Pingapa ▌PLUS▼

Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Balaboo Clif ⁞ Ugo Nespolo | Gio Ferri | Rosa Pierno | "Testuale" 57

UGO NESPOLO | daÄ Balaboo Clif
GIO FERRI|É
all'apice dell'instabile colonna* si regge ondeggiante la paura dell'umana gente arcobaleni promettenti forzano coraggiosi eventi oppur sommossi cieli dispiegano e arruffano i violenti venti è l'avventura dell'uom ardito stilita ma come non sa indicar saggio la dritta tanto che saliamo ma sentiam la fitta della mala ora che ci minaccia e c'indolora ma non molliam la presa se la natura ci sorregge quando l'abbiam capìta se la nostra malìa non è rapita e la nostra poesia si fa pur essa ardita misteriose sono le ragioni dell'inutile vita e il nulla si fa maggese prolifico se sappiamo rischiare il disinfinito rostro contra vigor malefico d'ogni mostro finché non riconquistiamo dall'albero proibito il dèmone del saper nostro non è sforzo vano il colpo di mano che ci libera dal vano oscuro della ristrettezza nella speranza ognor minacciata di sua salvezza quando stringe la cavezza il cavalier crudele che ci sferza e ci attanaglia nel dolor e nella disperante inerzia
eppuranche le stanche ossa vogliono saltar la fossa rossa la terra di sangue e di guerra cercan in alto il poter del salto la sua misura oltr'ogni impaurita arsura della mente ai sensi insensati affluente

* Luis Bunuel, "Simone nel deserto'


Rosa Pierno
Ugo e Gio: GiUoco!
Nespolo e Ferri si danno guerra a colpi di segni


Uno straordinario caso di mimesi, di dialogo in cui ciascun avversario, metamorficamente, assume le forme e le posizioni dell'altro, sorta di adescamento per segni, trappola soltanto paventata, con suadenti richiami subito smascherati e rovesci imprendibili che riaprono la partita: ecco che cosa si tesse tra le pagine della querelle tutta segnica tra i due maestri: Ugo Nespolo e Gio Ferri. Il primo, che con perizia dissemina di virgole, vuoti e pieni, curve e nastri la pagina di sinistra, snodando sequenze in punta di pennello come un narratore; il secondo che finge di rispondergli, di seguirlo, mentre in realtà dissemina ben altri sentieri con significanti tipografici che veicolano il senso come farebbe un tratteggio virulento e a tratti puntuto.

$tutto su: Testuale n.57