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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

La posa del caffè e la psicanalisi 48 ⁞ Il cuore e il paesaggio di Annie Cabbot


La posa del caffè e la psicanalisi 48
Il paesaggio lungo il meridiano di Annie Cabbot
Se il mio cuore e la notte interminabile
Se ogni villaggio se ogni sirena
Se il vento e la luna se la notte uguale
Agli agguati polverizzati ai sistemi sospesi
E la luna alla taverna del gallo giapponese
E le erbe masticate e gli altri versanti
Del cielo se la forma inganna e se solo
Esiste il metafisico o l’erboristeria
Se questo mio cuore avesse la forma
Di una scarpa e la luna e gli insetti
Se il mio amore che non è un cavallo
Né una bruciatura il mio amore
Uno spillo sulla longitudine di un cuore
Di metallo finito o nei negozi di lingerie
Nelle città in riva al mare dove vivono
Mille donne per il mio rombo di Lacan
Se i piedi e il loro cuore, e le mani
L’equilibrio del culo l’angoscia dello sguardo
Se fosse così poco casta come Annie Cabbot in DCI Banks[i]
Si capisce che solleverà l’angoscia d’un altro
Cuore per via della forma di una scarpa
O della libbra di Lacan che è lunga un piede
Per via del volto e del naso di Annie Cabbot
Che di sicuro avrà messo le mutande Lejaby
Prese in quel negozio di una città di mare
Che è per questo che la luna illumina
Il passo e lo sguardo di chi ricorda tutte le cose
La menzogna dei venti le longitudini stesse
Di un paesaggio o di un villaggio anche di un
Fiume che sospende la notte interminabile
Della prima stagione in quella puntata mai vista
In cui il cuore di Annie Cabbot ha la forma
Di un piede di Alan Banks e questo lo sa
La luna plutonica che parla senza parola
o forse è il bagliore didonico tra Venere
E Lilith che sulla concreta superficie del cuore
E dell’occhio del visionatore è il paesaggio
D’umidità e di ululati lungo il meridiano
Il pelo del podice che senza brezza
Fa l’amore visibile nell’angolo più buio
Dell’anima e dell’oggetto “a
Chi mai potrà lamentarsi se non si trova
Chi spia l’onda più fine o la verità
Delle cose equivocate sui vetri e in quello
Sguardo che è la terribile fonte della pulsione
Uretrale si può anche orinare sui terrazzi
O intorno a un gemito o per l’ansia di una
Certa longitudine senza che vi sia una luce
Smisurata o poliziotte imbragallate in stivali
Di gomma che un po’ sembrano vacche notturne
In nageur per come sanno nuotare per quell’onda
Più fine e le cose equivocate non fosse altro
Per il muggito che c’è nel nome di chi dà il
Pelo del podice e quello sguardo alla detective Cabbot
D’altra parte il paesaggio d’umidità e di ululati
Dallo sguardo bagnato che contrae la tolleranza
E la cattiveria, l’umanesimo etico e il gaudio
Uretrale, la rabbia e la vanità, la tempesta
Dei movimenti[ii] per quell’ansia di longitudine
Là sotto le radici e nel solco del culo
Vedi un po’ se trovi quello che cercavi
Per comprendere che quello che c’è al centro del mio nome[iii]
Gli sussurra con gli occhi e il muso Annie Cabbot
Sia davvero il paesaggio d’umidità
Del mio nome che somatizza la sintomatologia
Del muggito tipico delle vacche notturne
Tra Saturno, Lilith e Capricorno
Non con gli  occhi socchiusi e
A quattro zampe non tremano nel vento



[ii] Tra il fattore pulsionale “e” e il fattore pulsionale “hy”, siamo nella contrazione della pulsione uretrale: tra enuresi e bisogno di farsi valere: la pulsione di sorpresa che esplode tutta in quello sguardo iniziale di Annie Cabbot con Alan Banks infiamma, brucia, o ne ha intenzione, la censura interna (fattore pulsionale “e”) e la censura morale (fattore pulsionale “hy”). Non a caso sarà lo stesso Banks a salvare Cabbot dal fuoco di un omicidio più o meno passionale: l’omicidio passionale e la piromania afferiscono alla patologia della pulsione “e”, secondo Leopold Szondi,Variazioni delle forme di manifestazione dei bisogni pulsionali, in: Idem, Introduction à l’analyse du destin, Editions Nauwelaerts, Louvain 1972.
[iii] L’attrice che interpreta Annie Cabbot nella serie DCI Banks è Andrea Lowe. Che ha il cognome che in qualche modo si connette a low che, come schema verbale, è “muggire”. Come avverbio è vicino al silenzio, “a voce bassa” o, in riferimento al meridiano, starebbe in “basso”, appunto tra il silenzio e le vacche notturne nel cielo del Capricorno.




Annie Cabbot (Andrea Lowe) and Banks (Stephen Tompkinson) 
in "Playing With Fire."





Annie Cabbot vs Alan Banks