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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

La pulsione "K" di Klelia Kostas ♦ La posa del caffè e la psicanalisi 41

Conobbi Klelia Kostas proprio nell’anno in cui uscì in Italia, da Astrolabio,  L’Introduction à l’analyse du Destin di Leopold Szondi[1], nella collana “Psiche e Coscienza”, quella in cui, nel 1950, quando la dirigeva  Ernest Bernhard, fu pubblicato l’I King[2]. Non avrei mai voluto conoscerti, le dissi a un certo punto della nostra storia, quanto avrei  voluto  solo e sempre inseguirti, qui sotto i portici di via Cernaia, e anche sotto quelli di via Po e di via Roma, per i tuoi capelli rossi e non per i tuoi occhi verdi[3]; adesso che ti conosco, le dissi un giorno, mi dici dove pensi che possa essere la pulsione K, o, meglio, il fattore K, che è il bisogno di coartazione dell’Io e della tendenza all’incorporazione, a formare ideali oggettuali di appropriazione? E mi guardasti con quegli occhi e quel sorriso a bocca serrata che solo tu avevi, per come sapevi all’improvviso passare alla tendenza K-, tra negazione e rinuncia, inibizione e rimozione, dai non negare il mio esserci, questo ti dissi, non sai che io sono il poeta col punctum di Attila, che ha la potenza solare della Canicola e del demone meridiano, anche se Roger Caillois, quando non ero ancora nato, non poteva saperne niente e quindi tacque in merito?
Klelia Kostas © 1972

Il fattore pulsionale K di Klelia Kostas : poteva essere  tra narcisismo primario e isteria di conversione, o forse tra feticismo e l’elaborazione matura degli ideali oggettuali, e allora perché non faceva il critico d’arte o il soldato, anche il tipografo sarebbe bastato  o l’insegnante di matematica se non di filosofia: il tuo spirito che si assoggetta all’ordine, il predominio della ragione, la meticolosità feticistica della tua funzione al Museo di Bagdad?
Allora fu quella volta che mettesti sul giradischi Wish you were here[4] dei Pink Floyd, pure quello del 1975, e venne fuori che  il mio umanesimo etico, correlato, secondo Leopold Szondi, per via dell’enuresi, alla pulsione uretrale, quella del fattore “e”, che, ci mettemmo a ridere, stava per “enzo”, vaffanculo l’epilessia essenziale che invece, e qui cominciammo a ridere sul serio, correlavamo all’acronimo v.s., per via dell’enuresi, certo, e la piromania dove la metti, ci dicemmo all’unisono  in quella primavera così esplosiva?
So essere buono, ti dissi, ma per questo tu pensi che potrei fare l’aviatore o il marinaio? E tu:
Klelia Kostas ©1978
(il quadro è a colori;la riproduzione
in bn è stata
effettuata da "Lettera" n.18,
University College Press,
Cardiff ottobre 1979)

so essere fredda tanto potrei essere egocentrica, mi rispondesti, e per questo tu pensi che potrei fare l’ingegnere, l’impiegato postale o il contadino?
Per via dell’Angelus di Millet e anche della Carriola, che, nel Foutre du Clergé de France, fa 30, la metafisica della tua pittura e questa propensione a raccogliere cetrioli, come contadina è così che ti vedo, e la tua estetica feticista, anche una certa predisposizione catatonica,  il tuo fattore pulsionale “k”, che hai raddoppiato, sei più per il furto con scasso come me che sono piuttosto propenso all’omicidio passionale, anche se non potrei mai fare il panettiere o il fuochista di caldaia.


La posa del caffè e la psicanalisi  41
! Il fattore pulsionale “K” di Klelia Kostas
E tu nel Foutre, che numero faresti per la tua pulsione “e”, quella del clistere portentoso, che, se non sbaglio, fa 31, che, è risaputo, è la posizione congeniale a chi si distingue per misericordia, dolcezza, pietà, tolleranza e senso acuto della verità?
Quando ci si rende conto che avremmo potuto amare una donna, quella donna, e per questo avremmo preferito inseguirla, con quella pulsione “k”, così raddoppiata, tra narcisismo primario, feticismo e negazione, il poeta lo vediamo che ora è sotto i portici di via Cernaia, catatonico dinanzi alla vetrina della Pasticceria “Querio”, ormai era chiaro che nessun amore sarebbe mai sorto tra di loro, nemmeno il tiepido e povero legame della lussuria, non perché la donna fosse robusta e casta, nemmeno  perché fosse tardivamente tenera, semplicemente era un amore impossibile, e l’impossibilità, come scriverà più tardi Manganelli nella Centuria Cinquanta, “ha della favola, trasforma tutte le chimere dell’attesa amorosa”[5]: il poeta, e forse in maggior misura anche lei, la pittrice, avevano pensato ad un universo diverso da quel che era, giacché, era chiaro, l’universo in cui vivevano non prevedeva il loro amore, non solo per via dei fattori pulsionali e della colonna sonora dei Pink Floyd, si poteva aggiungere che un amore non comincia, non finisce nemmeno, davanti alla pasticceria Querio, non perché ci sia l’abbondanza della dolcezza in vetrina e la dolcezza del poeta a guardarla, ma è che egli avrebbe voluto vivere una storia diversa, anzi non avrebbe voluto vivere nessuna storia con quella donna dai capelli rossi e con fattore pulsionale “k” doppio, avrei voluto soltanto inseguirla qua sotto e guardarla di sguincio magari quando si ferma anche lei a guardare la vetrina di “Querio” , e, per via dei nostri corpi effimeri, anche davanti alla vetrina dei formaggi di “Borgiattino”, un problema sentimentale non è un problema cosmico, può essere semplicemente una Battaglia dei Gesuiti e, malgrado le apparenze, e le animule fantasticanti, tra 30 e 31, e il punctum di Attila del poeta, che, nella bipolarità del fattore pulsionale “e”, converte le esigenze di Abele in quelle di Caino,cosicché quella bontà iniziale venga commutata in cattiveria e rabbia e il desiderio etico in tendenza  alla distruzione esplosiva.
Tra metafisica ed etica della devoluzione, tra catatonia o
Klelia Kostas   © 1977
Il disegno, originariamente 
della Collezione V.S.Gaudio 
& Marisa Aino,
è stato donato nel 1978 
a Francesca Aino
isteria di conversione e accumulazione di affetti brutali, una filosofia della sottigliezza come artificio fondamentale, non vivendo della nostra propria energia, della nostra propria volontà, ma di quella che sottilizziamo agli altri, al mondo, a chi viene amato, a chi viene odiato, vivere di un’energia surrettizia, di un’energia rubata, di un’energia sedotta,per questa ragione  la 32, che è la Giocosa, nel Foutre, sarebbe stata la posizione  più eroica e funzionale, come un qualcosa di futile, di irrisorio, perfino appunto di giocoso. A patto che ci fosse stata la vocazione a farne una storia diversa, per l’inesorabilità dell’oggetto, o, quantomeno, se fosse stato,ognuno degli interagenti,  l’analemma esponenziale dell’oggetto “a” di base del poeta e della pittrice, ma sarebbe stata una sorta di parrottologia anagrafica, per via dell’anno di nascita della pittrice, che avrebbe, appunto, raddoppiato la Giocosa. Poteva esserci solo, per via dell’I King, e dell’esagramma 55.Fong, la copia, il nove all’inizio, che è quella linea, del codice ristretto e dello specchio, che è il proprio narcisismo primario, che incontrando l’altro 
destinatoci si rimane pure per dieci giorni insieme, e non è un errore, forse per via del fallo, per questo si vada pure e si operi, recarvisi trova riconoscimento[6], fin quando uscì dalla casa della donna che avrebbe potuto amare, e che avrebbe potuto riamarlo, con un sollievo non privo di amarezza. Per via della miscela Leone che era la miscela sabauda del fattore uretrale del poeta.


Klelia Kostas © 1976 
(l'originale è un disegno in bn: illustra : 
V.S.Gaudio, L'entusiasmo del dorso
in "Lettera" n.9, Cardiff giugno 1976; 
già Collezione V.S.Gaudio | Marisa Aino  
donato a Spartaco Gamberini )
[1] Leopold Szondi, Introduzione all’analisi del Destino, trad. it.  Casa Editrice Astrolabio, Roma 1975; l’edizione tradotta era quella del 1972 per Editions Nauwelaerts, Louvain.
[2] I King, trad. It. dalla versione tedesca di Richard Wilhelm, Astrolabio, Roma 1950.
[3] Il segreto dell’altro è che non mi è mai consentito di essere me stesso e che esisto solo per fatale declinazione di ciò che proviene da un altrove: avresti avuto il presentimento di essere seguita, grazie a una sorta di intuizione del fatto che qualcosa è entrato nel tuo spazio, qualcosa che ne ha alterato la curvature.. Cfr. Jean Baudrillard, La suite Vénitienne, in: Idem, La Trasparenza del Male, © Editions Galilée, 1990.
[4] Pink Floyd, Wish You Were Here, Produced 1975  by Pink Floyd Music Publishers Ltd.| EMI Italiana Spa.
[5] Giorgio Manganelli, Centuria. Cento piccoli romanzi fiume, Rizzoli Editore, Milano 1979.
[6] Cfr. I King, trad.it.cit,: Nove all’inizio: pag.235.