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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

L'Herkunft del Presepio, la Politica e il Gran Cordone ⁞ Mario Grasso


PRESEPIO SIGNIFICA GREPPIA O MANGIATOIA, PER ESTENSIONE STALLA. by Mario Grasso
Ce ne sono voluti di secoli per scoprire le origini persiano-palestinesi-giordane (?!)delle tradizioni  popolari italiane in materia di presepe o presepio che dir si voglia. Il significato originario è stalla ma per dirla con la filologia sarebbe più appropriato tradurre greppia o mangiatoia, infatti  tenendo conto del prae (davanti) di praesepium, e dal derivato del verbo sapire che vuol dire recingere, far siepe,  si può essere propensi  a  pensare all’incassato di una mangiatoia. Un nome che come vedremo si coniuga con quanto, a sua volta, confina e smargina nella politica come professione. Ma procediamo con ordine. La querelle prese moto e pretesto dall’ alzata d’ingegno di un preside lombardo che, stando alle cronache, avrebbe proposto una non meglio identificabile “Festa d’inverno” in sostituzione del Natale e dei suoi riti tradizionali, in primis il presepio, cioè la greppia. Il tutto sull’onda lunga del rispetto per le tradizioni musulmane di tanti alunni e, superfluo ricordarlo, in aggiunta alle emozioni per i tragici esiti terroristici del barbaro attentato parigino. Ma senza escludere di alcuno  qualche revance subliminale di futuro politico-elettorale personale in funzione “greppia” (Presepio- mangiatoia).
Politici come l’ex ministro Ignazio La Russa, la signora Gelmini, anche lei ex ministra, e uber alles il prorompente Matteo Salvini della Lega, cogliendo al volo l’alzata d’ingegno del preside (simpatizzante Cinque Stelle?), da severi  mastini delle tradizioni popolari italiane legate al presepio-greppia o mangiatoia , hanno inscenato a Milano proteste e dimostrazioni, anche canore, nelle adiacenze di alcuni istituti scolastici cittadini. Superfluo ripetere la funzione e missione dei sopra nominati personaggi politici, ormai di lungo corso, talmente legati al sentimento di difesa delle tradizioni da poter ambire, che so, a un istituendo Gran Cordone del patriottismo, o di altra benemerenza che ne additi ai posteri saggezza e sapienza.  Certo, nel rispetto della gradualità dei meriti, che per la Gelmini andrebbero valutati dal punto di vista del canoro, per La Russa della gestualità e fonetica, mentre per Salvini dall’angolo della straripante erudizione storica e comunque enciclopedicamente onnicomprensiva del soggetto, se si considera la sua competenza in materia di tradizioni popolari, intesa come padronanza epistemologica. Si dovranno  tener presenti, infatti,  le valutazioni da addebitare a quanto di ulteriore c’è da dire sulle origini del presepio e sui contorni affascinanti che ruotano attorno alla sua storia intesa, appunto, squisitamente ed esclusivamente alle sue origini. Origini che perderebbero uno dei  colori leggendari senza la presenza della Stella-Cometa (le maiuscole sono d’obbligo) e dei Magi. E sì perché, sicuramente, è di tutto quel mondo, tra mistero e leggenda, che uno studioso d’alta cultura  come Matteo Salvini, (che ritengo cultore particolarmente  di filosofia della scienza) vuole dissertare quando distribuisce modelli plastici di presepio schiumando concetti sopra concettualità in materia di tradizioni del presepe, appunto.
    Orbene è nel Vangelo secondo Matteo (Matteo! Quando si dice i nomi!)  che viene espletato tutto il discorso sui Magi  venuti ad adorare il bambino Gesù in numero di tre e i cui nomi: Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, altro non  trasudano che un sigillo di ufficialità nel riconoscere (proprio loro!) nel neonato di Betlemme,  quanto annunciato dalle profezie di cui loro Magi, appunto,  erano depositari esclusivi. Insomma giunse l’occasione di aggiungere ai magi o maghi che definir  li si voglia, considerati addetti a tenebrosi commerci con il Demonio, altra qualità, quella di maghi buoni, alla mano, da poter definire maghi  domestici, al momento di farne altrettante icone per il presepio. E  va bene. Ma il nostro discorso mirava a rendere a Salvini e Compagni, guardiani di greppie-presepi,  il merito della loro strapassione per le tradizioni  collegate con quanto di persiano e palestinese e giordano è sacra memoria. Una netta distinzione legata alla purezza  della istanza  sostenuta, che, intanto è lontana distanze astrali dalla cristianità e dalla predicazione di Gesù, in quanto il buon Salvini non è sicuramente tra quanti darebbero al pellegrino acqua per dissetarlo o pane per sfamarlo, né gli darebbero asilo o guancia. Salvini & C. fruiscono del presepio (che significa greppia  o  mangiatoia) per potere esibire la straordinarietà non solo della loro erudizione storica, ma anche quella epistemologica  del pensiero come faro di una remotissima  civiltà, quella che aveva preceduto il presepio.

Insomma preservando  il presepio, Salvini e compagni cosa dimostrano? Dimostrano di non essere razzisti, infatti tutti i componenti del presepio erano arabi, quella volta, e i Magi altro non sono (furono) che  maghi e sacerdoti della setta dei seguaci di Aura Mazda, Dio supremo, creatore del cielo e della terra (Zoroastro era stato il fondatore del Mazdismo), venuti a suggellare il significato della venuta al mondo di Gesù. Il presepio come simbolo virtuale di amicizia (di Salvini, lo ripetiamo) con il mondo arabo. Inoltre, il segno di una inclinazione subliminale alla greppia della politica, cioè al presepio come occasione politico elettorale, la greppia che, con altre parole, rappresenta il far politica, da sempre. Una mangiatoia a vita, o presepio che sia tanto il significato non cambia. Quanto alla pratica cristiana del Pellegrino, tutto è da ridiscutere e per Salvini e Compagni, cioè non sia il caso che se ne parli. Dovrebbero essere i cittadini a capire che c’è tanto da capire da quello che è accaduto in Lombardia in seguito alla estemporanea alzata d’ingegno di un preside. Capirlo e coglierne il profondo e ulteriore significato sostituendo alla parola presepio la sua accezione appropriata  di mangiatoia.