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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

La posa del caffè e la psicanalisi 46. Costituzione del GM



LA POSA DEL caffè e la psicanalisi 46.
Costituzione  del Podice della Fille de mon peuple


Quando si ebbe, in un certo modo, la possibilità di schematizzare o somatizzare il fantasma di quel podice della fille de mon peuple[i], che, poi, chiameremo “Gregorio”, e lo facemmo con la morfologia assunta e in uso nel Dasein di quella domenica di fine marzo, un assetto costituzionale da venticinquenne mesoendomorfa[ii], e quindi con l’indice costituzionale superiore a 53, qualcosa che pesasse più di 66 chili e quindi con un indice del pondus, a fare i conti adesso, pari a : 12, il valore più elevato nella forchetta del valore Alto(che va da 20 a 12 , più decresce più il valore “alto” si innalza verso l’altissimo):      174 – (66 + 96=)162= 12. Messo così quel podex della giovane donna portatrice di cotanto “Gregorio” 12, sarebbe stato tenuto con quei jeans di quella domenica per una dall’indice costituzionale pari a 55.17, per via dei fianchi di 96 centimetri: 96 x 100: altezza 174= 55.17. La primavera era venuta, ma, in verità, all’epoca ci facemmo poco caso. A differenza, invece, della fille de mon peuple, che, facendo perno su quella apparizione, dette fondo e magnitudine al suo piacere singolare articolato sul suo muso, sul suo Gregorio, sulla sua faccia, i suoi jeans e il (-phi) del poeta, portatore, in ogni senso, dell’Enzuvë.
La portatrice del Gregorio 12 si poteva definire un corpo-simulacro, dotato di una iconicità evidente, se non alta; di una complessità, al momento, insufficiente; di una pregnanza, a guardarla o a pensarla con maggiore sensualità, evidente; di una polisemia ancora ritenuta insufficiente dal distratto visionatore-poeta di quella domenica. Insomma, comparata con alcuni oggetti d’amore di pari età per il poeta negli anni Ottanta, la tabella sarebbe più o meno questa[iii]:
Oggetto
ICONICITA’
COMPLESSITA’
PREGNANZA
POLISEMIA
Daniela Poggi
+
=
=
=
Marina Suma
+
+
=
+
Carmen Russo
X
=-
+
=-
Sophia Loren
X
X
X
+
Raquel Welch
X
+
+
=
Ava Gardner
X
X
X
X
Christie Brinkley
+X
=-
+
=-
Tinì Cansino
+X
=
+
=-
Portatrice
del “Gregorio”
    +
-
+
-

Legenda:  X tasso MOLTO ALTO; + tasso EVIDENTE; = tasso POSITIVO; - tasso INSUFFICIENTE(o SCARSO, NEGATIVO)
La fille de mon peuple, che aveva quel “Gregorio”, che, per l’ Indice del Pondus e l’ Indice Costituzionale, non può che avere l’epiteto di “Magno”, tanto che, così costituito, questo poderoso, e per certi versi superbo e gioviale apparecchio somatico, sarebbe un iconico e pregnante GM, e la portatrice di quel monumento, per via degli indicatori globali connotativi insufficienti, agli occhi e alla libido del momento del poeta, una Amorfa apatica, anche se l’effetto morfologico del viso, correlato con la caratterologia francese, sarebbe proprio questo, e questo stato amorfo apatico sarebbe speculare all’aspetto gioviale e di grande ampiezza del “Gregorio”.
Ma può essere che questo effetto sia stato formalizzato dalla territorialità e dalla prossemica del Dasein in cui il Gregorio fu fatto apparire al poeta.
La fille de mon peuple, così la fece somatizzazione del suo oggetto “a” il poeta, ha una pulsione tattile, che, poi, negli anni successivi, manifesterà sul poeta stesso: è l’espressione dei suoi fantasmi orali, amerebbe sfumare, esitare sul senso, ma il paradigma, di base afferente alla Bilancia, è sostanzialmente potenziato, per Plutone, Marte e Urano, sulla resistenza dello Scorpione, che è insieme fatale e vulcanica, insaziabile fuoco sotterraneo, la pulsione tattile è presto implacabile contingenza, e la vita erotica della giovane è fantastica, ma di un fantastico che quando si libra in volo non si fa leggerezza ma contemplazione della materia. Peso del mondo e del (-phi). Peso denso e sozzo dell’Enzuvë. Nei piaceri singolari esprime la pulsione voyeuristica e la rapporta a quella del poeta per esprimere e compenetrare, o farsi bagnare, dagli stessi fantasmi uretrali del poeta che sono suoi: ecco che predilige la Tigre Bianca che salta[iv] ma anche la Giumenta di ‘Nzunzù[v], perché lei costituisce se stessa come un fantasma uretrale,una superba figura, simbolo del cavallo e della giumenta, del Gregorio Magno, come magnitudine delle schiene regali e delle natiche immense[vi].
Lo sfumare della Bilancia si abbina allo schema verbale dell’organizzare plutonico, quell’esitare è connesso con il coordinare i significanti: vuole il lingam plutonico, potente e audace, che complica e riscalda anche per la sua bocca e la pelle della sua faccia che è quella del tergo, che è questo mistero sensoriale che diventa lampo folgorante[vii], per via del bagliore ainico, l’essenza sibarita nell’etimologia del nome della “Grande Troia”, o della Troia Magna, Gregorio Magno da cui il lampo folgorante del bagliore ainico illumina il (-phi) del poeta liquefancendogli l’anima. Lo schema verbale dell’allargare, con quella faccia, quel naso e quella pelle, vuole ampliare[viii] non solo il tergo ma anche il gaudio, il significato del gaudio e dello gnomone magno, non a caso la sua Lilith nel Leone è il laccio con cui stringe il (-phi) del poeta dopo avergli occupata, invasa e risalita l’anima, che si costituisce qui, tra Mercurio e Plutone, nello stesso spazio della Lilith sibarita della portatrice del G Magno[ix].
Viene portato e indicato il DONO:
"Là il Dio Gau"
Quella domenica dell’apparizione c’era all’ascendente proprio il grado del Leone in cui si compenetrano la  Lilith della portatrice del G Magno e il mezzopunto Mercurio/Plutone del poeta dell’Enzuvë, e non c’era solo Lilith: insomma lo spirito dell’Enzuvë imbratta l’Heimlich insozzando l’animus della ragazza del GM e il (-phi) del poeta. Per tutto questo lei non può, insieme all’altra, non recare in dono il G Magno, anche perché, essenzialmente, il G Magno è ormai nel peso e nella misura giusta per essere donato: l’avete dimenticato? L’indice del Pondus della fantasmatrice della Giumenta dell’Enzuvë quant’era? 12. E 12 nell’alfabeto del sistema gancio della memoria, in cui a ogni consonante corrisponde un numero, cosa registra come sostantivo-archetipo? DONO. Dono, in quanto D=1 e N=2. Il dono, l’abbiamo visto nella posa del caffè 45, che amplifica, o quantomeno avvia,  la pratica devozionale, il sibaritismo fantasmatico della portatrice del G Magno: da quell’apparizione alla definizione immobilizzata nella fotografia di quasi quattro mesi dopo. Se convertiamo l’indice costituzionale in linguaggio, per quella prossemica dall’Heimlich coartato e impregnato di segreti e silenzi, avremmo: 55: 5=L. 55: “”(5) “il”(5)   Dio”(D=1) “Gau”(=7). Viene portato e indicato il DONO: “Là il Dio Gau[x], indice costituzionale 55.17 del poderoso G Magno, che, col 7 della G di peso, svela la potenzialità del dono: da G Magno , il Gaudio Magno fatto, così costituzionalmente reso nella misura giusta del pondus per essere il dono al poeta che reca lo stesso nome, lo stesso sostantivo-archetipo. Tutto nell’Heimlich di Plutone, che è , per eccellenza, il “Grande Malefico”, il G Magno, se vogliamo, e quella col pondus 12, dono, dona il suo G Magno a chi ha Huracan, lo spirito dell’Abisso e del (-phi) da G Magno, lei che, dentro il suo animus, nel buco dell’animus, l’anello solare, il Sole, se vogliamo, ha lo stesso Huracan, il dio della tempesta che simboleggia la forza di Plutone, che combina Saturno, Marte e il potere magico di affascinare di Urano[xi]. Il dono dell’ anello solare batailleano per l’ Enzuvë, lo schema verbale dello shummulo sibarita che allittera il Jésuve[xii] di Georges Bataille.



[i] Cfr. V.S. Gaudio, La fille de mon peuple pêche à quinze sous e le mutande de Lol V. Stein, © 2007.
[ii] Cfr. e usa: Materiali e indici Morfologici per una Somatologia dell’immagine, in: V.S. Gaudio, Oggetti d’amore. Somatologia dell’immagine, Bootleg Scipioni, Viterbo 1998: pag. 70 e segg.
[iii] Cfr. le tabelle a pagina 52 e a pagina 66 in: V.S. Gaudio, Oggetti d’amore, ed. bootleg cit.
[iv] Nel Fang-Pi-Shu cinese, la giumenta dell’Enzuvë si mette a quattro piedi con la testa curva mentre il poeta le si inginocchia dietro: come se fosse la 25, l’Anatra nel Foutre du Clergé de France.Se il poeta sta in piedi, si chiama l’Asino di tre anni. Tutte nella scena patafisica della 40 del Foutre, l’Attrazione di Milano. La Misteriosa, che è quando fa la 33 e sta seduta volgendogli le spalle sul poeta, è, nel Fang-Pi-Shu, Il Capro davanti all’albero.
[v]Nzunzù” condensa in modo altamente Heimlich, come espressione dell’idioletto gergale, l’Enzuvë, il nome del poeta e il ruolo.
[vi] Cfr. il capitolo L’erotismo, in: V.S. Gaudio, Hit Parade dello Zodiaco, Gremese, Roma 1991, in particolare per i segni della Bilancia e dello Scorpione.
[vii] Ibidem: pag. 53.
[viii] Ibidem: cfr. , nel Leone, a pagina 50.
[ix] Non si può tacere del fatto che il punto dell’Heimlich del poeta sia esattamente sul Giove della Fille de mon peuple, che è  a 180° dalla Luna ed è sull’Ascendente del poeta: è la costituzione e la magnitudine dello shummulo sibarita e dell’Enzuvë, ovvero il tergo del Gaudio Magno è costituito per il (-phi), Ascendente ed Heimlich, del poeta nominato e così fantasmato nel rombo di Lacan della portatrice del Dono: basta guardarle la faccia! Ha sottese connessioni paradigmatiche la portatrice del G Magno con la Yukiko dei nuovi oggetti d’amore: leggi Yukiko e il meccanismo dello shummulo, in Uh Magazine/2017-6.
[x] Inutile sottolineare che il 17 del “Dio Gau” è speculare al 71 di “Gaudio”; fa in qualche modo il verso alla figura dell’inversione, del capovolgimento semantico, sia nella metonimia che nella sineddoche, ma anche nella crasi.
[xi] Cfr. Plutone, in: Max Jacob, Specchio d’Astrologia, Adelphi, Milano 1978: pag.125-126.
[xii] Quel benedetto, o maldetto, “Gesuvio” nelle traduzioni per Guaraldi negli anni settanta di alcuni testi di Bataille: nel Dossier dell’occhio pineale:”Ho acquistato su quello che mi capita un potere che mi sconvolge:poiché tutto quanto segue è connesso con la pratica tradizionale del “sacrificio”, non esito a scrivere, benché ciò appaia ai miei occhi penosamente comico, un potere analogo a quello del prete che sgozza una vacca.”: Georges Bataille, Il Gesuvio, in: Idem, Critica dell’occhio, trad.it. Guaraldi 1972: pag.79; cfr. anche: 1) “Così io non temo di affermare che il mio viso è uno scandalo e le mie passioni non sono espresse che dal Gesuvio”(ibidem: L’ano solare, pag. 37), relativamente anche alla faccia della fille de mon peuple, che ha la stessa pelle, il tegumento, della carne del tergo, nel senso anche di Merleau-Ponty; 2) “Il Gesuvio è così l’immagine del movimento erotico che dà per effrazione alle idee contenute nello spirito la forza di un’eruzione scandalosa”: L’ano solare, ibidem: pag.37.


░ La fille de mon peuple veste costume intero 
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