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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Chi mi ama...mette queste mutande rosse▐ La posa del caffè e la psicanalisi 42

V.S. Gaudio feat. Paul WatzlawickChi mi ama ha queste mutande di questo rosso sotto la maglia grigia?
Essere amati è sempre qualcosa di misterioso. Paul Watzlawick: e non è consigliabile voler sapere troppo. Nel miglior dei casi l’altro non sa dirvi nulla; nel peggior dei casi presenta come motivo ciò che non avete mai considerato come la vostra più affascinante qualità; per esempio: io amo Camille per le sue mutande, e anche per la pelle del suo culo. L’amore umano è una cosa misteriosa su cui si innalzano alcune delle più famose creazioni della letteratura universale, non tenendo conto delle canzoni. A Camille, o forse era sua cugina quella volta, una volta dissi questa frase di Rousseau scritta a Madame d’Houdetot: “Se Voi sarete mia, io vi perderò- perché vi possiederei, proprio voi, colei che io stimo”[i]. Lei la lesse due volte, ovvero: me la fece ripetere. Ciò che Rousseau sembra voler dire è questo. Chi mi si dona, proprio per questo, non merita più il mio amore. La cugina di Camille cominciò a singhiozzare, per il ridere, anche perché non era di quel famoso paese dell’Europa meridionale in cui è diffusa questa concezione: l’innamorato, convinto della propria passione, stringe d’assedio l’amata finché questa non gli si concede; appena la donna si è lasciata conquistare, viene da lui disprezzata, perché una donna onorata non avrebbe fatto “questo”. E poi, questo mi disse la cugina di Camille: pensi che una donna a cui tu dici questo, ti mostrerebbe il culo con queste mutande di questo color rosso plutonico ? E le risposi: “E’ necessario che ci si ritenga immeritevoli di amore.”
E lei: “Perché chi ama qualcuno che non merita amore ha qualcosa che non funziona nella sua vita interiore? E mette queste mutande rosse?”
“Un difetto caratteriale, che può essere dovuto a una pulsione, può essere alla base di un’attrazione irresistibile e morbosa per ciò che non è necessariamente abietto, ma l’amore verso una persona che indossa mutande del genere è come innamorarsi di una persona che in qualche modo ha già un nodo amministrativo e civile o forse, per mettere queste mutande, vive da tutt’altra parte, per esempio a Toronto e tu vorresti prenderla così a Taranto, è questo il gaudio, un modo di fottere come se si viaggiasse fiduciosi e lieti, senza mai arrivare, e inoltre ci si risparmierà il disinganno nel dover constatare che l’altro è eventualmente del tutto disponibile a iniziare una relazione- come la cugina di Camille del resto: cosa questa che le farebbe perdere subito ogni attrattiva. A meno che, una volta a Taranto, si ritorni nel XX secolo e con queste mutande in un vagone letto per Milano, nella lunga notte, vi dica:”Ti amo, perché mi sono messe queste mutande, con questo colore sento di essermi fedele, proprio per questo, pur essendo maritata, questa notte queste mutande non me le farò togliere, e mi amerai  perché amerai innanzitutto te stesso per via delle mutande rosse e della pelle del mio culo”. Il se stesso che voi amate è, a dar retta a Leopold Szondi[ii], anche sulla linea o sul meridiano del masochismo, o del sadomasochismo, che, quando sublima, sembra umanesimo di Stato: chi la ama per via di queste mutande rosse ha il feticismo che non va, e quando ha pensieri morbosi, e non è nella passeggiata di mezzogiorno ma in quella del crepuscolo civile, tira la sua pulsione “s”, quella dell’erotismo sadico, tra bisogno di aggressività e di ratto:a vederlo camminare è umile e sicuro di sé, vorrebbe che venisse giù da quel balcone e far dono di sé con quelle mutande rosse di Camille o di sua cugina, proprio per questo, tra civilizzazione e tecnica, nessuno dei due è del tutto disponibile a iniziare una relazione che non sia quella di amarsi per queste mutande rosse che lei aveva oggi e ieri a guardarla con quella maglia grigia.




[i] Cfr.Paul Watzlawick, Chi mi ama ha qualcosa che non va, in: Idem, Istruzioni per rendersi infelici, trad.it. Feltrinelli, Milano 1984.
[ii] Cfr.Leopold Szondi, La teoria pulsionale, in: Idem, Introduzione all’analisi del destino,trad.it,  Casa editrice Astrolabio,Roma 1975.