|
Una puntata della rubrica di cucina di Marisa G.Aino
per "Minni" |
Di tutte le meraviglie della natura,
tolto il pioppo d’estate e tolta anche
Minni per le ricette di Frutta e
fiori in cucina di Marisa G.Aino[i], dell’interruttore della
luce si può dire quel che si vuole ma che non sia la più notevole, anche
quando, come lo clicchi, ti parte sempre una delle sette lampadine del
lampadario e tu dici che l’avranno inventata la luce elettrica e servirà pure a
qualcosa ma com'è che ancora non hanno trovato un’officina che sappia fare
delle lampadine che, invece di dire che durano 10000 ore, e non durano che
ventisei minuti se accendi una sola volta dopo ventisette minuti che hai messo
la lampadina nuova, durino almeno ventiquattro ore.
Mini-Lebenswelt con Woody Allen ⁞ La Bisaccia di Plutone
Il problema fondamentale è
che, una volta che è partita l’ennesima lampadina, non ci sia più la
possibilità di comprarne altre, oppure che non si riesca a capire dove le
venderanno la prossima volta. L’interruttore , che dire? Solo Dio può creare un
interruttore, forse perché è difficile che li facciano ancora in manicomio,
come mi pare che facessero all’inizio degli anni Settanta non solo nel Bel
Paese. Il bello è che ne ho evidenziato la manifattura in una poesia e, poi, a
rileggere quei versi[ii],
trovi anche che ci sia un rapporto metonimico con la condensazione e lo
spostamento della psicanalisi e vieppiù con la metafora e la metonimia che, chi
fu all’origine di questa accensione?,
Albert Henry, mi pare, che, riaccendendo di nuovo l’interruttore, tirai
in ballo per via
|
La cover dell'Anterem che contiene
parte de La Sineddoche degli amori
di V.S.Gaudio |
della sineddoche degli amori[iii], quella faccenda
dell’erizzo che ti viene e, se non fai i piaceri singolari alla Harry Mathews[iv], che tanto li ha già
fatti lui, che fai? La sineddoche degli amori, che, non c’è un modo migliore
per farsi le seghe, se siete ancora nella fase puberale, che, di questi tempi,
si è allungata di brutto e i riti di passaggio di quel von Gennep, mi pare che
si chiamasse così, sono bell’e andati, anche perché erano di passaggio; e,
stavo dicendo, che se siete in quella fase lì, qual è la cosa migliore se non
quella di comportarsi in modo consono a quella età; così che anche se vi date
pazzamente alla sineddoche degli amori non diventate né ciechi e nemmeno calvi,
e poi gli oggetti in questo modo sono sempre a portata di fantasma e di oggetto
“a”, e non è prescritta né la conservazione dei capitali né la frugalità, come
hanno doviziosamente dimostrato molti monaci negli ultimi decenni con l’uso del
GHB. E anche altri monarchi del capitale e della gnocca, che, seppur non sia
correlabile a nessun grado di bellezza, è pur sempre che il pelo tira di più,
anche se la gente continua a credere in Dio, anche perché si vede che lo vedono
perché altrimenti gratificherebbe tutte le loro pulsioni anche le più sozze e
suine? Lafargue, poverino, non aveva capito un cazzo, tra religione e capitale,
la sostanza è nella cosiddetta bisaccia di Plutone, che, come dicono quelli che
fanno astrologia e non l’oroscopo dell’Internazionale, è il pianeta dei
coglioni: coglioni, per questo determinismo che spunta fuori ogni volta che c’è
un pianeta, che ti fa girare appunto le palle con la sua rotazione, sembra
allora che lo si sia per nascita e sostanzialmente i coglioni in cultura non
seminano nemmeno con la luna buona, a meno che non abbiano, appunto, la
bisaccia di Plutone, che, quando ce l’hanno, nella Magna Grecia più lussuriosa
com’è che dicevano? Che il soggetto ha la cuglia,
la coglia, la bisaccia di Plutone, che, in medicina, avrebbe dovuto essere
l’ernia. O anche quel gran culo, che, anche qui, non ha nessuna relazione con
la bellezza, e che è nell’orbita della bisaccia di Plutone: voi guardate tutte
‘ste culone che girano in tv, sul web e al cinema e poi andate a guardarvi il
loro cosmogramma su Astrotheme e che
vedete? Che hanno una bisaccia di Plutone che manco la Rocca Canterano di Gioacchino
Belli! Culo e cuglia, e non si va
saltellando nel bosco a raccogliere le violette, semmai i funghi, ma questa è
un’altra storia o, se vogliamo, un altro piacere singolare, al limite ci si
mette a cantare, specialmente quando vi sposate e andate dicendo come un
cretino che anche il vostro è amore romantico, e la cosa meravigliosa è che
finite col crederci soltanto voi, anche se sapete benissimo che il vostro
matrimonio è stato disposto non dal dispositivo di alleanza, di foucaultiana
memoria, ma dalla discesa dello spirito
santo sul vostro assetto di congiunzione carnale. Per questo, i piaceri d’amore
durano un attimo, e si chiava divinamente, o con gaudio, se si preferisce, e il
matrimonio dura un’eternità: a conti fatti, e,poi, anche se non c’è la successione,
o non è successo un cazzo, fatta la mano morta, che fine avranno mai fatto i
vostri pensieri morbosi, tutti bruciati durante la passeggiata di mezzogiorno?
E quel demone meridiano non era lui, quello con la bisaccia di Plutone?
[i] Cfr. la rubrica culinaria
[“Frutta e Fiori in Cucina”]
curata da Marisa G. Aino sin dal primo numero di “Minni & company” della
The Walt Disney Company Italia Spa, a metà degli anni Novanta.
[ii] Cfr. Appendice in
manicomio, in: V.S.Gaudio,
La 22^
rivoluzione Solare, Milano 1974: “In rapporto di classe al maniaco/ ogni
giorno danno trecento lire e il brodo/ allo schizofrenico duecento lire e il
brodo/ per tutto il tempo/ l’interruttore è veto, un clic psicotico/ il valore
della forza-lavoro è ergoterapia, caro Sigmund/(Marx a Novara non c’è mai
stato)”: pag. 100.
[iii] Cfr. V.S.Gaudio
, La
sineddoche degli amori, “Anterem” n.25, Le ragioni della poesia, Verona
aprile 1984.
[iv] Harry Mathews, Singular Pleasures, P.O.L. éditeur 1983.