Coordinate del tempo
scaduto. Lebenswelt di V.S.Gaudio con Aida
Maria Zoppetti, quella di “North”
1
seguendo l’indicazione del percorso
e dubitando della congiunzione
che poi è la stessa congiunzione di Attila
arrivai mano a mano nella palude
e tu seguendo due elementi della stessa frase
mai arrivavi a destinazione
mai esprimevi dubbio o negazione
ma certo eri giunta per rafforzare
l’espressione però, bensì, oppure
ti girasti e fu l’inizio del periodo
o ne fu la conclusione , la stessa frase
inghiottita dallo stesso rospo
si trasformò in obiezione
di qua l’imperativo inaudibile
di là l’imperfetto inespresso
adesso, mi dicevo, la vedrò imponente
o impigrita che impedisce il mio passo
ti ho chiesto:”permesso?...”e tu restasti di
sasso
fermarsi
in quell’attimo prima
di quel secondo che era già sottratto
più o meno dinanzi a un futuro anteriore
per via dell’aoristo perdo sempre qualcosa
anche se per via della penna
ho una certa inclinazione al volo
2
a un passo da quel poco
che ancora c’è da fare
per toccare tutto il nulla
in fondo al foglio ci metto un minuto
anche senza imbuto
e condisco l’insalata
3
mi sposto lentamente
per via dell’asse terrestre
e degli orari dei treni
nella controra metti che
arrivavo da Mantova seduto
in quel calore da almeno due ore
e dal finestrino tu sussurravi
adesso calo il sole
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venti volte guardai di nuovo
mi ci volle un po’ di tempo
per capire che vuoi vedere
che sono a Milano e non a Montalbano
non piove nemmeno forte
tra il fare e il dire scrisse Pennati
c’è di mezzo il mare, resta fuori trascritto
e letto o trafitto e stanza, se non
traballo e danza, trabocca e detto,
tra nuvole, Breccia e un suo fumetto,
tutto, tramonta e tu:e io che l’aspetto!
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C’è nessuno? …e mi guardò, intorno
di qua e di là e finanche il finestrino
in sostanza chi vuoi che ci sia
ci sarà questo poeta che ha
scritto sulla maglietta: vado un po’
di fretta, c’è la mia amica che m’aspetta,
quella intanto sorrideva e senza
fare un saluto s’era già addormentata
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sembrava tutto fuori mano
fuori luogo è il mio Dasein
fuori misura è la mia controfigura
fuori programma è ogni mio schema verbale
fuori servizio è il mio ascensore
fuori di me non ho un ruolo che mi aspetta
fuori programma
avrei voluto arrivare a North
fuori: che cazzo è successo qui?
ad esplorare i ricordi, esploro con
precisione e tra l’erba qui nel pantano
e l’erba
là a Sant’Arcangelo
tu dici che riposa il bruco
io che son fuori vedo solo Ofiuco
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peggio di così peggio che andar di notte
peggio che a Forlì il vento morbido
il respiro affannato dei suoi passi
e allora si guardò intorno
e non c’era la luna e non vedeva nulla
peggio che andar di notte
peggio di quella notte a Catanzaro
ho un’anima, che è come il tempo
se ne va sempre via e non si guarda
intorno, non conta i suoi passi,
la mia anima tutta dentro la contabilità
dei colpi, per via del tempo forse
e del fatto che misi la mano fuori
dal finestrino e: fuori pioveva
ricordo che la notte la mia anima
già stava piangendo peggio che a Furlé
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ci fossimo davvero incontrati:
“T’ho visto!” come attante avresti detto
“Chi?Me?”
“Te, burdèl, sì!”
Ed io che – cercato l’archetipo-sostantivo
bosco-
mai avevo previsto di essere scovato
nascosto lì da solo, dissi:”Piuttosto,
avrai visto di me ciò che ho guardato!”
tanto che fu così che il tuo animus incazzato
se ne tornò sul suo bel prato
ed io restai così: dimenticato.
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nulla tagliava l’aria
lassù nel cielo che cosa
andava a capo
visto da lontano
non saprei dirti che mese
fosse a fianco di un albero
lama sottile e stazione
per inciso i caselli sulla ferrovia
venendo verso North
tu dici che siano tra cuore
e pallore?
10
quel che ci si aspetta dagli occhi
è più di uno sguardo, hai scritto
mio attante-poeta, quel che ci si
aspetta dagli occhiali è più di
una nuvola che muta di colore
o che passa lentamente
a colore conveniente?
11
qualche passo avanti
ed eccomi qua: pensa
se fosse davvero accaduto
qualche passo indietro
ed oplà io che son nato
all’alba, se fosse davvero
successo: e adesso, povero fesso?
12
il tempo, l’avesse trattenuto
il poeta sarebbe arrivato
tempo un minuto, un istante,
un secondo, ed è tutto finito.
Ricreazioni: D’après-moi: Mario Schifano by Aida
Maria Zoppetti
! La Lebenswelt è fatta sulla base di Di Lama e di Luna di Aida Maria Zoppetti, Anterem edizioni, Verona
2002. Aida, ovvero Matisse 54, ha
partecipato, alla fine degli anni Settanta, alla fondazione e alla direzione
della rivista “North”.
! Je sais, tu me
demanderas : “Ma Tisse, c’est tout?” et moi je répondrai : « Eh,
oui ! Hé,las ! » mi scrisse con la
matita in: Aida M.Zoppetti, Generation of
Vipers, Signum Edizioni d’Arte, Bergamo 1999; che farebbe, Ma Tisse, uno
shnek così se fosse inviato anonimamente a “Paye
Ta Shnek”↓ Che pare che anticipi di tre lustri la modalità
di “Paye Ta Shnek” o, quantomeno, la
successiva modalità dello Shnek
Patagonico del poeta, non fosse altro per quel fumetto di Enrique Breccia
alla 4. che non potrebbe che non portarci nell’ordito di una trama in quel di
Ushuaia, che, appunto, sta dall’altra parte di “North”.
▐ La Lebenswelt 6 di V.S.Gaudio
è anche in "Lunarionuovo" n.78 - marzo 2017▐