Conobbi Klelia
Kostas proprio nell’anno in cui uscì in Italia, da Astrolabio, L’Introduction
à l’analyse du Destin di Leopold Szondi,
nella collana “Psiche e Coscienza”, quella in cui, nel 1950, quando la
dirigeva Ernest Bernhard, fu pubblicato
l’I King.
Non avrei mai voluto conoscerti, le dissi a un certo punto della nostra storia,
quanto avrei voluto solo e sempre inseguirti, qui sotto i portici
di via Cernaia, e anche sotto quelli di via Po e di via Roma, per i tuoi
capelli rossi e non per i tuoi occhi verdi;
adesso che ti conosco, le dissi un giorno, mi dici dove pensi che possa essere
la pulsione K, o, meglio, il fattore K, che è il bisogno di coartazione dell’Io
e della tendenza all’incorporazione, a formare ideali oggettuali di
appropriazione? E mi guardasti con quegli occhi e quel sorriso a bocca serrata
che solo tu avevi, per come sapevi all’improvviso passare alla tendenza K-, tra
negazione e rinuncia, inibizione e rimozione, dai non negare il mio esserci,
questo ti dissi, non sai che io sono il poeta col punctum di Attila, che ha la potenza solare della Canicola e del
demone meridiano, anche se Roger Caillois, quando non ero ancora nato, non poteva
saperne niente e quindi tacque in merito?
|
Klelia Kostas © 1972
|
Allora fu
quella volta che mettesti sul giradischi Wish you were here
dei Pink Floyd, pure quello del 1975, e venne fuori che il mio umanesimo etico, correlato, secondo
Leopold Szondi, per via dell’enuresi, alla pulsione uretrale, quella del
fattore “e”, che, ci mettemmo a ridere, stava per “enzo”, vaffanculo l’epilessia
essenziale che invece, e qui cominciammo a ridere sul serio, correlavamo all’acronimo
v.s., per via dell’enuresi, certo, e la piromania dove la metti, ci dicemmo all’unisono in quella primavera così esplosiva?
So essere
buono, ti dissi, ma per questo tu pensi che potrei fare l’aviatore o il
marinaio? E tu:
|
Klelia Kostas ©1978 (il quadro è a colori;la riproduzione in bn è stata effettuata da "Lettera" n.18, University College Press, Cardiff ottobre 1979) |
so essere fredda tanto potrei essere egocentrica, mi
rispondesti, e per questo tu pensi che potrei fare l’ingegnere, l’impiegato
postale o il contadino?
Per via dell’Angelus
di Millet e anche della Carriola, che, nel Foutre du Clergé de France, fa 30,
la metafisica della tua pittura e questa propensione a raccogliere cetrioli,
come contadina è così che ti vedo, e la tua estetica feticista, anche una certa
predisposizione catatonica, il tuo
fattore pulsionale “k”, che hai raddoppiato, sei più per il furto con scasso
come me che sono piuttosto propenso all’omicidio passionale, anche se non
potrei mai fare il panettiere o il fuochista di caldaia.
La posa del caffè e la psicanalisi ♦ 41
! Il fattore pulsionale “K” di Klelia Kostas
E tu nel
Foutre, che numero faresti per la tua pulsione “e”, quella del clistere
portentoso, che, se non sbaglio, fa 31, che, è risaputo, è la posizione
congeniale a chi si distingue per misericordia, dolcezza, pietà, tolleranza e
senso acuto della verità?
Quando ci si
rende conto che avremmo potuto amare una donna, quella donna, e per questo
avremmo preferito inseguirla, con quella pulsione “k”, così raddoppiata, tra
narcisismo primario, feticismo e negazione, il poeta lo vediamo che ora è sotto
i portici di via Cernaia, catatonico dinanzi alla vetrina della Pasticceria “Querio”,
ormai era chiaro che nessun amore sarebbe mai sorto tra di loro, nemmeno il tiepido
e povero legame della lussuria, non perché la donna fosse robusta e casta,
nemmeno perché fosse tardivamente
tenera, semplicemente era un amore impossibile, e l’impossibilità, come
scriverà più tardi Manganelli nella Centuria Cinquanta, “ha della favola, trasforma tutte le chimere dell’attesa
amorosa”:
il poeta, e forse in maggior misura anche lei, la pittrice, avevano pensato ad
un universo diverso da quel che era, giacché, era chiaro, l’universo in cui
vivevano non prevedeva il loro amore, non solo per via dei fattori pulsionali e
della colonna sonora dei Pink Floyd, si poteva aggiungere che un amore non
comincia, non finisce nemmeno, davanti alla pasticceria Querio, non perché ci
sia l’abbondanza della dolcezza in vetrina e la dolcezza del poeta a guardarla,
ma è che egli avrebbe voluto vivere una storia diversa, anzi non avrebbe voluto
vivere nessuna storia con quella donna dai capelli rossi e con fattore
pulsionale “k” doppio, avrei voluto soltanto inseguirla qua sotto e guardarla
di sguincio magari quando si ferma anche lei a guardare la vetrina di “Querio”
, e, per via dei nostri corpi effimeri, anche davanti alla vetrina dei formaggi
di “Borgiattino”, un problema sentimentale non è un problema cosmico, può
essere semplicemente una Battaglia dei Gesuiti e, malgrado le apparenze, e le
animule fantasticanti, tra 30 e 31, e il punctum
di Attila del poeta, che, nella bipolarità del fattore pulsionale “e”,
converte le esigenze di Abele in quelle di Caino,cosicché quella bontà iniziale
venga commutata in cattiveria e rabbia e il desiderio etico in tendenza alla distruzione esplosiva.
Tra metafisica
ed etica della devoluzione, tra catatonia o
|
Klelia Kostas © 1977
Il disegno, originariamente
della Collezione V.S.Gaudio
& Marisa Aino,
è stato donato nel 1978
a Francesca Aino |
isteria di conversione e
accumulazione di affetti brutali, una filosofia della sottigliezza come
artificio fondamentale, non vivendo della nostra propria energia, della nostra
propria volontà, ma di quella che sottilizziamo agli altri, al mondo, a chi
viene amato, a chi viene odiato, vivere di un’energia surrettizia, di un’energia
rubata, di un’energia sedotta,per questa ragione la 32, che è la Giocosa, nel Foutre, sarebbe
stata la posizione più eroica e
funzionale, come un qualcosa di futile, di irrisorio, perfino appunto di
giocoso. A patto che ci fosse stata la vocazione a farne una storia diversa, per
l’inesorabilità dell’oggetto, o, quantomeno, se fosse stato,ognuno degli
interagenti, l’analemma esponenziale
dell’oggetto “a” di base del poeta e della pittrice, ma sarebbe stata una sorta
di parrottologia anagrafica, per via dell’anno di nascita della pittrice, che
avrebbe, appunto, raddoppiato la Giocosa. Poteva esserci solo, per via dell’I
King, e dell’esagramma 55.Fong, la
copia, il nove all’inizio, che è quella linea, del codice ristretto e dello
specchio, che è il proprio narcisismo primario, che incontrando l’altro destinatoci si rimane pure per dieci giorni insieme, e non è un errore, forse
per via del fallo, per questo si vada pure e si operi, recarvisi trova
riconoscimento,
fin quando uscì dalla casa della donna che avrebbe potuto amare, e che avrebbe
potuto riamarlo, con un sollievo non privo di amarezza. Per via della miscela
Leone che era la miscela sabauda del fattore uretrale del poeta.