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│Catherine Deneuve
by Jeanloup Sieff
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La Bella sedia di Belle de Jour ■
Catherine Deneuve, per
come stava seduta, era tutta nello schema verbale della posa del caffè, che,
appunto, è patagonicamente ferma, quindi è in uno schema verbale come se fosse
in un archetipo-sostantivo, che, per come e per quanto bisogna attenderla la
posa del caffè, non può che essere la sedia, o un poggiaculo, un sostegno per il podice intanto che la durata prenda
sostanza e liquido e l’anima del caffè sia nella pregnanza giusta per essere
trangugiata.
La sedia, adesso che
ricordo, mi faceva venire in mente la Bella
sedia, che era il nome di una delle posizioni descritte dall’Aretino, e
forse perché era speculare alla Belle de
Jour, il decimo sesto modo del Piacevol
Ragionamento mi poneva a sedere l’attrice francese. Che, a
conti fatti e caffè presi, deve essere
donna di quelle che Ojetti definiva di “seduta larga”. Poi, per quella che fu
in Belle de Jour una vera e propria “segia”,
che pur essendo voce milanese, è pur sempre la sedia a disposizione di tutti. Sedici, poi, anche nella cabala del lotto, in cui è il sedere,
allittera lo schema verbale “sedere”; per questo , nella seduta larga o nella
buona seditura, per quanto patagonicamente immobile e lunga, c’è una sorta di
patafisica del movimento del verbo, che è invece il (-φ) che sommuove l’oggetto
“a” dell’attrice che va componendo la seduta.
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Catherine Deneuve
by David Bailey, 1973
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Seduta
stante la Deneuve seduce: ha una buona seditura; non che si possa dire che
avesse il sedere alto e tondo, superbo di quelle magnifiche ragazze che
Bianciardi ci faceva incontrare nella Vita agra. Ma la buona seditura non è
strettamente connessa a un particolare tipo di sedere. In quegli anni di piombo, in cui ancora stavo
dentro la posa del caffè, la seditura che ora vedo che aveva Catherine Deneuve
è la ragione fallica che connette l’oralità del visionatore tra la tazza, del caffè,
e il sedere dell’attrice: stando così seduta, ti può guardare dritto negli
occhi, con o senza occhiali, e farti innalzare il (-φ ) al medio cielo, dove di solito all’ora del caffè del poeta, lei
stando così seduta ti bagna l’oggetto “a”. Avviene che l’occhio del
visionatore, che di posa del caffè se ne intende, anche perché è venuto su a posa e a psiche, vede
prima di tutto quello che c’è in sostanza nella bella sedia o nella seditura
larga, non certo le parti deretane o i servizi, il didietro, o quel sedere ma
semplicemente, nella seditura larga e durevole di Catherine, quella parola
breve e sonora, beh, diciamolo, citando Manganelli di Improvvisi per macchina da scrivere[Leonardo, 1989], l’occhio del
poeta la interroga e vuole una risposta, lei dice questo, quel culo,
appunto.░ v.s.gaudio
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La Bella sedia│ Targa |
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Japanese poster
for Luis Buñuel’s Belle de jour, 1967
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Belle de Jour . 1967 |
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░ Il
cosmogramma di Catherine Deneuve © astrotheme
Quello che si intende per “buona seditura”
o la “bella sedia”, a visionare il cosmogramma dell’attrice, ha il punctum o il
significante in Marte , tra Urano e Saturno, sulla cuspide del “sedersi”, il
sedersi tra la verticalizzazione e la pesantezza della soma, in aspetto con
Giove, che la amplifica e la rende spettacolare e visibile, non solo
percepibile, essendo in Settima e per giunta nel segno del Leone. L’altra
spiegazione della portentosa seduta larga
la si ha nel grafico a 90° di Ebertin: Marte, che è il deretano, seduto,
sulla cuspide della VI, è la sedia, è quasi a 45° da Plutone, che è in Leone,
mai così spettacolarmente Heimlich, che è l’ottava di Marte, e quindi il (–φ) di chi contempla
la larga seduta.
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