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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Filling In ░ Nicola Caredda & Paolo Pibi

INTERNO18 
arte contemporanea 
ospiterà, dall’11 giugno al 31 luglio, 
Filling in
mostra bi-personale dedicata 
a Paolo Pibi e Nicola Caredda 

La serie di opere che gli artisti presentano sono connotate da un’intensa vena
lirica ed evocativa e riflettono sul “topos” del rapporto uomo-natura nell'epoca
contemporanea. Un cammino, il loro, che si tende tra affinità e opposizioni
tematiche, prospettive difformi e approcci coincidenti. La peculiarità comune è la
critica radicale alla razionalità cosciente e l'emancipazione delle virtualità
immaginative dell'inconscio, per il raggiungimento di uno stato conoscitivo “oltre”
la realtà. Le immagini che costituiscono le opere sono il risultato di un ripristino di
dati, imput, forme, conservate all'interno della memoria visiva e che
generalmente non vengono percepite dall'occhio poiché situate in una zona di
vuoto, priva di informazioni. Tuttavia, attraverso un elaborato processo
denominato “Filling in”, il cervello permette all’occhio di configurare un’immagine.
Gli artisti utilizzano dunque la pittura per rendere visibile il pensiero e la loro
memoria, creando opere dalla forte carica emotiva, con soggetti
autonomamente attendibili ma che, nel contesto, diventano scomposti, kafkiani.
Condivisa è anche la tecnica con la quale realizzano le loro opere, trattasi di
acrilico su tela. Nei lavori degli artisti è possibile evidenziare un uso analitico della
luce atmosferica che ne unifica i vari piani e soggetti, come un connettivo dorato
e avvolgente che li lega allo sfondo. I dipinti sono caratterizzati da tonalità date
dalla progressiva sovrapposizione di velature di colore che rendono il chiaroscuro
morbido e permettono di ottenere colori intensi e saturi, tanto nelle zone a cromìa
brillante che in quelle più scure. Un automatismo dunque, il loro, che li porta a
trasfigurare la realtà ma non a negarla.
░ Nicola Caredda nato a Cagliari nel 1981. Vive e lavora a Milano.
░ Paolo Pibi nato a Oristano nel 1987. Vive e lavora a Milano