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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Quelle che Aurélia Steiner ░ Kate Winslet

Kate Winslet by Dan Winters
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Quando conobbi Aurelia Mazzacane[1], che, a dire il vero, i familiari chiamavano, con la pronuncia tipica della “a” e della “h” commutata nel suono “gh”, “Ghurelia”, Ghurelia Mazzacānë, era sulla spiaggia, tutta a pietre, e, senza guardarla, era stesa in una sorta di nageur che ora ne fanno un pezzo  da 500-600 euro “La Perla” e la “Maison Lejaby” che non fa che innalzare il (-φ) di qualsiasi visionatore, ogni volta che uno ci pensa , al 4° grado che Eric Berne, buon’anima, chiamava “orgoglio peyronico”, capite adesso perché non la guardavo, ma si sa che è proprio quando non la guardi direttamente che la stai osservando fin dentro il punctum che ne faccia il tuo oggetto “a” irredento e perenne per  migliaia dei tuoi prossimi piaceri singolari; allora: Ghurèlia stava lì nel suo patagonico nageur, e lei mi disse: “Oh, Enzu’, sai da quando volevo conoscerti? “
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da: V.S.Gaudio  Aurelia Mazzacane

[1] Mazzacanë è, nei dialetti locali afferenti allo shqip, la “pietra grossa”, quella che, appunto, serve per “ammazzare cani”. Macakàn, si legge Mazakàn,  e al plurale prende la “e”: Macakàne, Mazacàne.Non è un caso che, poi, entrai nella storia di Aurélia Gurmadhi, Aurélia Steiner di Durazzo: Gurmadhi, in shqip, può significare “pietra grande; pietra grossa, petrona”.