La grammatica non
può estradare un gerundio, il giudice di pace sì ▌
Vi sono molte cose che una grammatica
adeguata di una lingua naturale non può fare: per esempio aprire un’ostrica. Ma
chi ha mai pensato che una grammatica potesse aprire un’ostrica?[i] Non certo un leghista, e
nemmeno la cortigiana di Paul Lafargue o gli eletti del Capitale. Le perle che
si spera di scoprire grazie alla grammatica sono di un tipo assai diverso: la
visione della struttura di una lingua, la comprensione delle capacità linguistiche
e del comportamento dei parlanti nativi e così via. Ma, accanto a questa
indubbia incapacità di aprire le ostriche, e di innaffiare i cetrioli, c’è
ancora qualche altra cosa che una grammatica adeguata non può fare, anche se
molti credono il contrario, e cioè distinguere tra frasi ambigue e frasi non
ambigue, in particolare quando, con l’innaffiatore accovacciato, la pia donna
viene a fare la giumenta di compare Pietro per riempire di cetrioli il suo
paniere.
Beh, che dire? Paul Ziff era ottimista.
La grammatica non può estradare un migrante non solo perché è un gerundio, come
ha appurato il partito della Lega nel nome del suo segretario che – a proposito
di partito – prima o poi ci farà sapere che è assodato che sia un imperfetto, a
meno che non venga accolto – come è d’altronde già accaduto- dalla mafia
calabrese, che, avendo perso da un po’ di tempo, mettiamo il tempo di una
Repubblica?, una “f”, adesso fa prima, che, è risaputo, è un participio
passato.
Però, accanto all’indubbia incapacità di
aprire le ostriche, innaffiare i cetrioli, farli raccogliere da una giumenta
col paniere grande, estradare un gerundio, c’è qualcosa di strano nel fatto che
un giudice di pace, in questa terra di poeti e di leghisti, di marinai e
bagnanti, di scrittori a pagamento ed esattori di Stato, di festival della
canzonetta in cui si intervistano in differita signorine che volano nello
spazio e poi vince il volo, e nessuno che sorride, e anzi: tutti a dire: che
t’avevo detto ch’era il volo che volava?,nel fatto che un giudice di pace possa
estradare un gerundio! Che è una cosa portentosa, altro che volo mentre si
canta…Se si pensa che anni fa, nel paese del poeta, c’era un giudice di pace
che faceva il grossista, tra l’altro, di granone per galline(e galli) e che –
mi viene da ridere, ma non perché mi diverte – quest’uomo poteva avere
l’informativa di una forza dell’ordine su un cittadino straniero e decretare
quello che una grammatica adeguata di una lingua non può fare!
Dal canto suo, anche ignorante è un
gerundio. E avrà il vitalizio da parte della Repubblica che ha quella
grammatica adeguata alla sua lingua naturale; e,chissà?, in mezzo, anche la
gestione del Miur o, mancando questo, una honoris causa da una università statale
allocata in una delle regioni dove quella banda ha perso una “f”, che è una
vocale per come faccia soffiare.
[i]
Paul Ziff,
Quel che una grammatica adeguata
non può fare, in: Idem,
Itinerari
filosofici e linguistici,
©
1966; trad.it. Laterza, Bari 1969.