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Nelle foto di Tamara Lichtenstein, due modelle
che non sono, è naturale, le foto sono puramente illustrative,
le due cugine della cuginanza dell'Enzuvë
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Le due cugine e il culto dell’Enzuvë
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Le due cugine sono
legate da una singolare forma di complicità: la prima cura la pulsione parziale
in ordine all’erotismo anale, tra
assenza di freno e di sostegno; la seconda
è tra l’erotismo uretrale e
quello orale, qualcosa che le fa
curare l’umanesimo religioso e la bigamia in funzione del doppio fallo. Questa condizione, di per sé tutto fuorché noiosa, è
complicata dal fatto che entrambe si giudicano delle cultrici della perversione
e, in sostanza, praticanti maniacali,
o pseudomaniacali, dell’Enzuvë, quindi delle contemplatrici
della propria mania. Ne deriva che la cugina
anale sembra che abbia il feticismo
dell’impiegata ai monti di pietà, quantunque abbia a che fare con determinate
monache connesse ai Gesuiti e, quindi, al bisogno
di collezionare tipico della Battaglia
dei Gesuiti; e la cugina oral-uretrale
è di una singolare castità, una sorta di innaturale e lineare, apparente,
mitezza, parimenti la sua pseudologia fantastica la rende una praticante
indefessa della Battaglia dei Gesuiti.
Infatti, ciascuna delle due ha delegato all’altra il compito di alimentare e
perseguire la propria mania, o, se vogliamo, la propria materia del piacere singolare: per cui la cugina anale soddisfa la cugina orale, e questa vive la mancanza di
misura e l’infedeltà di quella anale.
Naturalmente, ognuna
riferisce all’altra come il suo comprensorio
libidico sia stato, in un determinato periodo, alimentato e occupato dall’Enzuvë, metti che all’inizio di questa
complicità, il resoconto fosse settimanale e, dopo alcune stagioni, il resoconto
abbia avuto una scadenza stagionale. In queste interazioni verbali, anche a
distanza, o per via anche elettronica, la cugina
anale chiede alla cugina uretrale
quante volte l’Enzuvë le ha
soddisfatto la pulsione orale e
questa chiede all’altra quante volte e in che posa, e con che abito, l’Enzuvë lei lo ha inanellato. Insomma,
hanno deciso, segretamente, da quella seconda domenica della primavera in cui
entrambe hanno avuto uno stesso piacere
singolare estremamente perverso in presenza del proibito Enzuvë(1), che ciascuna delle due sarà l’anima nera, la Lilith, dell’altra, e tutte e due la Lilith dell’Enzuvë, giacché solo in questo modo esse possono
coltivare una delicata, sollecita, attenta, assoggettata e perversa cuginanza
dell’Enzuvë(2).
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Nora Rosenberg doppia la Lilith dell' Enzuvë
in una foto di Tamara Lichtenstein |
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Victoria Strohmann allude alla bifle della bocca insugata
in una foto di Tamara Lichtenstein |
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Escluso il tatuaggio, questo podice, è una foto di T.L.,
è proprio quello della cugina anale |
(1) Cfr. Le
cugine, in pingapa
2018/01→
(…) Qualcosa come quella doppia bifle di quella seconda domenica di
primavera, nell’arco della controra e della bocca insugata, o dell’anello
solare, il doppio anello, che rinserrava il Jésuve di Bataille nella
dimensione e nel nome dell’
Enzuvë, tanto che
facendosi schema verbale questo sostantivo-archetipo
enzugava l’anello
solare raddoppiato dall’archetipologia dell’
Heimlich.(…)
(2) Per
via del sugo, di cui all’apparizione e alla costituzione della losanga dell’oggetto
“a”, loro e dell’Enzuvë, la “cuginanza”
allittera, anche come pratica fantasmatica, la “cucinanza”, quindi la
cucinanza dell’Enzuvë.