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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Una via di Palermo per Michele Pantaleone.

Tullio Pironti editore, Napoli 1993
UNA VIA DI PALERMO PER MICHELE PANTALEONE

Non è cosa da poco una via se pur piccola ma nel centro di Palermo intestata a Michele Pantaleone. Un segnale per tutti specialmente per quanti credono nella Giustizia e nell’antimafia. Ma anche e per la famiglia dello scrittore sociologo che ha dedicato l’intera vita a cercare le pulci della mafia, figura che ci viene spontanea pensando a uno dei libri di Michele Pantaleone, appunto, “A cavallo della tigre” laddove la sanguinaria fiera dalla pelle zeppa di parassiti, per un verso non consentirà a chi le sta addosso di potere smontare dal cavalcarla, per altro verso  riversa sull’intruso e spregiudicato cavaliere, i propri parassiti. Tragica metafora di una realtà la cui cifra non troverà definitiva decriptazione, fino a quando la connivenza con le istituzioni dell’ufficialità legalizzata resterà salda e protetta. Gino Pantaleone che di Michele è stato e rimane fedele custode della memoria e rivendicatore di diritti alla verità e alla giustizia per  l’illustre e coraggioso antenato “Il Gigante controvento” (titolo del suo libro in memoria), nel comunicarci notizie e ore e luoghi degli appuntamenti per sabato 27 maggio, non poteva trattenere la commozione ma nello stesso tempo trasmetteva anche a noi un forte cenno di speranza diversa. Diversa, perché la speranza ha tante facce e tanti programmi e sono diversi i volti e i programmi sia di chi la invoca sia di chi ne offre la password per accedervi cioè l’attuale Amministrazione comunale di Palermo.
La quarta di Omertà di Stato,
edito da Pironti
2 –  Laura Rizzo ci ha motivatamente rappresentato sabato 27  alla bella cerimonia di scopertura della lapide d’insegna viaria. Infatti tra via Galileo Galilei e via Borremans nel centro di Palermo c’è una strada  attualmente non del tutto aperta a sbocco ma in predicato di sviluppo a norma futuribile del piano regolatore metropolitano. Un strada dunque che intanto c’è,  e alla quale, al suo futuro oltre alla sua perennità topografica, è stato dato il nome di Michele Pantaleone. Non potremmo saper dire con fondata certezza quanti tra i più giovani conoscano questo nome. Ma se non lo conoscono le nuove generazioni la colpa non può essere attribuita loro quanto alla tenuta morale e civile (e politica) di quanti delle generazioni precedenti hanno trascurato o occultato la inoppugnabilità di un dovere storico. Né proprio in questo momento della mutazione e della speranza, per quanto essa sia di pertinenza minoritaria, sia da aggiungere  in rammarico per gli anni in cui Pantaleone era in vita ostacolato, obliato e calunniato per la sua benemerita e  perenne attività scomoda, sia per gli anni trascorsi tra la sua dipartita e il riconoscimento affidato alla dignità toponomastica della capitale isolana.
3 – Dal libro “Michele Pantaleone personaggio scomodo – Una vita contro la mafia e la mala giustizia" (Prova d’Autore, pagg, 210 . Catania 1994) copio e riporto la traduzione dei versi in siciliano dedicati quella volta a Pantaleone scrittore antimafia:  
Don Michelino dell’inopportuno  
rompete le uova e i contenitori
coi vostri libri di pagine a lupara
denunce di letarghi e coperture  
su mafiosi potenti vecchi e nuovi.  
Chi potrà annientarli?
In prima linea vedo  
siete solo contro l’intreccio forte e i lunghi fili.
Vi danno corda da tutte le parti
per farvi dissanguare come tonno fiocinato.  
Guardatevi da chi vi sta a lato  
non fatevi illusioni su esempio di Giustizia  
oltre a quello di Cristo imbullonato  
a due gravosi tronchi messi in croce!
Mi sembrate Achab  
calamitato dalla sua balena
nel mare in altalena sui fondali,  
solo come il coraggio.


  Mario Grasso