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Michelangelo Pistoletto|Superfici Specchianti 1962-2000
by Galleria Il Ponte
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Intorno al 7
Beppe Bonetti
7
numero denso di rimandi e risvolti.
Variazioni sul 7: accarezzare la simbologia – abbracciare i misteri
della cabala; risalire gli angoli delle disquisizioni filosofiche – discendere
negli abissi della fede; immergersi nell’oscuro territorio dell’alchimia –
ergersi sulle vette frananti della matematica.
7
semplice convenzione tra le altre,
nata dal bisogno umano di conoscere e comunicare, tanto più lampante
nella sua presenza sulla pagina che registra la scrittura – sulla tela dove si
specchia la creazione – quanto più s’infrange in miriadi di sensi, veritieri
come le verità assolute che intendono negare.
7
perfetta quantità di segni con i
quali creare, perché “…sei sono pochi e otto sono troppi…”: dunque 7,
quante sono le perentorie parole emerse all’incrocio tra astrazione ed empatia,
pronte a negare teoriche esattezze di probabilità pittoriche.
7
metarazionalità di un numero che si
completa nelle varianti di cromie possibili e si conferma sui campi netti della
pittura, attraverso la presenza di segmenti capaci di invaderne le aree, di
accumularsi e disporsi creando un sopra ed un sotto, un prima ed un poi, un
positivo e un negativo.
Per ogni opera, lo stesso
principio, regola ultima cui aggrapparsi per lasciarsi andare alla deriva,
stupore del calcolo di fronte all’estasi del non calcolabile: “…7 segmenti
uguali disposti in modo orizzontale, verticale, diagonale ma anche in posizioni
intermedie non possono più essere calcolati nella loro posizione. Gli stessi 7
segmenti disposti in modo casuale nella lunghezza ed in tutte le posizioni
intermedie (infinite) aprono possibilità esponenziali di “rappresentazione”.
7
come i veli di Maya che l’arte deve
saper lacerare e scoprire, alla ricerca di una verità che fin nel nome contiene
l’idea di una rivelazione che è svelamento: perché “…ciò che conta, non è l’alternativa
rivelare / velare, la verità come alethéia (…) bensì l’evento della
rivelazione, nella performatività che gli è propria” (Derrida).
Svelamenti attraverso
stratificazioni, sovrapposizioni e incroci di segmenti tesi nelle gabbie di un
numero capace ogni volta di rinnegarsi.
Piet Mondrian and Pétro (Nelly) van Doesburg
in Mondrian's Paris studio,
in 1923
7
ovvero: das Unheimliche –
l’elemento perturbante che, da Freud a Heidegger, da Barthes a
Derrida, rivela il pensiero della differenza, la possibilità del non emerso,
del non conosciuto eppure avvertito, che intorno al 7 s’aggira
e si cela, si rivela e rinnega, senza mai sapersi – volersi – risolvere.
E l’artista? Innesca la variazione,
sospende il risultato, chino sul campo-tela dove s’addensano i segni-segmenti
di una racconto ignoto, nato all’ombra delle teofanie raziocinanti di Mondrian
e cresciuto in nome delle verifiche metafisiche di Malevich… Ma questa è
un’altra storia, la storia dell’arte, delle discendenze e delle negazioni, dei
maestri e degli allievi; una storia che, dalle Variazioni sul 7,
passa attraverso il 5 x 5 = 25 dichiarato nella Mosca di
primo Novecento da artisti pronti a fare tabula rasa delle grida e delle
escandescenze espressioniste.
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Michelangelo Pistoletto| Frattali |
È la storia dell’azzardo, del
calcolo delle probabilità, è la storia di un tempo che scorre e si deposita,
materico come gli innumerevoli granelli di polvere sul Grande Vetro di
Duchamp, gradiente come il diario numerico di Opalka; è la storia dello sforzo
della ragione di dare un senso all’universo, da Fibonacci a Merz, è la storia
della forma che si fa numero e viceversa, dai Frattali di
Pistoletto ai kilim dell’uno e bino Alighiero Boetti, dove è possibile creare
l’ignoto attraverso la regola matematica Alternando da 1… a 100 e
viceversa.
Alighiero Boetti | Alternando da uno
a Cento e Viceversa, 1993
Con le Variazioni sul 7,
ricerca che l’artista prosegue e affronta da oltre un ventennio,
l’estetica si confronta con il pensiero della differenza. Ovvero della
Metarazionalità. Sulla quale c’è ancora molto da dire. E da ri-velare.