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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Il mondo non è banale? ⁞ Julia Roberts la pagano per collezionare collant

«Neri o a pois» 

I collant di Julia Roberts
Mentre uno sta vivendo la propria giornata mortale, gli arriva la notizia che Julia Roberts adesso va matta per il collant! La ricchezza, d’accordo, non è tutto, altrimenti perché faresti la pubblicità per i collant di Calzedonia se prima, come vedevi un collant, ti prendeva una crisi isterica di quelle che anche gli insetti molesti fanno nugolo attorno a dieci donne con il collant e a te, che hai la crisi-vs-collant, ti lasciano stare e quindi sarai poi negativa al betamosone, visto che non l’hai dovuto spalmare sulle punture di cui sei stata privata. La vita è dura, non solo per gli insetti, anche per chi fino al mese scorso non portava il collant e,adesso, i quotidiani nazionali ci fanno lo strillo di seconda colonna che Julia Roberts, oh Gaudio!, adora il collant e, forse, non ha più i cento orgasmi al giorno che presumibilmente aveva come protagonista del film “Pretty Woman”, in cui non portava il collant, perché faceva prima e non c’era la necessità di doverlo cambiare dopo l’uso. Il collant, se andiamo a vedere, è meglio della povertà, se non altro perché contiene e l’estate non lo metti; la morale è che tutte dobbiamo portare a cavallo il nostro collant, con o senza mutande, ma è meglio farlo quando facciamo la pubblicità per Calzedonia. Infine, teniamo sempre presente il fatto che il collant costa meno di un leggings e, quando viene la stagione fredda, ripara la regione pubica e del podice dal rischio del congelamento sensoriale. E, anche dal punto di vista della religione di stato, non è prescritto che, per mettere il collant, la donna (che lo mette) debba dimostrare di essere praticante e devota. Poi, oh Dio, se va in pellegrinaggio, è meglio che lo metta, non si era detto a un certo punto che c’erano certi monaci che, non solo nella Festa della Perdonanza, bevevano GHB manco fosse Sangiovese o Santa Maddalena o, se birraioli, la Leffe, la “Blonde d’Abbazia Belga” dal 1240?