V.S. Gaudio feat. Paul Watzlawick▐ Chi
mi ama ha queste mutande di questo rosso sotto la maglia grigia?
Essere amati è sempre
qualcosa di misterioso. Paul Watzlawick: e non è consigliabile voler sapere
troppo. Nel miglior dei casi l’altro non sa dirvi nulla; nel peggior dei casi
presenta come motivo ciò che non avete mai considerato come la vostra più
affascinante qualità; per esempio: io amo Camille per le sue mutande, e anche
per la pelle del suo culo. L’amore umano è una cosa misteriosa su cui si
innalzano alcune delle più famose creazioni della letteratura universale, non
tenendo conto delle canzoni. A Camille, o forse era sua cugina quella volta,
una volta dissi questa frase di Rousseau scritta a Madame d’Houdetot: “Se Voi
sarete mia, io vi perderò- perché vi possiederei, proprio voi, colei che io
stimo”[i]. Lei la lesse due volte,
ovvero: me la fece ripetere. Ciò che Rousseau sembra voler dire è questo. Chi
mi si dona, proprio per questo, non merita più il mio amore. La cugina di
Camille cominciò a singhiozzare, per il ridere, anche perché non era di quel
famoso paese dell’Europa meridionale in cui è diffusa questa concezione:
l’innamorato, convinto della propria passione, stringe d’assedio l’amata finché
questa non gli si concede; appena la donna si è lasciata conquistare, viene da
lui disprezzata, perché una donna onorata non avrebbe fatto “questo”. E poi,
questo mi disse la cugina di Camille: pensi che una donna a cui tu dici questo,
ti mostrerebbe il culo con queste mutande di questo color rosso plutonico ? E
le risposi: “E’ necessario che ci si ritenga immeritevoli di amore.”
E lei: “Perché chi ama
qualcuno che non merita amore ha qualcosa che non funziona nella sua vita
interiore? E mette queste mutande rosse?”
“Un difetto
caratteriale, che può essere dovuto a una pulsione, può essere alla base di
un’attrazione irresistibile e morbosa per ciò che non è necessariamente
abietto, ma l’amore verso una persona che indossa mutande del genere è come
innamorarsi di una persona che in qualche modo ha già un nodo amministrativo e
civile o forse, per mettere queste mutande, vive da tutt’altra parte, per
esempio a Toronto e tu vorresti prenderla così a Taranto, è questo il gaudio,
un modo di fottere come se si viaggiasse fiduciosi e lieti, senza mai arrivare,
e inoltre ci si risparmierà il disinganno nel dover constatare che l’altro è
eventualmente del tutto disponibile a iniziare una relazione- come la cugina di
Camille del resto: cosa questa che le farebbe perdere subito ogni attrattiva.
A meno che, una volta a Taranto, si ritorni nel XX secolo e con queste mutande
in un vagone letto per Milano, nella lunga notte, vi dica:”Ti amo, perché mi
sono messe queste mutande, con questo colore sento di essermi fedele, proprio
per questo, pur essendo maritata, questa notte queste mutande non me le farò
togliere, e mi amerai perché amerai
innanzitutto te stesso per via delle mutande rosse e della pelle del mio culo”.
Il se stesso che voi amate è, a dar retta a Leopold Szondi[ii], anche sulla linea o sul
meridiano del masochismo, o del sadomasochismo, che, quando sublima, sembra
umanesimo di Stato: chi la ama per via di queste mutande rosse ha il feticismo
che non va, e quando ha pensieri morbosi, e non è nella passeggiata di
mezzogiorno ma in quella del crepuscolo civile, tira la sua pulsione “s”, quella dell’erotismo sadico, tra
bisogno di aggressività e di ratto:a vederlo camminare è umile e sicuro di sé,
vorrebbe che venisse giù da quel balcone e far dono di sé con quelle mutande
rosse di Camille o di sua cugina, proprio per questo, tra civilizzazione e
tecnica, nessuno dei due è del tutto disponibile a iniziare una relazione che
non sia quella di amarsi per queste mutande rosse che lei aveva oggi e ieri a
guardarla con quella maglia grigia.
[i] Cfr.Paul Watzlawick,
Chi mi ama ha qualcosa che non va, in:
Idem,
Istruzioni per rendersi infelici,
trad.it. Feltrinelli, Milano 1984.
[ii] Cfr.Leopold Szondi,
La teoria pulsionale, in: Idem,
Introduzione all’analisi del destino,trad.it, Casa editrice Astrolabio,Roma 1975.