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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Il mondo non è banale? ♦ Ofiuco a nord e la Balena a sud !

Il box dell’Ofiuco nella rubrica di Vuesse Gaudio per “Chi”, part. in uno dei numeri del 1995 v
Il mondo non è banale?  Il ritorno di Ofiuco, che gioia! E la Balena l’ha preso in culo?
Ma non c’era una trappola di quel caporedattore di “Chi”, quando fu trasmutato, da “Noi”,  in testata del gossip lustromonarchico, in virtù della sola imposizione dei caratteri tipografici e arrivò così quella signora a dirigerla, che tutti sapevano chi fosse ma, come l’Ofiuco, nessuno aveva mai visto in carne e ossa, e questo caporedattore, allegro esperto in mistica applicata alla chiacchiera, miracolistica per sentito dire e monaci perseguitati dalla Santa Romana Chiesa, ma forse non dallo Ior, fece questo miracolo, disse, di punto in bianco,  al poeta, che teneva la rubrica per “Noi”, che era sottotitolato il settimanale degli italiani, anche quelli all’estero, presumo,  che, siccome è venuto il nuovo direttore e “Noi” è diventato , op-là, “Chi”, abbiamo fatto la bozza  per la tua rubrica, che prima era addirittura doppia, che, adesso, ci abbiamo aggiunto, noi, che sappiamo tutto delle galassie e delle costellazioni infinite del pensiero e delle culture anche le più occulte e divine, una signorina, che ha parenti  amministratori o dirigenti elevati qui in casa editrice  ed è membro di una delle minoranze che su tutto , come arrivano o ne fanno richieste, vantano quote e quindi , che dice? mio caro poetino saraceno, le piace?, ci abbiamo aggiunto l’i king, è un’aggiunta a cazzo, senza capo né coda e nessun principio, ma tant'è, la quota è sua e questo è, cosa vuole? D'altronde: mica una si mette con le pagliuzze, gli stuzzicadenti o le monete, che pure Ubaldini aveva dato con l ‘I King fatto nel 1950 nella collana diretta da Ernest Bernhard, ma che tutti hanno perso, ma bastano lo stesso  3 cinquanta lire, dicevo:  per rispondere al suo angosciante dubbio, come farà a fare l’i king, segno per segno, settimana per settimana: immagino che segni su un foglio di carta Ariete e fa il lancio delle monete così com’era prescritto nell’edizione italiana dell’I King, tradotta dal tedesco e non dal cinese, che, a quei tempi, chi te li davi i cinesi, non c’era  ancora nemmeno la  Chinatown di Prato:  ed esce l’esagramma della settimana e lei enuncia la previsione o il consiglio, è carino no? Però, disse al poeta incredulo e allocchito: veniamo a noi, allora, ho voluto mettere l’Ofiuco, la conosce lei quella teoria dei 13 segni zodiacali, mi sembra che abbia un libro che ne tratta e che nella libreria sul primo ripiano, in seconda fila, ben nascosto, come si conviene che sia  per l’Ofiuco? E allora, se lo prenda quel libro, e ci faccia, ogni settimana, il box predisposto da noi per l’Ofiuco, ha capito?
Il box dell’Ofiuco nella rubrica di Vuesse Gaudio per “Chi”, part. di  uno dei numeri del 1995 : Jane Birkin v
Avevi capito che se l’erano studiata la trappola, caro poetino di Mia Nonna dello Zen: difatti, quando andasti a prendere il libro per mettere a posto l’Ofiuco e fare  la giusta inserzione non solo temporale ma anche paradigmatica non lo trovasti più, ti ricordi? E allora che fare? Se non lo faccio, questi mi tolgono la rubrica, e chi l’aveva preso il libro dalla tua libreria? E chi? Appunto: “Chi”, l’aveva tolto dallo scaffale “Chi” sappiamo tutti chi fosse e “Chi”, adesso, impiantava la trappola: se non eri tu, quello che sei e loro non lo sanno mai, avresti buttato via le carte e via, era fatto: t’avevano tolto la rubrica  facendoti dimettere! Invece, hai messo l’Ofiuco , che, in cuor tuo, era un esplicito omaggio a quella signora che era arrivata da “Gioia” per defenestrare il “Gaudio”: come il segno dell’Ofiuco, tutti sapevamo che c’era, c’era il nome nel cartello, tra una costellazione e l’altra,  ma che pochi, con potenti  telescopi, solo quelli che ne potevano reggere la luce stellare potentissima, avevano potuto avvistarla per brevi osservazioni incantate.
Poi, per via del Serpentario, che ha sempre a che fare con draghi, Ercole, che uccide il serpente del fiume Sangarius; Esculapio, abile nel curare il morso dei serpenti; e il medico francese della sifilide Jules Parrot, che, vai a vedere, è proprio sul suo Sole radicale che fa ombra Ofiuco;  e altri uccisori del drago, tipo Carnabone che uccide uno dei draghi di Triptolemo e forse anche Cilistaro, lo dice anche l’Enciclopedia Britannica, che scrive che la costellazione del Serpentario era chiamata anticamente Esculapio, che cosa rispose il poeta a quel membro di “Chi”? Che, in pratica, c’è una teoria che porta i segni a 14, che se, nell’emisfero settentrionale, e ogni riferimento al territorio dell’editore del giornale è puramente casuale, c’è, sopra il Sole di Parrot, Ofiuco; giù, nell’emisfero meridionale, nel Manazil che gli Arabi e i Saraceni chiamano Aldebaran, l’occhio di Dio, a guardar bene, nella profondità del cielo, c’è la Balena!