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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

James Brooks ▬ Selected Works vol.XI



 

 

SELECTED WORKS vol. XI
JAMES BROOKS



inaugurazione giovedì 21 giugno, ore 18.30


La galleria Opere Scelte ha il piacere di invitarvi, giovedì 21 giugno alle ore 18.30, in via Matteo Pescatore 11/D, all’inaugurazione della personale di James Brooks, Selected Works Vol. XI, undicesima mostra personale dell'artista londinese.

Brooks trasforma l'informazione in un'opera d'arte astratta, creando un linguaggio alternativo. Il processo di astrazione è il metodo attraverso cui egli trasmette i propri interessi; gli piace indagare il modo in cui la società attuale si sia evoluta dalle antiche civiltà, utilizzando innovazioni scientifiche come la geometria greca, l'alfabeto latino o il sistema decimale arabo. Così l’artista crea serie nelle quali gli spazi - strade romane, antichi laghi greci, piazze e confini urbani - nelle loro parti costitutive diventano il punto di connessione tra il contemporaneo e il passato. Come un cartografo, lavora entro i confini della pura geometria priva di ogni riferimento umano. Le forme sono definite con precisione e riapplicate all’interno di una base che è una struttura geometrica. Guardando i suoi lavori da vicino è possibile vedere i calcoli, le linee e le esplorazioni geometriche; da lontano, il colpo d’occhio è un insieme rigoroso di forme reiterate e rese in colore piatto.
Nell’ultima serie, Portmanteau Portraits, continua l’esplorazione di conversioni alfanumeriche e matematiche per mettere in discussione la relazione tra linguaggio e astrazione attraverso i nomi di persone e luoghi specifici. Simile alla precedente serie Transformation of Cities - anch’essa in mostra - i Portmanteaus Portraits esplorano la metamorfosi di imperi ed epoche antiche, utilizzando specificamente i nomi delle divinità storiche greche e romane, con l'intenzione di esplorare l'idea del cambiamento delle diverse credenze della storia.

La mostra sarà visibile fino a sabato 1 settembre 2018.