schema verbale o un archetipo-sostantivo, bisogna che la signora sappia che si sia dentro l’antropologia dell’immaginario di Gilbert Durand, altrimenti perché vieni a leggermi, chi te lo ha chiesto, e che  cazzo me ne faccio della tua lettura? Oppure: visto che non capisci, e non ti vergogni di dirlo facendone una regola per chi ha scritto, perché cavolo  lo dici a mezzo mondo che non capisci e 



La lettrice che non capisce  non ha cultura e quindi aggredisce quando sottentra “cul”?  # 
quindi non sei capace di essere all’altezza del testo che leggi sì ma non sai che c’è scritto? Non ti vergogni di non capire, sei  ignorante, stupida, incolta, lo dici tu: non si capisce, non capisci che siamo nella linguistica e nella psicanalisi del “podice”, ma appena poi scrivo la parola “culo” è allora che ti salta la mosca al naso: “Non si capisce, non si capisce!” E quindi io non dovrei scrivere in una mia rubrica in un mio blog di cultura avanzata e di letteratura dichiaratamente patagonica, se non hai letto Baudrillard, se non conosci un po’ di Lacan, se non sai niente che non siano solo certe citrullaggini scolastiche su Barthes, che cavolo vieni a leggere e a pretendere di dirmi che non si capisce, cosa non si capisce? Il podice che non hai più, è quello che non si capisce, ma quello si capisce che ti manca; è sempre per il podice che mi si viene a dire che non si capisce, perché non gli entra più l’archetipo-sostantivo  o quanto meno la pulsione fallica non cozza più verso quel suo archetipo-sostantivo, insomma la signora ha ormai l’archetipo-sostantivo che ha l’epiteto dello “stupido” o dell’”ignorante”, ha l’archetipo-sostantivo, il podice, con l’epiteto “ignorante”, ignora ormai le delicatezze linguistiche e sensoriali che la pulsione fallica dovrebbe incunearle nella libido e nell’archetipo-sostantivo.  Ci fu tempo addietro, e sempre per un post su pingapa, una pornostar, o una ex pornostar, francese che addirittura mi pregò di non fare accenni  nemmeno per copyright al fotografo che l’aveva immortalata quando giovane metteva in scena veri e propri atti di sodomia(1). Il bello che il testo, che era stato pubblicato su pingapa, era un testo che ratificava l’essenzialità del suo esserci, e anzi  ci si lamentava come mai lei non avesse avuto il vitalizio in Francia visto che qui in Italia altre lo avevano avuto! Pare che , allora, è forse questo il senso, trattando il “culo” con “cultura”, c’è sempre qualcuna, che, al momento, rinnega  o non ha il “culo”, che in sostanza affermando che non si capisce difetta di cul-tura.

Rigooglato automaticamente il post su Catherine Deneuve, ma non proprio sull’attrice, si tratta di una rubrica dal titolo “la posa del caffè e la psicanalisi”, in cui sottentra , siamo nell’ambito della psicanalisi e quindi delle sedute, la seduta larga e quindi il poggia sedere, è saltata fuori una signora a “commentare” che non  capiva, e allora che devo fare? Anche l’attrice hard era francese, c’è qualcosa che non torna, quando il culo è francese? La signora,quella di prima, non intendo l’attrice, ha a corredo  foto tratte dal film Belle de Jour, dove l’archetipo-sostantivo e lo schema verbale, non è un mistero, siamo al cinema, si vede no?, sono nell’ambito del paradigma della pulsione fallica, lo capisce questo la mia signora incolta? E se le da fastidio e non vuole capire,non ha la preparazione consona a intendere un certo testo ancorché sia avanzato,  perché viene a leggerlo? Sta pagandomi per caso per avere un testo tutto per lei, su misura  e connaturato alla sua non capacità di capire? #

(1)L’attrice hard francese in effetti ha protestato solo perché nel post o nella didascalia alla photo citavamo il fotografo, con cui lei, da  tempo, aveva ormai rotto il sodalizio, anche perché il soggetto pare che continui a diffondere materiale, relativo a pose di molti lustri fa, su cui non ha la necessaria autorizzazione della fotografata. Dispiace che non abbia potuto, invece, leggere il testo del post con la piena competenza linguistica dell’italiano: avrebbe certamente capito (a differenza di questa signora di cui parliamo che è invece pubblicamente ignorante: lo ha autonomamente affermato dicendo che non capiva quel testo, quindi ignora i paradigmi e gli universi di discorso alla base del nostro post) che, in effetti, pur non sapendo niente del contrasto che c’era tra lei e il fotografo che abusava delle sue foto, noi  esaltavamo il suo assetto somatico e la sua resa fotografica al limite del patagonismo baudrillardiano, arrivando all’auspicio che la nazione di origine le  riconoscesse un vitalizio.